“Innamorato” di p. Kolbe
2021/2, p. 29
Apostolo e missionario instancabile, ha sentito l’urgenza dell’annuncio, la gioia di appartenere a Cristo e di conquistare altri al suo amore, con tutti i mezzi possibili,
soprattutto con l’attenzione alla storia e alle persone che desiderava condurre a Dio attraverso Maria, l’Immacolata.
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PADRE FACCENDA A 100 ANNI DALLA NASCITA
“Innamorato” di p. Kolbe
Apostolo e missionario instancabile, ha sentito l’urgenza dell’annuncio, la gioia di appartenere a Cristo e di conquistare altri al suo amore, con tutti i mezzi possibili, soprattutto con l’attenzione alla storia e alle persone che desiderava condurre a Dio attraverso Maria, l’Immacolata.
Ricorrono quest’anno i 100 anni della nascita di padre Luigi Faccenda – fondatore dell’Istituto Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe – e i 15 anni della sua morte, avvenuta il 9 ottobre 2005.
«Una fede autentica – che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra» (EG 183). È in questa prospettiva che desideriamo ricordare padre Luigi: un uomo, un francescano conventuale, un sacerdote; ricordare per accogliere la sua testimonianza di vita e di fede, per conoscere l’opera di Dio in lui, per ritrovare nell’oggi la validità e l’attualità dei valori che hanno guidato la sua vita.
Chi era padre Luigi Faccenda?
Un apostolo e un missionario instancabile che sentiva l’urgenza dell’annuncio, la gioia di appartenere a Cristo e di conquistare altri al suo amore, e questo con tutti i mezzi possibili: la parola, la predicazione, la catechesi, la stampa, ma soprattutto l’attenzione alla persona concreta, alla sua storia, alla sua vita, che desiderava condurre a Dio attraverso Maria, l’Immacolata.
Nasce a San Benedetto Val di Sambro (Bologna) il 24 agosto 1920. A 12 anni entra nel Seminario dei Frati Minori Conventuali a Faenza, dove, fra alterne vicende dovute alle precarie condizioni di salute, compie la sua formazione francescana e gli studi teologici. Emette la professione semplice dei voti e quella solenne e viene ordinato sacerdote il 18 maggio 1944.
Nel 1945 a Bologna gli fu affidata la Milizia dell’Immacolata, il movimento mariano-missionario fondato da san Massimiliano Kolbe e questo “incontro” con il martire di Auschwitz, ancora poco conosciuto in Italia, cambia la sua vita, come egli stesso ha più volte raccontato, in quanto trova nella spiritualità di Kolbe e nella sua esistenza vissuta per amore e nell’amore un segreto di vita e di santità, un forte dinamismo missionario ed evangelizzatore.
«Mi sono “innamorato” di padre Kolbe – scrive padre Luigi – a motivo del suo martirio, della sua dedizione totale all’uomo e alla vita, del suo grande amore all’Immacolata. Mi chiedevo dove questo sacerdote avesse trovato la forza di consumare in pieno il suo sacerdozio e la risposta mi arrivò quando conobbi ciò che aveva meditato fin dalla sua giovinezza, il suo ideale: portare ogni uomo a Dio, alla salvezza, attraverso l’Immacolata. Questa passione per l’uomo divenne anche la mia passione».
Nel 1954 dietro l’insistenza di alcune giovani, che manifestavano il desiderio di donarsi totalmente a Dio in uno stile di vita mariano a servizio dell'evangelizzazione, secondo lo spirito di padre Kolbe, nasce l’Istituto delle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe, che nel 1992 riceverà il riconoscimento definitivo della Chiesa come Istituto secolare di diritto pontificio.
Nel 1988 vi è la nascita dei Volontari dell’Immacolata Padre Kolbe, laici o chierici aggregati all’Istituto, di cui condividono la spiritualità e la missione. L’11 febbraio 1997, in Brasile, insieme al confratello padre Sebastiano Quaglio, padre Luigi Faccenda dà inizio all’Istituto dei Missionari dell’Immacolata Padre Kolbe.
A servizio dell’uomo
Nel solco della ricca eredità kolbiana – che accoglie, elabora e attualizza – padre Luigi si fa promotore di molteplici iniziative di evangelizzazione e di diffusione della spiritualità mariana. A guidarlo la fiducia sconfinata nella verità e dignità dell’uomo e l’amore a Maria, l’Immacolata, la creatura in cui risplende al massimo la bellezza del Creatore, il volto vero dell’uomo amato da Dio e da Lui chiamato a una felicità senza limiti.
