Medjugorie, luogo di grazia
2021/9, p. 22
Lo scorso 24 giugno si sono compiuti 40 anni dall’inizio delle apparizioni della Madonna a Medjugorie. Benché non ci sia ancora un verdetto definivo autorevole del Vaticano sulla autenticità di queste apparizioni, ciò che impressiona è la sovrabbondanza di “frutti spirituali” che maturano in questo luogo, definito “di grazia”.
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A 40 ANNI DALLE PRIME APPARIZIONI
Medjugorie, luogo di grazia
Lo scorso 24 giugno si sono compiuti 40 anni dall’inizio delle apparizioni della Madonna a Medjugorie. Benché non ci sia ancora un verdetto definivo autorevole del Vaticano sulla autenticità di queste apparizioni, ciò che impressiona è la sovrabbondanza di “frutti spirituali” che maturano in questo luogo, definito “di grazia”.
Il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, in un’intervista del 18 giugno scorso alla rivista "Oasis des Friedens" (Oasi di pace), del movimento di Medjugorje in Austria, ha affermato: "Per quanto ne so, a Roma, Medjugorje è già nell'elenco dei santuari mariani".
All'inizio del 2009/10, il cardinale era stato il primo rappresentante di alto rango della Chiesa a visitare questo luogo di pellegrinaggi in Bosnia-Erzegovina.
Finora il Vaticano non ha emesso alcun parere definitivo, ma ci sono state diverse inchieste da parte di commissioni istituite dai Papi. L'ultima, la più autorevole e dettagliata fino ad oggi, è quella presieduta dal cardinale Camillo Ruini che ha avuto luogo dal 2010 al 2014, ma il suo risultato non è stato pubblicato. Schönborn ha assicurato di aver letto personalmente il rapporto finale in cui si dice che la commissione è giunta alla convinzione di ritenere autentici i primi giorni delle apparizioni, senza parlare per ora degli altri sviluppi. Secondo il cardinale, sullo sfondo di questa valutazione positiva, può essere visto anche il fatto che papa Francesco ha coinvolto Medjugorje nell'iniziativa mondiale della preghiera del rosario da lui promossa alla fine del maggio scorso.
Sono decisivi i "frutti"
Secondo il card. Schönborn, papa Francesco ha "compiuto dei passi decisivi nei riguardi di Medjugorje" e "ha preso personalmente a cuore l'argomento", e di ciò "non si può non ringraziarlo abbastanza". Più volte ha elogiato pubblicamente il rapporto Ruini definendolo "molto positivo", e ha sottolineato "la sua fiducia in ciò che il Cielo ci dona a Medjugorje".
Spesso viene citato ciò che il Papa avrebbe detto e cioè che egli non vede Maria come un’impiegata di un ufficio postale che porta messaggi alla gente in orari precisi. Con queste parole, ha dichiarato Schönborn, il Papa ha voluto semplicemente richiamare l'attenzione sul fatto che il messaggio di Medjugorje è opera della Vergine. Nei messaggi a lei attribuiti, si parla soprattutto di conversione, fenomeno che avviene di continuo a Medjugorje. E il Papa ha sottolineato più volte che sono i “frutti" quelli che contano.
Alle riserve di alcuni, sui messaggi trasmessi dai veggenti che non avrebbero detto “nulla di nuovo”, Schönborn ha risposto di non sentirsi preoccupato. Lo sarebbe invece se fosse diversamente. La Madonna, ha detto, fa come le mamme che raccomandano ai loro figli sempre la stessa cosa con piccole variazioni – per esempio: "Ti sei lavato i denti?", "Ti sei lavato le mani?", "Hai fatto i compiti?" – Lo stesso è per Medjugorje. Perciò, "l'importante non è aspettarsi ogni volta qualcosa di nuovo, ma che ogni volta ci venga ricordato ciò che riguarda la vita cristiana". Il fatto che milioni di persone in tutto il mondo leggano mensilmente messaggi come "Pregate!", "Pentitevi", "Convertitevi", "Fate penitenza" "Ascoltate mio figlio!", "Grazie per avermi ascoltato!", è senza dubbio "qualcosa che rallegra". A suo parere, il grande afflusso di pellegrini a Medjugorie è il risultato della intuizione (il “fiuto”) che ha la gente "della presenza del soprannaturale. Il cardinale ha affermato di aver avvertito egli stesso interiormente durante la sua visita a Medjugorje" che la Beata Madre di Dio, Maria – in croato chiamata "Gospa" (Signora)) – è personalmente presente. Ha aggiunto anche nell’intervista di essere rimasto particolarmente colpito dalla grande "normalità", che a suo parere, è "uno dei segni molto forti che Medjugorje è sana". "Non c'è niente di esagerato, nessuna esaltazione di sentimenti o di eccessi emotivi; "anche il momento di silenzio durante il rosario, in cui Marija [una "delle veggenti"] percepiva la speciale presenza della Gospa – tutto era così normale – ha sottolineato – come immagino sia stato a Nazareth, nella Sacra Famiglia".
