Dall'Osto Antonio
Cosa è avvenuto da allora?
2021/4, p. 36
Un anno fa, papa Francesco ha pubblicato l’Esortazione apostolica “Querida Amazonia” post-sinodale sul Sinodo dell’Amazzonia. Cos’è rimasto di quel documento? Rispondono in un’intervista a Radio Vaticana padre Michael Heinz dell’Opera di Aiuto dell’America latina Adveniat e Pirmin Spiegel della Organizzazione Episcopale di Assistenza Misereor.

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AD UN ANNO DA "QUERIDA AMAZONIA"
Cosa è avvenuto da allora?
Un anno fa, papa Francesco ha pubblicato l’Esortazione apostolica “Querida Amazonia” post-sinodale sul Sinodo dell'Amazzonia. Cos'è rimasto di quel documento? Rispondono in un’intervista a Radio Vaticana padre Michael Heinz dell’Opera di Aiuto dell’America latina Adveniat e Pirmin Spiegel della Organizzazione Episcopale di Assistenza Misereor.
Radio Vaticana: Qual è il contributo rimasto di "Querida Amazonia" per la Chiesa, cosa si è sviluppato da allora?
Padre Michael Heinz SVD (direttore generale dell’organizzazione umanitaria della Chiesa tedesca Adveniat): «Penso che "Querida Amazonia" si ponga sulla linea del Papa, che sottolinea continuamente di portare la periferia al centro. E non è solo questo che emerge nel documento, ma questa è anche l'esperienza che stiamo vivendo ora con lui e come Chiesa universale. E sento ancora risuonare in me l’eco delle esperienze sinodali del Sinodo, l'esperienza dell'ascolto, dell'essere sempre per gli altri e del camminare insieme. E, inoltre , ciò che rimane è ovviamente la conferenza ecclesiale dell’Amazzonia CEAMA (Conferencia Eclesial de la Amazonía), e il passo successivo, l'assemblea della Chiesa in Messico nel novembre di quest'anno, in cui il tema di Querida Amazonia e Laudato si’ sarà esteso a tutto il continente latinoamericano».
Pirmin Spiegel (Direttore Generale e Presidente del Consiglio della organizzazione episcopale di aiuto, Misereor): «Aggiungo qualcosa volentieri. Vorrei sottolineare che la ristrutturazione del CELAM si muove secondo la logica di "Querida Amazonia", vale a dire in base al rafforzamento della sinodalità delle Chiese locali. La Chiesa dell'America Latina e dei Caraibi sta intraprendendo un cammino sinodale, secondo cui tutti sono missionarie e missionari – cioè secondo la teologia del Popolo di Dio del Concilio Vaticano II e di Aparecida: il CELAM promana dai quattro sogni pastorali, che sono quelli sociale, ecologico, sogno culturale ed ecclesiale. È molto importante che la domanda di partenza del riorientamento pastorale sia sempre focalizzata sui crocifissi di oggi. Ciò diventa molto chiaro nella ristrutturazione del CELAM, ovvero l'opzione di stare dalla parte dei poveri e dei vulnerabili.
Per noi di Misereor e Adveniat è anche importante che ci sia un intreccio con altre organizzazioni, ovvero un rafforzamento della società civile per rimanere in armonia con le domande scottanti del tempo. Da qui deriva un chiaro orientamento verso gli attuali segni dei tempi, ossia di sintonizzarci con la crisi ecologica, la questione migratoria, la tutela delle popolazioni indigene e il rafforzamento delle tradizioni culturali: qui troviamo una forte impronta del sinodo e di "Querida Amazonia".
Radio Vaticana: un altro tema importante molto sottolineato al Sinodo è il ruolo delle donne nelle comunità amazzoniche. Molte comunità sono mantenute in vita solo grazie al lavoro delle donne del luogo. Ora papa Francesco ha recentemente aperto il servizio del lettorato e accolitato alle donne in forma istituita. È anche questo un frutto del Sinodo?
Heinz: «Sicuramente questi sviluppi sono frutto del Sinodo. Ricordo molto bene che questo è stato proposto da alcuni partecipanti al Sinodo, ossia di consolidare le strutture. Ricordo bene anche che il Papa ha incontrato oltre quaranta donne, per lo più indigene. Mi risuona ancora nell’orecchio il suo discorso di chiusura, dove ha detto, per quanto riguarda il tema delle donne e il loro ruolo nella Chiesa, la palla, per così dire, è dalla mia parte, ora tocca a me fare qualcosa. Ed è quello che ha fatto, non solo aprendo alle donne il lettorato e l’accolitato, ma anche con le recenti nomine in Vaticano, dove sono sempre più le donne che partecipano a determinati ruoli. Penso che qui egli sia in buona posizione, e quindi ci incoraggia a continuare ad aprire ulteriormente le porte alle donne nella Chiesa».
