Gellini Anna Maria
Con grazia e coraggio
2021/4, p. 46
Nato in tempo di Covid dalla grande sensibilità della giornalista Iacovella, il libro spalanca al lettore quattro straordinari percorsi di vita: donne che «in mondi sterili hanno portato fecondità creativa e hanno imparato a individuare, spesso a caro prezzo, uomini illuminati con cui realizzare il capolavoro della loro esistenza».

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NOVITÀ LIBRARIA
Con grazia e coraggio
Nato in tempo di Covid dalla grande sensibilità della giornalista Iacovella, il libro spalanca al lettore quattro straordinari percorsi di vita: donne che «in mondi sterili hanno portato fecondità creativa e hanno imparato a individuare, spesso a caro prezzo, uomini illuminati con cui realizzare il capolavoro della loro esistenza». Differenti di età, dai 40 ai 70 anni, cresciute in famiglie molto diverse fra loro, sono state capaci di vedere le proprie fragilità, di elaborare i fallimenti, di camminare su strade accidentate, di maturare quanto appreso da chi le ha amate fin dai primi anni di vita, educate alla pazienza, incoraggiate alla tenacia. Donne «generose, accomunate tra loro da grazia e coraggio», con talenti e predisposizioni originali. Inedito l’accostamento di ognuna a una specie diversa di albero.
Judi Aubel
«Una magnolia alta, dalla chioma capace di offrire un'ombra ampia e rigenerante… Il suo abbraccio è largo dieci metri. È un albero forte …», come forte è la vita di Judi, amata fin da bambina da nonna “Lippi” e dallo zio Ray, mentre la mamma, dopo il parto della sorellina, è costretta a vivere per mesi in un polmone d’acciaio. Affascinata dalla vita di ricercatrice della nonna, Judi impara da lei la passione per lo studio e una grande curiosità per le vite degli altri. Pure lo zio, che sa dipingere, sa tante lingue, ha viaggiato molto «con una grande sensibilità verso le persone e i Paesi meno fortunati», convince Judi a studiare con tenacia e a non arrendersi mai. L’antropologia diventa per Judi «il respiro della sua vita, la direzione del suo sguardo». Impara dalla vita stessa che «si può essere vulnerabili senza essere vittime e scopre una sua forza interiore che non conosceva»; anche il cancro le «si rivela un maestro severo ma prezioso». Judi viaggia in diversi paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina; matura accanto a un antropologo afroamericano, creando un metodo di lavoro basato sulla leadership delle nonne per generare cambiamenti nei programmi sanitari e culturali per donne e bambini.
Luciana Delle Donne
«Un ulivo capace di crescere anche con poca acqua, fra i sassi. Una pianta caparbia e forte, nodosa, imponente, sinuosa… Un albero pieno di frutti, capace di nutrire chi vi si accosta». Così è Luciana, che da sua madre, rimasta presto vedova con cinque figli, «ha ricevuto in dote una tenacia solare, capace di adattarsi e non cedere mai allo sconforto». Luciana matura una grande sensibilità nel percepire i bisogni profondi delle persone. Con energia, intelligenza e creatività, si trasferisce a Milano, dove raggiunge l’apice di una carriera di successo nel settore bancario ma dove sperimenta anche la solitudine, la vulnerabilità, fino al lutto di una maternità negata. Ma non si arrende. Lascia tutto per tornare a Lecce, la sua città natale. Colpita da un reportage sulla vita delle donne e delle madri in carcere, Luciana fonda nel 2006, nel carcere di Lecce, “Made in carcere”, un progetto che rigeneri sia le persone che l'ambiente: insegna a fare borse, braccialetti, shopper … fino a confezionare mascherine antivirus dal febbraio 2020. «…Le ultime, le dimenticate, con le loro mani creano cura, protezione, conforto» e sperimentano che c’è sempre la possibilità di rinascere, di ricostruire la vita con consapevolezza e dignità.
Paola Guerra
Negli Stati Uniti, a Kalaloch, esiste un enorme abete rosso, sospeso in bilico nel mezzo di una cavità del terreno. È chiamato «Albero della vita» o anche «della resilienza». Paola fin da bambina vive in mezzo a tante difficoltà, prima delle quali la balbuzie, motivo di continue umiliazioni da parte di una zia che la identifica con «un asino che raglia». Invece zia Stella la incoraggia, la sostiene, riconoscendole tutte le potenzialità. Paola scrive di sé: «La vita mi ha travolto come la corrente del fiume travolge tutto ciò che si adagia nel suo letto. Ma in questo travolgere modella, orienta, accompagna verso il mare. Conosco l'emergenza perché l'ho vissuta, osservata, studiata, contrastata, attraversata. Ho dedicato la mia vita a costruire sicurezza, gestire rischi ed emergenze...». Dopo il terremoto dell’Aquila, nel 2009, Paola vive la dimensione umana della gestione dell’emergenza: nasce così la “Scuola internazionale Etica e Sicurezza Milano-L ’Aquila”, sostenuta dalla convinzione che «da sole le procedure tecniche non sono sufficienti a mettere in sicurezza luoghi e persone, bisogna recuperarne l’aspetto umano».
Lucia Luzietti
Come «un melo dal tronco minuto ma stabile, generoso di frutti», Lucia, sin da bambina, ha un corpo minuto ma forte, perseverante oltre ogni fatica. Dalla nonna cieca, eredita la tenacia, l’intuito creativo, «l'arte di levarsi in volo, di guardare le cose dall'alto», e l’arte dell’ascolto, strumento prezioso che Lucia affina anche imparando a suonare il violino. Si laurea in ingegneria dell’ambiente e del territorio. Nel 2017 è chiamata a capo di un team internazionale che interviene sulle emergenze mediante rilevazioni satellitari. Per tutti, diventa “la signora dei satelliti”: è la capitana dell'equipaggio che fornisce le mappe ai Vigili del fuoco nell'estate in cui l'Italia brucia. È a lei che chiedono di poter guardare dall'alto gli effetti devastanti del terremoto di Haiti in modo da organizzare gli aiuti…
ANNA MARIA GELLINI