Cosa è successo a Medjugorje nel 1981?
Medjugorje è situata nella regione carsica dell'Erzegovina, in una fertile pianura "tra i monti" (questo è il significato letterale del termine Medjugorie), dove da secoli si coltivano vino e tabacco. La parrocchia è ricordata fin dal 1599, poi se ne perdono le tracce sotto il dominio turco fino a quando non viene ricostituita nel sec. XVIII. Dal 1892 è curata pastoralmente dai francescani. Nel 1981 si apre un nuovo capitolo. Mercoledì 24 giugno, la comunità parrocchiale celebra la festa di Giovanni Battista, quando due adolescenti, Mirjana Ivan Dragičević e Ivanka Ivanković – stando ai loro racconti – mentre andavano a fare una passeggiata videro una figura luminosa in lontananza, alta sul monte Podbrdo, che si muoveva. (la chiamano “Gospa”, (Signora in croato, per indicare la Vergine Maria). Invece di avvicinarsi, essi aiutano un’amica a condurre a casa le pecore ma vedono di nuovo la figura, questa volta con un bambino in braccio. Sulla strada di casa, incontrano altri tre ragazzi – Vicka Ivanković, Ivan Dragičević e Ivan Ivankovic, – i quali anch’essi più tardi affermano di aver visto l'apparizione. A casa nessuno crede ai loro racconti, sono anzi derisi e invitati a tacere e a non scherzare con le cose sante.
Il giorno dopo, 25 giugno, i ragazzi tornano sullo stesso luogo e alla stessa ora. Ad essi si uniscono Jakov Čolo che all'epoca aveva solo dieci anni, e Marija Pavlović. Riferiscono di aver visto di nuovo l'apparizione, che faceva loro cenno di avvicinarsi. I ragazzi dicono che era una bellissima signora, pregano con lei e vengono a sapere che la madre di Ivanka, morta due mesi prima, stava bene. La figura promise di tornare.
Il terzo giorno, si raduna molta gente; il cielo si illumina tre volte e si illumina anche una parte della montagna che era a malapena accessibile per le pietre e i rovi. L'apparizione si presenta di nuovo, e Vicka la spruzza con acqua santa e sale. Afferma di essere la “beata Vergine Maria” e dice che la sua principale preoccupazione era la pace tra Dio e gli uomini e di questi tra loro.
I fatti suscitano scalpore e inquietudine anche tra le autorità comuniste, che definiscono i ragazzi bugiardi e tossicodipendenti.
Il quarto giorno, i "veggenti" vengono interrogati ed esaminati clinicamente nell'"Ufficio per gli affari interni" nella città distrettuale di Citluk, prima che le apparizioni si ripetessero nella serata. Il giorno seguente, domenica, ad interrogarli – questa volta in canonica – è il parroco don Jozo Zovko, presente solo sporadicamente nel villaggio, ma rimase scettico ascoltando i loro racconti.
Intanto la sera già 15.000 persone della zona si radunano sulla montagna. Il giorno seguente, i ragazzi vengono portati da alcuni funzionari a Mostar per una visita psichiatrica, ma il medico (una dottoressa) constata che i ragazzi sono sani e psichicamente normali. Nonostante le intimidazioni – vengono chiusi in un obitorio – essi non recedono di una virgola dalla loro testimonianza. In serata, la "Gospa" assicura i ragazzi che avrebbe continuato ad apparire finché avessero voluto.
Il settimo giorno, la gente del villaggio cercò di allontanare i "veggenti" con il pretesto di un'escursione in modo che la sera non potessero trovarsi sul luogo dell'apparizione. La visione tuttavia ebbe luogo comunque – alla solita ora lungo la strada. Intanto le pressioni continuano: l'ottavo giorno, il 1° luglio, i genitori vengono fermati dalle autorità per un interrogatorio nella scuola. Viene loro chiesto di vietare ai figli di andare al Podbrdo, dichiarando di essere malati. In serata, alcuni funzionari della comunità vengono dai ragazzi e li costringono a salire su un'auto su cui quel giorno ebbero l'apparizione.
