STOCK KLEMENS, PANGRAZZI ARNALDO
Sotto la guida e la protezione del Padre
2021/6, p. 39
Il costato trafitto dalla lancia, dal quale escono sangue e acqua, diventa un vero e proprio segno di riconoscimento del Signore risorto: un segno a cui egli stesso rimanderà (Gv 20, 20.27). Il discepolo che stava ai piedi della croce di Gesù e che Gesù ha legato a sua madre (19,26-27) è il testimone.

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VOCE DELLO SPIRITO
Sotto la guida
e la protezione del Padre
Il costato trafitto dalla lancia, dal quale escono sangue e acqua, diventa un vero e proprio segno di riconoscimento del Signore risorto: un segno a cui egli stesso rimanderà (Gv 20, 20.27). Il discepolo che stava ai piedi della croce di Gesù e che Gesù ha legato a sua madre (19,26-27) è il testimone. Egli ha visto con i propri occhi che sono state spezzate le gambe ai due altri crocifissi, ma non a Gesù, e che dal costato trafitto di Gesù sono usciti sangue e acqua. Il fatto che a Gesù non vengano spezzate le ossa delle gambe dimostra che egli è sotto la protezione di Dio sino alla fine. Il Padre non ha abbandonato e respinto il Figlio, bensì tiene la propria mano protettrice sul suo capo. Chi vede con fede che Gesù, anche crocifisso e morto, è sotto la guida e la protezione del Padre, guarderà a lui come alla fonte della salvezza. Nell'ultimo e più solenne giorno della festa dei Tabernacoli Gesù aveva gridato sulla piazza del tempio, con voce forte: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva» (7,37-38). […] Gesù che pende dalla croce morto, con la sua grande ferita al costato, non è simbolo della sconfitta, del naufragio e della morte. In lui dobbiamo riconoscere con fede il Figlio che ha condotto a termine in obbedienza il compito affidatogli dal Padre, il Figlio che è rimasto sino alla fine sotto la guida del Padre e che ci ha dato accesso alla vita eterna.
KLEMENS STOCK S.I.
da La Liturgia della Parola
AdP, Roma 2011
Più cuore nelle mani
Aiutami, Signore,
a rinsaldare il contatto con il mio cuore
con i ricordi che ne hanno
accompagnato la crescita,
i distacchi che ne hanno svelato la vulnerabilità,
le passioni che ne hanno manifestato la forza,
i sentimenti che ne hanno attraversato le stagioni.
Fa' che non inaridisca
nel mondo delle idee
che, spesso, rappresentano
una fuga dalla realtà,
né che assolutizzi
il valore dell'azione
svalutando l'importanza delle emozioni.
Fa' che il mio cuore diventi il tabernacolo
della tua presenza,
il tempio
dove accolgo il prossimo,
la scuola che mi educa
a riconoscere ed accogliere i diversi volti dell'umanità ferita
e gli sguardi
che invocano ascolto.
Dammi, Signore, la saggezza del cuore
per attingervi energie benefiche per le relazioni,
mettermi in sintonia
con i bisogni di chi soffre,
versare l'olio
della consolazione
su chi è provato
dalle disgrazie e avversità,
pronunciare parole sagge
nei confronti
di chi è demoralizzato
o esasperato,
per compiere
ciò che è buono e giusto dinanzi a Te.
Amen
p. ARNALDO PANGRAZZI, M.I.