Confessione
2022/1, p. 8
Dante, nel canto IX del Purgatorio si trova davanti alla porta
del Purgatorio vero e proprio, per accedere alla quale bisogna
salire tre gradini che rappresentano i tre momenti
del sacramento della confessione auricolare.
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CONFESSIONE
Dante, nel canto IX del Purgatorio si trova davanti alla porta del Purgatorio vero e proprio, per accedere alla quale bisogna salire tre gradini che rappresentano i tre momenti del sacramento della confessione auricolare.
Il primo gradino “bianco marmo era sì pulito e terso/ ch’io mi specchiai in esso qual io paio” (vv 95-96).
Il secondo “d’una petrina ruvida ed arsiccia/ crepata per lo lungo e per traverso” (vv 98-99).
Il terzo “sì fiammeggiante, come sangue che fuor di vena spicca” (vv 101-102).
Il primo gradino tanto lucido da specchiarsi rappresenta l’esame di coscienza: guarda dentro di te, per vedere il male che abita nel tuo cuore.
Il secondo è aspro e ruvido, perché indica la confessione verbale: una pratica dura, che fa soffrire e vergognare.
Il terzo è rosso sangue, è il segno del perdono, ottenuto dal sangue di Cristo, che ti riempie del suo amore, per amare come Lui ti ha amato.
Saliti questi tre gradini, l’Angelo apre la porta che immette nel Purgatorio, “dove l’umano spirito si purga e di salir al ciel diventa degno” (I, vv 4-5). È una purificazione, fatta con fiducia e con serenità, perché si sa che ogni prova è un passo avanti nell’ acquisizione della capacità di poter stare per sempre alla presenza beatificante di Dio.
“Orribil furon li peccati miei/ ma la bontà di Dio ha sì gran braccia / che prende ciò che si rivolge a Lei” (Pur III,1-24). Non c’è limite alla misericordia di Dio, quando ci si pente sinceramente.
Perché Dante parla dell’al di là, per istruire sull’al di qua.
PIERGIORDANO CABRA