Spiegel: «Nel documento sinodale, tradotto anche in tedesco da Adveniat e Misereor, si dice al numero 102 che papa Francesco si sente stimolato ad esplorare “Ministeria quaedam” di Paolo VI in modo da poter percepire le posizioni da prendere circa i servizi femminili del lettorato e accolitato. Era molto chiaro e ora è successo.
Inoltre, il Sinodo ha chiesto che venga introdotto e riconosciuto istituzionalmente un ministero di leader della comunità e nel 103 – che non c’è più in "Querida Amazonia" – dove si richiedevano un gran numero di consultazioni per stabilire il diaconato permanente per la donna. Per questo l'argomento è stato molto presente nel Sinodo. Pertanto, non solo noi due, ma molti partecipanti al Sinodo avevano sperato che il problema del diaconato delle donne, anche nel documento “Querida Amazonia”, trovasse una legittimazione del lavoro svolto dalle donne in Amazzonia. È vero che sono stati istituiti gruppi che si incontreranno di nuovo, a breve, in marzo per portare avanti questa idea, ma sia Michael Heinz come anch’io, insieme a molti altri, la consideriamo un'urgenza. Questo anche in vista del fatto che nel Cammino Sinodale in Germania, possa essere affrontato l'esercizio del potere e la struttura ecclesiale di base. E cerchiamo, umilmente, nella speranza, ma anche con le esperienze che abbiamo avuto entrambi in America Latina e nella regione amazzonica, di farle valere a partire dalla prassi e che queste siano poi anche istituzionalmente garantite.
Radio Vaticana: Quindi un ruolo praticamente pionieristico ed esemplare della regione amazzonica con e per la chiesa universale...
Spiegel: «Sì, esattamente, c'è stata una vivace discussione nell'aula sinodale su quanta diversità sia possibile nell'unità – e non nell'uniformità. Rimarremo fermi su questa domanda. Michael Heinz ha detto molto bene, questo incontro a novembre in Messico è già un’introduzione al Sinodo generale dei vescovi nel 2022, dove la sinodalità sarà il tema principale. E anche questo problema che noi qui discutiamo sarà molto presente».
Radio Vaticana: “Querida Amazonia” è stata letta con attenzione anche al di fuori dell'Amazzonia. Ma in Europa è stata considerata spesso in modo selettivo, con la parola chiave celibato. Si è riusciti a leggere in maniera più ampia questa lettera papale originale nei nostri paesi europei?
Heinz: «Penso di sì, c'è molto interesse. Un interesse non solo per il modo un po' poetico in cui il Papa ha scritto, molto diverso dalle precedenti lettere, se si confrontano. Ciò ha suscitato molto interesse e curiosità, tanto che molti gruppi e numerose persone hanno preso in mano veramente il documento e lo hanno letto. Questa è una cosa. E l'altra è che il contenuto della lettera è del tutto in linea con ciò che interessa qui in Germania e in Europa ed è per noi importante. È il tema dell'ecologia integrale, della nostra casa comune. Non possiamo chiudere gli occhi a questo riguardo. Anche per noi nella Chiesa, il percorso sinodale, comune, che non è solo qualcosa che riguarda la Chiesa tedesca, ma è anche una grande preoccupazione del Papa che tutti noi, come cristiani, ci disponiamo, per così dire, in modo più sinodale. Quindi non solo camminare e muoverci insieme, ma come Francesco ci ha sempre ricordato, noi siamo legati gli uni gli altri.
Tutto è interconnesso. Questo era per così dire anche lo slogan del Sinodo, e lo si sente e si legge anche in “Querida Amazonia”. E penso che ciò sia molto importante per noi, e lo stiamo anche notando ora nella crisi della pandemia del coronavirus. Non possiamo più vivere da soli e in isolamento. Quello che facciamo qui ha un impatto sulle persone dell'America Latina e viceversa. Tutto è collegato. Penso che questa sia una cosa importante che noi avvertiamo in Germania».
