Sorella Daniela Maria
Laudato si'
2021/3, p. 14
Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio…tutto è carezza di Dio”. Chi frequenta l’Eremo sa che il primo appuntamento della giornata è all’aperto, su un breve sentiero che dal chiostro porta ad un crocifisso di legno: lo chiamiamo Via di Pace, e si percorre in fila, recitando in mezzo alla natura il Benedicite (o Cantico dei tre fanciulli), estratto dal libro del Profeta Daniele. È un invito alle creature tutte a lodare il proprio Creatore.

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Testimoni
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Laudato si’
“Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio…tutto è carezza di Dio”1.
Chi frequenta l’Eremo sa che il primo appuntamento della giornata è all’aperto, su un breve sentiero che dal chiostro porta ad un crocifisso di legno: lo chiamiamo Via di Pace, e si percorre in fila, recitando in mezzo alla natura il Benedicite (o Cantico dei tre fanciulli), estratto dal libro del Profeta Daniele. È un invito alle creature tutte a lodare il proprio Creatore. Il Benedicite è utilizzato ampiamente nella liturgia delle Ore, in molte comunità cristiane; la particolarità è per noi recitarlo all’aperto, come inizio di ogni giorno, avendo sotto gli occhi le creature di cui si parla. All’Eremo, a volte, lo si sostituisce con il Salmo 148 o con il Cantico delle Creature.
Anche la preghiera della sera, il Lucernarium, quando possibile si svolge sul prato davanti alla chiesina, che consideriamo come una cattedrale naturale, e guardando in direzione del tramonto. Spesso si conclude salutando il sole che si abbassa, con le parole del Cantico di Francesco. “Dio ha scritto un libro stupendo, ‘le cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nell’universo’… la natura è una continua sorgente di meraviglia e di reverenza”2.
Diceva sorella Maria, l’iniziatrice della Comunità dell’Eremo di Campello: “La sorella deve camminare ogni giorno all'aperto, per quanto possibile, verso la campagna, ricercando la comunione con Dio e con le creature, le quali sempre ci danno lezione e dolcezza”. Per Sorella Maria l’amore per il creato è alimentato dai testi biblici, dai Salmi, dai testi di San Francesco. La natura è curata e amata con passione, anche se all’Eremo talvolta è dura e inospitale. Il freddo dell’inverno e l’aridità dell’estate non sono sempre facili da vivere. Terremoti, temporali e incendi... Ma gli elementi della natura sono anche fonte di perenne insegnamento, da cui Maria e la Comunità delle Sorelle attingono copiosamente.
Più volte ritorna come elemento simbolico, l’olivo, di cui l’Eremo è circondato:
“L’olivo ci insegna a contentarci di poco, a non aver paura di quello che costa o sembra far male, perché solo dopo aver sofferto fatica e privazione potremo dare il frutto che il Signore si aspetta da noi come da ogni pianta, da ogni creatura. L’olio ci insegna a voler essere pei nostri fratelli luce, alimento, conforto, medicina. Un esempio di sincerità, di ordine, di coraggio ... è una luce. Un piccolo dono, un servizio reso volentieri, una gioia insomma procurata a qualcuno accresce la sua vita, proprio come accresce vita l’alimento. Una buona parola detta a chi è nell’ira calma come la goccia d’olio che fa smettere di stridere l’ordigno arrugginito”. “La gioia mi fa pensare all’olivo. Non c’è pianta così tormentata, ha le radici nel sasso; non si sa di che vive. Poi lo stritolamento dell’oliva e finalmente l’olio, la gioia.”.