Il nono giorno gli eventi hanno una svolta: padre Jozo Zovko torna al villaggio e all’inizio è preoccupato della "credulità" della gente che si reca alla montagna anziché andare in chiesa. Ritiene che i ragazzi siano stati istigati dai comunisti a ridicolizzare e screditare la Chiesa cattolica. Ma, dopo una preghiera in chiesa, sente una voce interiore che gli dice di proteggerli. Li incontra davanti alla porta mentre sono cercati dalla polizia e li nasconde in canonica. Da quel momento in poi, una milizia popolare presidia il monte Podbrdo impedendo l'accesso ai fedeli. I ragazzi vivono gli incontri con la "Gospa" nelle loro case, poi in una cappella laterale della chiesa e quindi nella canonica. Il parroco Zovko, dopo dettagliate conversazioni con i veggenti, adesso li ritiene credibili. Alla messa serale invita la parrocchia a un digiuno di tre giorni, alla preghiera quotidiana e alla lettura della Bibbia.
In effetti gli eventi di Medjugorje stanno imprimendo una svolta radicale in tanta gente verso la fede cattolica. Molti abitanti aprono anche le loro case per accogliere i pellegrini da tutto il mondo. Intanto continua una dura repressione da parte delle autorità comuniste.
Negli anni successivi vi furono numerose restrizioni riguardanti il luogo e ulteriori indagini e interrogatori dei "veggenti". Il parroco P. Zovko fu torturato a partire dal 16 agosto e poi imprigionato fino alla fine di febbraio del 1983 per il suo sostegno ai "veggenti".
I pellegrinaggi
Col passare del tempo, mentre i responsabili della Chiesa costituivano una commissione di indagine dopo l’altra, e inviavano delegati per fare delle ricerche, molta gente aveva espresso la sua convinzione sulle apparizioni “con i piedi” – come è stato scritto – cioè mettendosi in cammino. E così Medjugorje (al di là della pandemia) è attualmente uno dei luoghi mariani di pellegrinaggio di maggior affluenza al mondo.
Dal 24 giugno 1981, e quindi da 40 anni, si calcola che Maria sia apparsa quotidianamente per oltre 42.000 volte. In alcuni casi, a uno solo dei sei veggenti, in altri ad alcuni o a tutti allo stesso tempo. Il contesto delle apparizioni non è diverso da quello che troviamo in altri luoghi, come a Lourdes, La Salette, Marpingen, Fatima o Banneux. Le apparizioni avvengono cioè in una zona povera, di crisi sociale e a giovani pastori. Inizialmente, non viene loro alcun messaggio: la Madonna rimane in silenzio, appare semplicemente, e poi di nuovo scompare.
Il francescano Jozo Zovko, allora parroco di Medjugorje, chiese ai veggenti se c'erano delle richieste come costruzione di una cappella, preghiere per la pace. No, la "Gospa" non ha detto nulla al riguardo. Invece, essi trasmettono alle migliaia di pellegrini degli inviti molto semplici come : "Aprite il vostro cuore a Dio", "promovete la pace".
Dopo che la commissione d'inchiesta, la più grande fino ad oggi, ebbe presentato il suo rapporto nel 2014 e dopo anche che il delegato personale di Medjugorje, l'arcivescovo Henryk Hoser, nel 2017, ebbe formulato il suo giudizio sul luogo dei pellegrinaggi, ora spetta a papa Francesco pronunciarsi quando e se lo riterrà opportuno.
Per ora, stando alle sue stesse dichiarazioni, egli sembra tendere a riconoscere come autentiche le prime visioni. In ogni caso, con la decisione del 2019 che autorizza i pellegrinaggi, ha compiuto un passo che va oltre la precedente posizione della Chiesa ufficiale su Medjugorje.
"Credo che a Medjugorje – ha detto il Papa – ci sia la grazia. Questo non si può negare. Ci sono persone che si convertono"...
La testimonianza di p. Wallner
Fra le tante testimonianze, ci sembra interessante riportare quella del direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Missio) in Austria, il cistercense del monastero di Heiligenkreuz, p. Karl Wallner, che ha definito Medjugorje un "Hotspot della missione per l'Europa" e un luogo carismatico che va oltre i sacramenti. In un tempo in cui "la fede si è raffreddata, il luogo di pellegrinaggio della Bosnia-Erzegovina con la sua spiritualità slava e mariana aiuta a tornare a credere nell'opera di Dio nel mondo e a orientare a Lui la propria vita", ha affermato il cistercense di Heiligenkreuz in un'intervista all’agenzia austriaca Kathpress.
