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Cari lettrici e lettori, consacrate e consacrati, amici sempre, che generosamente
vi spendete per la Chiesa in Italia e altrove, vi comunichiamo che la nostra rivista sta attraversando un momento difficile. Avete trovato quest’ultimo numero del 2021, che cumula in sé i numeri 11 e 12, eccezionalmente, pubblicato sul sito www.dehoniane.it.....Ma stiamo lavorando per attraversare il guado della crisi e non interrompere l’impegno di queste pagine che informano e fanno meditare dal lontano 1946.
2021/11, p. 1
La LXI Assemblea Generale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori
(CISM), (Torino-Valdocco, dall’8 all’11 Novembre 2021) – avendo coscienza
che il Covid-19 ha provocato una pandemia che, in modo insidioso,
sta coinvolgendo tutti mettendo in crisi le nostre sicurezze e le nostre
forme di vita – ha puntato la sua riflessione su: “Pandemia e rivoluzione
della vita fraterna. Come dare forma al nuovo che sta accadendo”.
L’intento è quello di avviare una riflessione sulle trasformazioni in atto,
sia nell’ambito della conoscenza di sé come nei contesti delle comunità
e della vita degli Istituti religiosi. Il presidente nazionale della CISM,
padre Luigi Gaetani, ci consegna alcuni risvolti ricchi di esiti fecondi.
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In tanti nostri ambienti ci si dimentica che cuore ed essenza della comunità è la comunione, intesa come riflesso della Trinità, come fraternità e collegamento vitale ed affettivo fra i membri, mentre ci si limita soprattutto a determinare i suoi elementi strutturali e strutturanti.
2021/11, p. 4
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Anche i consacrati d’Italia si apprestano a vivere il tempo di grazia del prossimo Congresso eucaristico nazionale, in programma a Matera, città del pane e dei Sassi, alla fine di settembre 2022.
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Il XIII Festival francescano (Bologna, 24-26 settembre) ha proseguito
la riflessione avviata nel 2020 sull’Economia gentile. La seconda edizione extra
ha visto molti eventi in presenza, ma anche la possibilità di partecipare a distanza
e un notevole potenziamento della rete comunicativa.
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Amo San Giuseppe perché papà soleva dire a noi ragazzi che San Giuseppe era
il più grande di tutti i santi. E a noi che facevamo osservare che lo diceva perché
era falegname come lui, rispondeva che avremmo capito da grandi.
Amo San Giuseppe perché incarna il protagonismo di coloro che stanno in seconda fila e fanno andare avanti le cose senza apparire e senza riconoscimenti.
Amo San Giuseppe perché ha messo a disposizione di Dio quello che gli era stato dato da Dio, considerandosi
un semplice servo e null’altro che un servo.
Amo San Giuseppe perché è stato un uomo di parola. Il Vangelo fa capire che avrebbe pronunciato una sola parola “Gesù”. Ma a quella parola – persona, ha dedicato tutta la sua vita, i suoi affetti e i suoi interessi.
Amo San Giuseppe, perché senza di lui non ci sarebbe il presepe.
Amo San Giuseppe, perché lo vorrei trovare accanto a me in questo Natale e al mio natale al cielo.
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C’è una categoria che attraversa il tempo e la geografia del racconto biblico
e che assume un gusto tutto particolare nel tempo dell’Avvento:
è la categoria dell’esilio, che da esperienza storica databile e oggetto di narrazione
diventa sempre più dimensione dello spirito e della vita quotidiana.
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L’Avvento e il Natale costituiscono un unico “tempo mariano”. I cristiani ricordano che fu Maria, in attesa della nascita del figlio, a celebrare il primissimo avvento.
Maria compì un viaggio di fede unico, preparandosi alla natività di Cristo per nove mesi interi. I filippini compiono la loro preparazione prossima al Natale durante l’Avvento, in particolare con la novena di nove giorni delle messe mattutine, conosciuta come Simbang Gabi o “Messa del Gallo”.
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Il Signore, la Chiesa, il Papa, si fidano di voi e vi costituiscono testimoni nei confronti
di tanti altri giovani che incontrate sulle “vie di Damasco” del nostro tempo.
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I bambini dei popoli nativi del paese hanno pagato un prezzo altissimo al progetto politico di ingegneria sociale per la loro assimilazione. Le responsabilità della Chiesa e dei religiosi.