È un aiuto sostare in silenzio, in comunione e in contemplazione, con la Creazione e le creature. La Natura è velo, rimando perenne alle cose dello Spirito, e visione velata di Gesù stesso. Scrive Sorella Maria:
“Vedere Cristo. È l’anelito più bruciante del cuore. Oh Gesù! Il tuo volto ch’io venero nascosto sotto le specie del Pane, fa’ che un giorno, rimosso il velo, possa contemplare liberamente in cielo. Questa visione di Gesù […] io la ricerco di continuo, la ricercherò fino all’estremo […]. La cerco sotto il velo del Pane, in memoria sua. La cerco sotto il velo del Vangelo, ove raggi di luce rapiscono l’anima fuori della prigione... La cerco sotto il velo dell’Innocenza, nei pargoli. Sotto il velo della Passione, nei patimenti e nell’abnegazione dei fratelli. La cerco sotto il velo della Natura Madre: il grano, la vite, gli olivi, il monte, il mare, i gigli, gli uccelli, l’agnello, la pietra, il legno, le spine: ogni creatura è come segnata dall’impronta sua ... rivela quasi un raggio della sua bellezza invisibile”.
La Natura ed il silenzio dispongono l’anima anche a ritrovare se stessa.
Sorella Maria citava spesso San Bernardo: “troverai nei boschi qualcosa che non avrai trovato nei libri”; è scritto su una delle tavolette appese agli alberi dell’Eremo, e si raccomanda insistentemente alle Sorelle, ma anche alle persone più legate all’Eremo e agli amici, di passare almeno 20 minuti al giorno in Madre Natura, camminando o contemplando il creato, per trovarvi nutrimento per l’anima.
Stando in Madre Natura “l’essere umano impara a riconoscere se stesso in relazione alle altre creature”.3
"Vorrei che ognuno di noi si abituasse a tenerezza verso ogni creatura, e a renderle servizio. Per esempio: passiamo nel bosco, nella via di pace...ecco un alberello che ha bisogno di sostegno. Ecco un ramoscello secco, che si deve togliere dai giovani pini. L'alberello patisce se non gli si toglie il secco. [...] L'ammirazione e il rispetto ai fiori! Come vorrei ne fossimo tutte penetrate! Quante volte vi ho raccomandato sobrietà nel coglierli. Lasciamoli vivere all'aperto, e a gioia dei nostri occhi contemplanti! [...] Il riserbo, la cura di non offendere la vita, del contentarci di poco!". E la contemplazione di Madre Natura si unisce alla contemplazione delle sorelle e dei fratelli: “Ristoro è il vedervi al lavoro, silenziose, coraggiose, (...) è anche il solo passarvi accanto, il contemplare un momento i vostri visi amati, ch’io trovo così belli, il dire o sentirmi dire: «la pace con te»”.
Papa Francesco scrive: “Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani... tutto è collegato”4 e “poiché tutte le creature sono connesse tra loro, di ognuna deve essere riconosciuto il valore con affetto e ammirazione, e tutti noi esseri creati abbiamo bisogno gli uni degli altri”.5
L’attenzione, la cura e l’amore per Madre Natura sono fatti di concretezza (lavoro della terra, cura del bosco e degli animali) e di preghiera e non sono disgiunti dall’amore (accoglienza, ascolto, amicizia e sostegno) e dalla preghiera per gli uomini e le donne di questo mondo, nessuno escluso.
La nostra settimana all’Eremo è scandita dalla preghiera di intercessione, che è il nostro modo privilegiato di prenderci cura degli altri: ricordiamo per nome volti e situazioni, persone vicine e lontane, malati, anziani, poveri e fragili, prigionieri, pellegrini, defunti, famiglie, amici e contrari, le Chiese e i credenti di ogni fede, i cercatori di luce, di pace, di bene, i perplessi … portando davanti al Signore le doglie, le fatiche e le gioie del mondo, anche di Madre Natura. Nell’intercessione facciamo nostro “tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”.6
In questo tempo in cui, più che mai, “tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto” (Rm 8,22), come credenti sentiamo imprescindibile il debito della preghiera e dell’amore.
SORELLA DANIELA MARIA
Comunità Sorelle Eremo Francescano Campello
Lett. Enc. Laudato si’, 84
Ls, 85
Ls, 85
Ls, 91
Ls, 42
Ls, 49