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«Il dono della fedeltà e la gioia della perseveranza»: è il titolo dell’ultimo documento della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica pubblicato ormai più di un anno fa dalla Libreria editrice vaticana e presentato online
il 10 dicembre scorso.
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La vita consacrata privilegia da sempre la confessione individuale. La pandemia ha suggerito ai pastori di ricorrere alla terza forma del rito. Una novità su cui è bene
riflettere.
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Una bellissima sfera di blu screziato che ruota nel vasto fondo nero dello spazio:
così appare la terra fotografata dalla luna. È una realtà straordinaria che non ha
paragoni, almeno nel raggio di qualche migliaia (o milioni) di anni luce: è un brulichio di vita, di varia grandezza, dai minuscoli microrganismi alle enormi balene azzurre, compresi gli esseri umani, realtà che la scienza chiama biosfera e papa Francesco chiama comunità del creato.
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In un mondo dove la confusione delle lingue e il moltiplicarsi delle antenne
replicano lo scenario già visto a Babele, è la misericordia a farci allargare il braccio,
per spargere con esso semi di speranza.
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La trasformazione digitale indubbiamente ha interessato tutti i settori economici, ma
anche la nostra vita privata, a causa della necessità di offrire e/o utilizzare servizi sempre più integrati e connessi.Di conseguenza ogni organizzazione ha la probabilità di subire un attacco ai propri sistemi informatici.
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Il card. Philippe Barbarin, di ritorno da un viaggio di alcuni mesi in Terra Santa,
dove ha potuto visitare un notevole numero di comunità di vita consacrata,
descrive le impressioni che ha avuto.
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A un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19, le Superiore Generali e i Superiori Generali di famiglie religiose al servizio delle persone più fragili, rendono grazie
a Dio per la generosità con cui tanti loro membri hanno donato impegno, energie e persino la loro vita per curare quanti sono stati colpiti dall’insidioso virus.
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Come ha affermato il nunzio apostolico di Damasco, mons. Mario Zenari,
la Siria è stata abbandonata sul ciglio della strada dopo essere stata malmenata
e derubata da vari ladroni. Similmente a quanto descritto nella parabola evangelica,
attende ora il Buon Samaritano che si chini sulle sue ferite.
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Le varie fasi attraverso cui si è svolta la preparazione. Le aree esplorate nella situazione attuale e le prospettive di futuro. La partecipazione allargata, le difficoltà incontrate, gli interrogativi, emersi, le proposte e l’intralcio della pandemia. Il tutto confluito nell’Instrumentum laboris.
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La varietà delle opinioni è una delle caratteristiche della modernità che viviamo. È molto varia per ciascuno di noi la possibilità di sviluppare delle sintesi personali a
proposito di che cosa è ritenuto più importante. Ciascuno di noi, nella società attraversata da messaggi e disponibile a molte e differenti ‘autorità’, è in grado di fare le scelte che preferisce. Nel mondo attraversato da continui messaggi, ciascuno di noi si forma il proprio parere, dà le proprie valutazioni.
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Ciò che è urgente e salutare è uscire dall’identificazione della forma conosciuta
e tramandata per secoli non prima di tutto in termini di osservanza, ma di atteggiamento psico-spirituale.
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La beata Vergine cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore. Per questo
è diventata per noi madre nell’ordine della grazia. Ma uno solo è il nostro mediatore.
La sua funzione materna verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce
questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia.
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La vita monastica e la vita consacrata hanno ricevuto molto negli scorsi decenni dall’esperienza e dalle attività della comunità di Bose. Nell’attuale tensione, purtroppo ancora non risolta, è bene ricordare un dovere di restituzione. Senza svalutazioni improprie («sono come tutti»), senza personalismi schierati, senza dipendenze mediali o pretese assolute («vogliamo sapere tutto») e senza un distacco scettico («non mi riguarda») i consacrati sono chiamati alla preghiera, alla riconoscenza e alla comprensione. Tutte le famiglie religiose hanno vissuto
momenti difficili nella propria storia.
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Il volume riporta a disposizione di tutti, credenti e non credenti, una testimonianza diretta che, nel suo essere pienamente figlia di un’epoca e di una situazione, riesce a mantenere una forza e un’attualità di grande valore.
2021/5, p. 23
C’è una conversione necessaria che dobbiamo compiere per uscire da schemi del passato che ancora, a quasi sessant’anni dal Vaticano II, continuano a condizionare
la nostra lettura delle Scritture e il nostro atteggiamento nei confronti di Israele.
2021/5, p. 26
È il momento di saper guardare e guardarci con occhi nuovi, trovandoci nella situazione di non accorgerci della distanza tra ciò che diciamo da ciò che facciamo,
e dunque non più capaci di saper sorridere delle proprie ipocrisie.
Ma la vita religiosa, in questo momento, ne ha la capacità?
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Colpito da un ictus, p. Ferrrari racconta l’esperienza che ha vissuto con le sue implicazioni fisiche e spirituali, gli interrogativi e i messaggi che questo avvenimento gli ha trasmesso. È stato un tempo di sofferenza e insieme di grazia, per cui, scrive, è vero che «non tutto il male viene per nuocere».
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La gioia spontanea produce molteplici benefici, promuove il benessere,
favorisce la comunicazione, agevola le amicizie, sostiene l’ottimismo, accende la creatività, dimostra gratitudine. La vita senza allegria è una lampada senza olio.
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PAPA FRANCESCO: la forza della preghiera
VATICANO - ISLAM: Messaggio per il Ramadan: cristiani e musulmani testimoni
di speranza
PAKISTAN: Il governo premia la suora cattolica “madre dei dimenticati”
2021/5, p. 37
La Chiesa degli inizi non è fatta dai «vecchi combattenti» dell’avventura di Gesù, e non è neanche una riunione di persone in cui ciascuna ha ricevuto l’effusione dello Spirito Santo e che decidono di «fare Chiesa» insieme. Lo Spirito riempie «tutta la
casa» e ciascuno partecipa di questa pienezza (At 2,2-4).
2021/5, p. 38
In che modo la pandemia interpella la vita consacrata, come tutta la Chiesa
e tutta la società? I consacrati in quanto tali, ma anche come cittadini e membri
della Chiesa, non possono non porsi questa domanda: che cosa ci sta dicendo
il Signore attraverso di essa?
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Percassi, sacerdote e psicologo, missionario comboniano, intende proporre percorsi di sviluppo umano che rispettino e facciano interagire ad ogni passo del processo evolutivo la prospettiva teologica e psicologica, corpo e psiche, ragione e spirito, istinto e apertura alla grazia.
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Svidercoschi, giornalista dal 1959, sessant’anni fa, giovanissimo, venne inviato
dall’agenzia Ansa in Vaticano. Da allora ha seguito il cammino della Chiesa nel passaggio di millennio.
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Dall'immagine alla somiglianza
Il bandolo della matassa
Parole al capolinea