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Un luogo di rigenerazione. Il già Vicegerente della Diocesi di Roma, nominato a ottobre Vescovo della diocesi di Ascoli Piceno, Mons. Gianpiero Palmieri, ha definito così CasArché alla sua inaugurazione di inizio settembre a Roma: “Questo è un luogo dove si viene rigenerati, donne con i loro bambini che hanno avuto il sospetto o l’esperienza di essere sole. Sentono che per loro è impossibile
essere rigenerati e questa rigenerazione non è semplicemente opera degli educatori o dei volontari, ma è opera di tutta questa rete che adesso p. Giuseppe (N.d.A. Bettoni, Presidente di Fondazione Arché) ci ricordava: la rete delle mamme tra di loro, la rete dei volontari, ma la rete della comunità cristiana e della società civile che è qua intorno”.
2021/11, p. 17
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Una ventina di vescovi provenienti da dieci regioni, su iniziativa di mons. Felice
Accrocca vescovo di Benevento (30-31/08/2021), hanno dato vita a un confronto
comune per elaborare un piano di rilancio pastorale delle “Aree interne” del paese.
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«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1): è la richiesta accorata che sgorga dal cuore di ogni discepolo di Cristo, oggi come allora. Il Signore Gesù è la preghiera fatta vita, in Lui tutto coincide e si armonizza, perché è nel dialogo con il Padre che la sua missione salvifica si esplica e raggiunge l’umanità intera.
2021/11, p. 22
Veniamo dal tempo in cui si pensava fossero le «risposte» a dover essere privilegiate, mentre invece, specie in tempo di cambiamento d’epoca,
sono le «domande» che lavorano a costruire una via.
2021/11, p. 25
Numerose Congregazioni e Ordini religiosi hanno celebrato il loro Capitolo generale
in questo anno post-pandemia. Eletto il nuovo Superiore Generale dei Carmelitani Scalzi e dei Frati Minori Francescani, e la nuova Madre Generale delle Suore di S. Antida Thouret, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e delle Figlie di S. Camillo.
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È opinione consolidata che la donna si esprime soprattutto attraverso alcune qualità specifiche: l’intuizione, la mitezza, la tenerezza, il coraggio nel dolore. Sue
sono spesso le decisioni ardite, la dimenticanza di sé per promuovere la vita e andare oltre ogni volontà di egoismo, di vendetta, di potere esercitato a danno dei piccoli, dei deboli, dei poveri.
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Il Reddito di Cittadinanza (RdC) è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari, associato a un percorso di reinserimento lavorativo e sociale.
2021/11, p. 31
La storia del sacramento della penitenza, pur conoscendo molte variazioni nel corso
dei secoli, nella sua forma personale ha sempre custodito il segreto. Il segreto può avere declinazioni diverse? Si salverà dall’onda d’urto degli abusi ecclesiastici?
2021/11, p. 34
Analisi delle cause che scatenano la rabbia e le sue manifestazioni. Qual è la sua funzione e il suo significato. Alcuni percorsi positivi per gestirla. Un’alleata da governare saggiamente.
2021/11, p. 36
Vienna - Il card. Schönborn: Non giudicate i matrimoni falliti
Francia - Annunciata la beatificazione di Pauline Jaricot
Medio Oriente - I cristiani per un rinnovamento della Chiesa
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Tu non solo ci hai parlato di libertà ma addirittura ti sei fatto libertà perché il tuo popolo potesse servirti nell’essere popolo, comunità. Anche tuo Figlio sulla scorta del tuo cuore ci ha portati a un livello di comprensione della libertà così consapevole, da parlare oggi di «libertà da» tutto ciò che impedisce di essere
e «libertà per» essere, per vivere.
2021/11, p. 39
Non ci sentiamo più «esperti in umanità» come proclamava Paolo VI alla fine
del Concilio e con l’enciclica Populorum progressio (1967), siamo solo dei servi e serve, ricostruttori dalle rovine: è quanto scriveva sr. Veronique Margron tre anni fa,
davanti alle denunce degli abusi.
2021/11, p. 42
Due aspetti si int r e c ciano continuamente nelle riflessioni proposte al lettore
da Luigi Pellegrino, parroco a Taranto, già missionario fidei donum in Guatemala,
dove ha realizzato opere sociali per la formazione culturale e pastorale.
Il primo aspetto sottolinea la rilevanza del metodo nell’azione pastorale e il valore teologico della narrazione e dell’ascolto delle persone e delle comunità. Il secondo offre una rilettura narrativa ancorata alla vita e alla storia dell’autore.
2021/11, p. 43
«Di tutti i problemi religiosi, quello della divina provvidenza ci sembra essere
il più fondamentale e, nel momento presente, il più urgente, il più delicato e il più
difficile».
2021/11, p. 44