Libertà, discernimento e integrazione
2021/5, p. 46
Percassi, sacerdote e psicologo, missionario comboniano, intende proporre percorsi di sviluppo umano che rispettino e facciano interagire ad ogni passo del processo evolutivo la prospettiva teologica e psicologica, corpo e psiche, ragione e spirito, istinto e apertura alla grazia.
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NOVITÀ LIBRARIA
Libertà, discernimento
e integrazione
Percassi, sacerdote e psicologo, è missionario comboniano in Benin e a Cotonou è formatore nel Noviziato internazionale per l'Africa francofona della sua congregazione. Ha studiato Filosofia allo Studio Teologico Fiorentino, Teologia biblica del Nuovo Testamento alla Catholic Theological Union di Chicago e Psicologia alla Pontificia Università Gregoriana. Con il suo libro, frutto di riflessione e di esperienza diretta, intende proporre percorsi di sviluppo umano che rispettino e facciano interagire ad ogni passo del processo evolutivo la prospettiva teologica e psicologica, corpo e psiche, ragione e spirito, istinto e apertura alla grazia. In tutto questo è in gioco la libertà come iniziativa e impegno personale, di cui ognuno è autore e che ciascuno imparerà giorno per giorno, in un processo di formazione permanente.
Il libro si rivolge innanzitutto agli educatori e a coloro che in qualche modo hanno il delicato compito di formare altri alla libertà responsabile. Può essere utile anche a chiunque desideri conoscersi meglio, lavorare sul proprio vissuto emotivo e giungere a una maggiore libertà interiore.
Passi per l’integrazione
Ognuno dei 23 capitoli termina con l'identico paragrafo: Passi per l'integrazione. Integrazione come modo di dire e fare «sintesi», espressione della volontà di metter tra loro in dialogo, «sviluppo umano e crescita nella fede, forza che viene dall'alto e controforza che agisce nelle profondità della psiche, limiti e aspirazioni, luce e oscurità, passato e presente, conscio e inconscio». Molto concreti e realisti i punti che vengono proposti perché l'integrazione sia per la vita e nella vita, e non lasci fuori niente di quanto appartiene all’umano. «Integrare è operazione complessa, vuol dire tutta una pluralità di operazioni che hanno a che vedere con il (r)accogliere, completare, ispirare (o ispirarsi a), dare un senso, valorizzare, interpretare, riconciliare (o riconciliarsi con), connettere, includere, comprendere, riempire, riconoscere… Insomma, non è solo psicologia, è anche teologia e spiritualità». Per questo l'A. chiama in causa concetti o realtà che a qualcuno potrebbero sembrare superati, non più così familiari, e che di fatto rischiano spesso di restare fuori o di risultare quasi insignificanti per quella sintesi esistenziale-personale, come i comandamenti, le virtù teologali e cardinali, i vizi capitali, le modalità di ricezione, elaborazione e trasmissione delle informazioni. Sono prese in considerazione anche le fasi evolutive di Erikson e la teoria dell'inconscio di Freud.
Visione antropologica
e criteri di percorso
Il percorso che struttura la proposta formativa intende offrire dei criteri per riconoscere «l'azione sinergetica delle forze vitali umane della persona e delle virtù cristiane, come pure la possibile connessione che può crearsi tra il polo negativo della dialettica di base che trattiene la persona nell'orizzonte dell'auto-gratificazione e i vizi così come essi sono riconosciuti nella tradizione spirituale cristiana». È proposta una gradualità di itinerario verso la scoperta di quelle risorse interiori che abitano il cuore di ciascuno di noi e che possono sostenerci, insieme alla grazia, nel cammino verso la libertà. Prima però di considerare tutti i possibili mezzi che potrebbero essere adottati nello sforzo di formare la propria persona o di contribuire alla formazione di altri, viene esplicitata, a grandi linee, la visione antropologica che, tenendo conto sia dei dati delle scienze umane sia di quelli della rivelazione cristiana, rende ragione non solo dei mezzi adottati per formare alla libertà, ma anche della finalità di ogni cammino formativo e dei motivi per cui tale finalità corrisponderebbe all'identità più profonda e al bene più vero della persona coinvolta. La visione antropologica di riferimento considera innanzitutto l'essere umano come una persona capace di autodeterminazione, di autonomia e quindi fondamentalmente di libertà. Essa tuttavia, considera anche il fatto che questa stessa persona, sebbene libera, è condizionata da vari fattori nel mettere in atto la propria libertà e nel perseguire la propria crescita e realizzazione.
Esigenza di Verità
garanzia di libertà
A conclusione del libro, l’A. propone uno schema riassuntivo di come le forze e controforze che operano nel cuore della persona e nelle sue scelte di ogni giorno possono interagire e sostenersi oppure ostacolarsi a vicenda, anche in riferimento ai valori strumentali di castità, povertà e obbedienza. Per un cristiano l’orizzonte ultimo dei valori assume il volto di una persona, Gesù Cristo. «Ogni sforzo umano di auto-perfezionamento rischia di essere una pura illusione se non nasce e non dipende da un sincero desiderio di comunione con la persona di Cristo. Tutto ciò che è umano e ragionevole nello sviluppo della persona è anche in un certo senso divino e spirituale. Tutto ciò che è esigenza di Verità per la mente e il cuore diventa anche garanzia di libertà per la persona che vuole vivere pienamente e pienamente amare».
ANNA MARIA GELLINI