Roggia M.Beppe
Un'armonia tutta da ricreare
2021/3, p. 1
Si è tenuto online il Convegno su “Vita consacrata: laboratorio di nuova umanità”

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Testimoni
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AREA FORMAZIONE CISM – USMI
Un’armonia tutta di ricreare
Si è tenuto online il Convegno su “Vita consacrata: laboratorio di nuova umanità
Per evidenti motivi legati alla epidemia ancora in corso, nel 2020 non è stato possibile organizzare il consueto Convegno Nazionale di Collevalenza. Tuttavia non si è voluto lasciare passare sotto silenzio l’anno, senza almeno un breve incontro di formazione. Così il 14 novembre scorso l’Area Animazione della vita consacrata dell’Usmi e della Cism, con la collaborazione dell’Ufficio nazionale pastorale delle vocazioni della Cei, ha organizzato un mini Convegno, che si è potuto svolgere online. Al centro delle riflessioni, stimolati dal documento della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le società di Vita Apostolica dal titolo Il dono della fedeltà, la gioia della perseveranza e dall’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, il tema “Vita consacrata: laboratorio di nuova umanità”. L’evento ha visto la partecipazione di religiose e religiosi, dall’Italia e dal resto del mondo, in rappresentanza di 149 Istituti. Tra i tanti che si sono collegati, in molti casi intere comunità di religiose e religiosi, si sono riconosciuti 41 superiori e superiore generali, 34 superiori e superiore provinciali, 43 tra formatori e formatrici, 32 giovani in formazione, 19 facilitatori per il lavoro di gruppo. In queste pagine cominciamo a dar conto dei contenuti della giornata, a cominciare dalle parole introduttive di don Beppe Mariano Roggia, salesiano, coordinatore dell’Area Formazione Cism/Usmi.
Opportunità nuove
Rabbia, smarrimento, paura, rassegnazione, tra numeri galoppanti di contagio e di morti, frustrazione per tante limitazioni e pessimismo per il futuro: il Covid-19 ha messo a nudo il cuore dell’uomo contemporaneo. Così si deve constatare che il mito del superuomo, di cui ci siamo nutriti abbondantemente in questi ultimi 50 anni, con tanti miracoli della tecnica e del progresso senza limiti, è andato in mille pezzi, lasciandosi alle spalle i cocci di una fragilità e inadeguatezza mai provate prima.
Per troppo tempo ci siamo limitati a guardare le cose dal buco della serratura delle nostre piccole sicurezze, invece di guardarle con la lente del senso e della fede; e così la vita umana è diventata nel tempo piuttosto irreale, vissuta come dentro una bolla. Si avverte il rischio che tutto possa implodere. In realtà, la storia dimostra che le crisi multiple, che hanno oppresso l’umanità, possono rivelarsi una grande opportunità per dare il via a costruire un mondo nuovo, dove la giustizia, la verità e la bellezza possono esprimere un’umanità nuova.
Come sfruttare al meglio questa esperienza? Il momento del rischio può essere una vera opportunità per afferrare e smuovere ciò che da tanto tempo sembrava bloccato e scoprire invece una riserva di nuove possibilità. Si tratta della “rivoluzione della tenerezza” come la chiama papa Francesco, per sconfiggere la cultura del nulla, dello scontro e della violenza. E i segni di questa realtà stanno già spuntando come bisogno di vita nuova, di rinascita, di un nuovo inizio, bisogno di creare qualcosa di bello e di inedito, insomma di umanità e società nuove in un mondo davvero rinnovato. Ci vogliamo domandare: qual è il ruolo della vita consacrata e quali prospettive si aprono?
Abbiamo voluto rappresentare l’immagine/logo della giornata con una nebulosa. Sappiamo che la nebulosa è un ammasso di stelle fatto di polvere, di idrogeno e di plasma. E all’occhio dei telescopi si presenta come una specie di nube brillante ed oscura allo stesso tempo. La parte oscura è quella che assorbe semplicemente la luce mentre la parte brillante riflette la luminosità di stelle che sono al suo interno o ad essa vicine. Un simbolo eloquente anche per questa giornata. Nella vita consacrata stiamo assorbendo un ammasso enorme di idee, sentimenti e movimenti della nostra epoca con tutto il dramma e l’ambiguità che reca con sé ma questo ci porta al risultato di rimanere perlopiù oscuri, poco decifrabili per noi stessi e per gli altri. Contemporaneamente, continuiamo a riflettere la stella di Gesù, dei santi, specie dei nostri fondatori e delle nostre fondatrici; tuttavia, per la scarsa concentrazione su di loro, l’irradiazione luminosa della nostra vita risulta debole, per cui sembra prevalere spesso solo la parte oscura. Nondimeno i consacrati e le consacrate non sono dei burocrati o dei funzionari ma delle persone appassionate, che non si rassegnano a vivere una mediocrità tranquilla ed anestetizzante e non si accontentano a sopravvivere. Peraltro i nostri contemporanei vogliono vedere nelle persone consacrate la gioia che proviene dall’essere con il Signore; vogliono intercettare persone in cui si vede incarnata la presenza di Dio. Ed è proprio l’esperienza di questa giornata che può far toccare con mano che possono emergere opportunità di vita proprio nel tempo del Covid, per rimodellare i nostri vecchi schemi o creare qualcosa di inedito. Un vero laboratorio di nuovo umanesimo con tanti punti di forza per resistere alla paura e altrettanti punti di forza per sostenere la speranza.
BEPPE M. ROGGIA