Spiegel: «Sì, siamo davvero molto in linea. A mio avviso però nell’insieme ci sono luci e ombre. Le ombre sono dovute al fatto che la ricezione di "Querida Amazonia" è stata considerata nel suo insieme in maniera piuttosto marginale. Ma ci sono anche punti molto incoraggianti che Michael Heinz, tra gli altri, ha appena menzionato. Oltre al Dicastero a Roma per lo Sviluppo integrale, molto ben recepito dal documento, ci sono anche le opere del CIDSE, che fanno propri i temi di "Querida Amazonia", Adveniat, Misereor, e gli ordini religiosi ... E, cosa per me molto importante, è che è stata costituita una rete per l'ecologia integrale intorno all'equatore in tutto il mondo. Ad essa partecipano REPAM per l'Amazzonia, REBAC per il bacino del Congo, RAOEN per l’Asia e Oceania e REEMAN per l'America centrale. Ciò vuol dire, come si possono proteggere le eco-zone, i territori essenziali per la casa comune come ha già detto Michael Heinz? In risposta a ciò, questa rete è stata fondata per promuovere questi problemi con poca burocrazia, ma con molta passione e compassione.
Come ha dichiarato l'ex direttore dell'Istituto di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico, John Schellnhuber, che ha partecipato anche al Sinodo: proteggere le foreste pluviali per proteggere il mondo. Se non proteggiamo le foreste pluviali, quando l'Amazzonia finirà, terminerà anche l'uomo sul pianeta. E unire questo grido ecologico e quello sociale è una grande ispirazione anche per la politica. Non direi che si possa tracciare un filo diretto tra "Querida Amazonia" e il Sinodo, ma questo tema è molto presente nei partiti, nella società civile, perché riteniamo che il problema del clima e la questione della giustizia siano questioni molto urgenti che dobbiamo affrontare. A questo proposito, direi che c'è stata una recezione, - ma che vorremmo vedere ancora maggiormente - e continueremo a lavorare su questo con i nostri partner.
Radio Vaticana: Ci vuol spiegare come affronterete la questione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi?
Heinz: «Sicuramente grazie al sostegno delle Chiese locali. Al momento stanno avvenendo molte cose in America Latina che noi in Germania e in Europa non notiamo tanto perché al momento siamo molto impegnati con il coronavirus. Ci sono delle cose per quanto riguarda la preparazione o la celebrazione del Sinodo, che vogliamo assolutamente sostenere nei mesi e negli anni a venire. E d'altra parte, noi di Adveniat e Misereor facciamo anche parte del network ecclesiale amazzonico REPAM. Diciamo sempre la otra selva, cioè l'altra giungla. Cerchiamo cioè di portare queste esperienze nelle Chiese locali tedesche ed europee e anche di fare rete e connettere le persone tra loro. Tutto è collegato».
Spiegel: «Sarebbe interessante chiedersi cosa sarebbe accaduto se non avessimo avuto la pandemia di coronavirus. Ciò ha avuto enormi conseguenze per i processi di traduzione di "Querida Amazonia". Si era pensato a un progetto di attuazione e pianificazione del Sinodo e di Querida Amazonia, sia in Amazzonia sia in tutte le regioni equatoriali del mondo. Ma non è stata tanto l'attuazione dell'attività ad aver avuto luogo, quanto piuttosto il processo strategico della creazione del CEAMA, (Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia) dove si è investito di più. Cosa sarebbe stato se...? Ma questa domanda non si pone perché attualmente viviamo nella situazione che è anche la nostra. Come ha appena detto padre Michael Heinz, vogliamo unire "Querida Amazonia" con "Fratelli tutti", ossia una Chiesa samaritana in movimento.
In "Fratelli tutti" la fratellanza globale e l'amicizia sociale sono sottolineate molto fortemente – e non si possono separare – nella prospettiva di chi è aggredito, crocifisso e vulnerabile. Quindi una Chiesa samaritana in movimento. Vogliamo sentirci sempre più coinvolti nella Chiesa e nella società tedesca, in quanto Adveniat e Misereor, come opere ecclesiali, nella prospettiva di coloro che sono aggrediti. E cerchiamo con la Chiesa europea, con il vescovo lussemburghese Hollerich della COMECE, di fare sempre di questi problemi di un'ecologia integrale e di una Chiesa samaritana un tema. Penso che noi, anche se altri discutono di sostenibilità, di SDG (sviluppo sostenibile) e di obiettivi riguardanti l’accordo di Parigi sul clima, offriamo sempre il contributo sostanziale della Chiesa attraverso "Laudato si’" e "Querida Amazonia" e con l'intensa attenzione su di essi al Sinodo. Per noi soffia un forte vento favorevole proprio in una situazione di vulnerabilità, per vivere la fiducia e la credibilità e offrire in questo un esempio. (VN)
ANTONIO DALL’OSTO (a cura)