Giudici Giovanni
La preghiera con chi è in dissenso con la comunità cristiana
2021/5, p. 12
La varietà delle opinioni è una delle caratteristiche della modernità che viviamo. È molto varia per ciascuno di noi la possibilità di sviluppare delle sintesi personali a proposito di che cosa è ritenuto più importante. Ciascuno di noi, nella società attraversata da messaggi e disponibile a molte e differenti ‘autorità’, è in grado di fare le scelte che preferisce. Nel mondo attraversato da continui messaggi, ciascuno di noi si forma il proprio parere, dà le proprie valutazioni.

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La preghiera con chi è in dissenso
con la comunità cristiana
La varietà delle opinioni è una delle caratteristiche della modernità che viviamo. È molto varia per ciascuno di noi la possibilità di sviluppare delle sintesi personali a proposito di che cosa è ritenuto più importante. Ciascuno di noi, nella società attraversata da messaggi e disponibile a molte e differenti ‘autorità’, è in grado di fare le scelte che preferisce. Nel mondo attraversato da continui messaggi, ciascuno di noi si forma il proprio parere, dà le proprie valutazioni.
Esse dunque risultano alle volte assai diverse tra loro, perché chi sceglie ha già un orientamento rispetto alla notizia che lo raggiunge. Vi è anche la forte influenza di carta stampata e mezzi di comunicazione dei tipi più vari. Anche nel caso delle notizie, vi sono racconti e giudizi comunicati o fatti conoscere perché nel lettore si ingeneri quella opinione che sembra opportuna al mezzo di comunicazione, o ai suoi proprietari.
Si formano in tal modo nella nostra società gruppi nei quali vi è un pensiero comune a tutti i partecipanti, con valutazioni che sono omogenee tra gli appartenenti a quel gruppo, o a quelli che fanno riferimento al medesimo giornale, o al medesimo mezzo di comunicazione.
I pareri differenti e contrastanti sono scelte oggi più facilmente possibili anche nella comunità cristiana. Tra gli appartenenti alla Chiesa vi sono talvolta gruppi di opinione nei quali si valuta variamente la dottrina, e si diversificano in particolare i giudizi su taluni temi detti ‘sensibili’ perché riguardano immediatamente la vita.
Con la stessa libertà di opinione, si giudicano anche le persone che vivono responsabilità significative nella vita della Chiesa. Vengono coltivate e magari condivise valutazioni precise e critiche che, con una certa animosità, valutano il Papa, il proprio vescovo, o talune proposte della Chiesa riguardanti determinate scelte pratiche che vengono richiamate da chi legittimamente tiene il ministero della autorità.
Eppure tutti coloro che appartengono alla comunità cristiana sono stati battezzati nella morte e resurrezione del Signore e hanno ricevuto ‘senza misura’ il suo Spirito. Dunque vi è una precisa forza di comunione, che consente di vivere con responsabilità la propria appartenenza alla Chiesa.
Dalla certezza della presenza dello Spirito del Signore in ciascun credente, siamo dunque incoraggiati a chiedere nella preghiera di saper incontrare l’altro membro della comunità e di poterlo ascoltare senza pregiudizi. Per far questo abbiamo a nostra disposizione dei doni specifici, che derivano dal legame del battesimo e dalla celebrazione dell’Eucarestia. Pensiamo in particolare che possiamo chiedere uno spirito di ascolto di ciò che il fratello o la sorella hanno da dire, e una capacità di confronto con l’altro.
Non si tratta infatti di contrapporre parere a parere, ma di avere quel pregiudizio positivo, o forse semplicemente quella maggiore attenzione, alle ragioni che portano l’altro ad assumere un pensiero che non coincide con il nostro, o con quello che la comunità cristiana professa.
Nel Vangelo troviamo un esempio che ci può aiutare a comprendere come vivere in comunione e come pregare con le persone o i gruppi che hanno posizioni critiche riguardo alla comunità cristiana. Come coltivare la comunione così da mantenere vivo un forte desiderio di comunione.
Per meglio comprendere la situazione dei diversi pareri e dei gruppi che non si ritrovano nella dottrina o nelle scelte della comunità cristiana, può essere utile riflettere sul brano del Vangelo di Luca 24,13-35, nel quale l’evangelista ci presenta, con vivacità e con simpatia colorata da umorismo, la vicenda dei due discepoli che hanno abbandonato la comunità di Gerusalemme, sconcertati e delusi.
Essi si sentono confusi, come affermano descrivendo il loro stato d’animo, e non sono per nulla convinti delle notizie frammentarie che hanno acquisito quella mattina dalle loro sorelle e dai loro fratelli. Vivono la situazione con manifesta incertezza e disagio. Nelle stesse ore, nella comunità apostolica di Gerusalemme vi è gioia per le varie testimonianze della resurrezione che si sono aggiunte durante la mattinata. E così gli apostoli riuniti sono in grado di accogliere i due tornati da Emmaus, con la gioiosa affermazione: «Davvero il Signore è risorto, ed è apparso a Simone!»
I due pellegrini a loro volta narrano ciò che era accaduto loro per via e come, una volta riconosciuto il Signore allo spezzare del pane, avevano compreso perché era riuscita tanto vivace la catechesi biblica proposta dallo Sconosciuto che camminava con loro.
Il riferimento al Crocefisso risorto è per noi talmente forte e così pervasivo nella vita del cristiano, che ogni opinione o giudizio che possa causare divisione tra i credenti, non riesce a coinvolgerci, è meno ricca di conseguenze positive, in definitiva è meno attraente.
In questo tempo di Chiesa la preghiera del cristiano deve chiedere sempre la capacità di confronto all’interno della comunità. Certamente il coraggio di perseguire ciò che a noi sembra giusto, è importante, perché può introdurre nella comunità prospettive nuove, costruite proprio da nuovi sguardi sulla realtà, e da una attenzione maggiore agli avvenimenti, come pure da una più attenta lettura della Parola.
Riconoscere che la vita di comunione nella comunità ecclesiale è parte determinante della nostra identità è importante; e il bello è che abbiamo precisamente il dono dello Spirito per vivere il cammino comune verso il Signore. Il punto di partenza è sempre la richiesta, formulata coraggiosamente nella preghiera, che ci sia dato il coraggio di ricercare, con umiltà e onestà, di comprendere come la Parola di Dio illumini la storia che viviamo, perché possiamo comprendere la volontà di Dio.
La fedeltà alla Parola ci viene richiesta nonostante situazioni che, pur vivendole, non comprendiamo del tutto. È opportuno pregare perché la Chiesa non abbia paura di pareri diversi. In realtà vi è una ricchezza nel confronto e nel dialogo. È comprensibile che non tutti sappiano accettare la considerazione che vi possono essere differenze nella comunità cristiana; l’immagine di una Chiesa che viva del tutto compatta a proposito di determinate verità o comportamenti, affascina, forse perché così l’abbiamo sempre conosciuta.
Chiediamo che sia in tutti viva la consapevolezza che Dio veglia sulla sua Chiesa; la fiducia che siamo nelle sue mani, ovviamente facendo presente tutto quello che a noi sembra giusto affermare, può donarci coraggio e tenacia.
GIOVANNI GIUDICI