In una recente intervista concessa nell’approssimarsi del 40° anniversario delle apparizioni, Wallner ha affermato di essersi recato personalmente già una dozzina di volte a Medjugorie. La prima, nel 1988, con un po’ di scetticismo, poco dopo la sua ordinazione sacerdotale, pensando di trovare “la smania del miracolismo e dell’esaltazione”. Invece è stato tutto diverso. Come la maggior parte dei sacerdoti, anch’egli ha dedicato vario tempo ad ascoltare i penitenti nella confessione. “La mia stola – ha affermato – era ogni giorno bagnata dalle lacrime di tanti di cui io spesso ho ascoltato la confessione e che non si confessavano da decenni”. A Medjugorie, – ha aggiunto – le conversioni e il totale ri-orientamento della propria vita a Dio sono all’ordine del giorno.
Ha aggiunto di essere rimasto impressionato “non tanto dalle apparizioni ma soprattutto dall'intensità con cui si celebrano i sacramenti e le normali pratiche cattoliche come l'adorazione eucaristica, la Via Crucis e il Rosario”. Tutto in questo luogo di pellegrinaggio mariano è orientato all'incontro con Cristo. Wallner ha anche aggiunto che Medjugorje è un "luogo dove Dio chiama le persone". Molte delle attuali vocazioni alla vita religiosa e al sacerdozio sono legate a Medjugorie.
L’assenza dei vescovi
Wallner ha dichiarato di ritenere importante che il Vaticano esamini attentamente le apparizioni prima di riconoscerne il carattere soprannaturale. Così facendo, la Chiesa «assicura la “razionalità e la ragionevolezza” dei credenti, affinché non abbiano a credere che vengono da Dio cose che non sono realmente da lui». Ha affermato di essere dispiaciuto per il fatto che ai festival internazionali della gioventù, mentre 30.000 e più giovani non fanno altro che confessarsi, partecipare alla Messa e ricevere la comunione, e che in quelle circostanze concelebrino circa 400 sacerdoti, non c’è invece ombra di vescovo. "Se i pastori non sono dove c'è il gregge – ha detto – vuol dire che qualcosa non va".
Vicini al paradiso
Il padre ha sottolineato di ritenere che "che la Madonna attraverso Medjugorje voglia offrirci un messaggio: un messaggio che differisce significativamente da quelli di altri importanti luoghi di apparizione in Europa: se, per esempio, Lourdes (1858) fu "una specie di dimostrazione dell’esistenza di Dio davanti all’irrompere dell’ateismo e Fatima (1917) un appello alla preghiera in piena prima guerra mondiale per un cambiamento nella politica mondiale, Medjugorje è una risposta “allo sbandamento spirituale e alla dispersione mentale” presenti oggi nella Chiesa per quanto riguarda una vasta gamma di questioni". Da 40 anni la Vergine Maria accompagna spiritualmente i "veggenti", rivolge a tutti costanti inviti alla preghiera, al digiuno e alla lettura della Bibbia e offre la sua "serena, materna e tenera guida spirituale". I pellegrini, in questo luogo di pellegrinaggio mariano si sentono "vicini al cielo" e ricolmi di una pace interiore che in molti casi significa anche un improvviso impegno a rimettere in ordine la propria vita – e per questo vi tornano sempre. Medjugorje soprattutto insegna a tornare a credere di nuovo nell’efficacia della preghiera. Oggi in molte parti della Chiesa, ha deplorato il teologo e sacerdote Wallner, è andato perso il “senso del miracoloso”. Si è diffusa una "eresia di fondo atea", secondo cui la preghiera di intercessione dovrebbe essere solo "una specie di esortazione moralistica per cose politicamente corrette”, anziché un’invocazione a Dio. Con conseguenze drammatiche: "perché si sta diffondendo una frustrazione nel senso che “crediamo di dover gestire noi stessi la Chiesa". Anche la liturgia è spesso solo una "bella festa del benessere che non fa più affidamento sull'intervento di Dio".
Ma è vero il contrario, poiché Dio invita le creature umane a collaborare con la sua opera mediante la preghiera.
In attesa dei futuri sviluppi, rimane comunque vero ciò che ha detto papa Francesco: “Credo che a Medjugorje ci sia la grazia. Questo non si può negare”.
a cura di ANTONIO DALL’OSTO