Nel corso degli anni questa passione missionaria non conoscerà confini, barriere, ostacoli. Sempre attento ai segni dei tempi, al cammino della Chiesa e ai mutamenti culturali e sociali, padre Luigi si affiderà a tutti i mezzi per parlare l’unico e universale linguaggio dell’amore, convinto assertore dell’utilizzo positivo dei media a servizio del vangelo. E come in una girandola dai mille colori, la sua vita rifletterà l’amore in tutte le sue gamme e sfumature: predicatore e uomo di preghiera, apostolo instancabile della parola e della penna, padre, fratello e guida lungo i sentieri dello Spirito.
In cammino lungo le strade del mondo egli darà vita a un sogno che da sempre porta nel cuore: quello della vita missionaria, il desiderio di varcare i confini della propria terra, di condividere la propria esperienza di fede con altri popoli e culture. Un sogno che non può realizzare in prima persona e in prima linea, perché le condizioni di salute non glielo consentono, ma che diventa realtà quando le missionarie affidate alla sua guida varcano – come amava ripetere – «gli oceani e i continenti, portando, anche a nome mio, la luce della verità e dell'amore».
Nel 1969 accoglie l’invito di papa Paolo VI, che chiedeva evangelizzatori per l’America latina, e invia le prime missionarie in Argentina. Negli anni successivi si apriranno altri campi di annuncio e di presenza: Stati Uniti, Bolivia, Lussemburgo, Polonia e Brasile.
Un messaggio per l’oggi
Il 9 ottobre 2005 padre Luigi termina la sua corsa terrena lasciando alla Chiesa e al mondo la testimonianza di una vita vissuta con generosità e dedizione fino alla fine. E, poiché, «lo Spirito non conosce le leggi materiali dell’invecchiamento, ma si evolve senza soste» (san Massimiliano), crediamo che le sue parole, i suoi scritti, i suoi insegnamenti continuino a tracciare cammini.
Oggi egli ci consegna la sua fede nella dignità e nella verità dell’uomo, di qualsiasi nazionalità e cultura, vicino o lontano: «La spinta radicale di ogni mia passione, il dinamismo di tutte le mie azioni, è stata la fede nella verità e nella dignità dell'uomo. Ho creduto nell’uomo perché nell’uomo ho visto il riverbero del Dio fatto uomo».
Un invito a guardare l’altro, ogni altro, con gli occhi stessi di Dio e a mettersi accanto a lui per fargli scoprire la bellezza e la grandezza del suo essere uomo/donna, del suo essere figlio amato dal Padre che è nei cieli.
Ci riconsegna Maria, la madre che Gesù ci ha donato dalla croce: «Essere Maria, vivere Maria, testimoniare Maria, operare con Maria per la crescita del regno di Dio nel mondo».
Ci dice di accoglierla nella nostra vita per vivere la gioia di appartenerle, di somigliarle sempre più, di essere lei in questo nostro tempo, dentro le realtà del mondo che ci è dato di abitare e di trasformare con la perenne novità del vangelo.
Ci chiede di essere uomini e donne capaci di uno sguardo contemplativo sul mondo, per scorgere la presenza di Dio nella trama della storia e degli eventi di ogni giorno: «Vivete nella contemplazione e nell'azione. Non la contemplazione sola, non l'azione sola: ma l'una accanto all'altra, perché nulla si perda nella vigna del Signore».
Credenti che sanno vivere il vangelo nella quotidianità, parte viva della grande famiglia umana che in Cristo ritrova orizzonti di vita e di speranza…. come fu per Maria, donna del suo tempo e di ogni tempo.
Noi oggi ricordiamo per accogliere e vivere in modo nuovo la ricca eredità spirituale di padre Luigi: il carisma mariano missionario di cui lo Spirito ci ha fatto dono attraverso di lui e che nel corso degli anni ha conquistato il cuore di tante persone.
Il tema-slogan scelto per questo centenario è quanto mai eloquente: “Artefici del presente, responsabili del futuro”; parole con cui padre Luigi ci chiede di essere presenti al nostro tempo per scrivere una nuova pagina della nostra storia. Un impegno e, insieme, una sfida a vivere nella fedeltà creativa al carisma e alla missione propria della nostra Famiglia consacrata, che continua il suo cammino lungo le strade del mondo per essere al suo interno fermento di vangelo.
ANGELA SAVASTANO
www.kolbemission.org