Con la forza della grazia: nuovi beati
2021/10, p. 28
Tra il 26 settembre e il 6 novembre prossimo, dodici nuovi beati arricchiscono
la Chiesa e il popolo di Diodon Giovanni Fornasini, M. Antonia Samà, Gaetana Tolomeo, M.Lorenza Longo, Sandra Sabattini, Benedetto di Santa Coloma de Gramenet e due compagni cappuccini, Francesco Cástor Sojo López e tre compagni, sacerdoti
Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.
Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
Con la forza della grazia: nuovi beati
Tra il 26 settembre e il 6 novembre prossimo, dodici nuovi beati arricchiscono la Chiesa e il popolo di Dio.
Don Giovanni Fornasini,
l’angelo di Marzabotto
Beatificato a Bologna, nella Basilica di s. Petronio, il 26 settembre, don Giovanni Fornasini, nacque a Pianaccio di Lizzano in Belvedere (Bologna) il 23 febbraio 1915, fu ucciso il 13 ottobre 1944 a San Martino di Caprara (Bologna), Medaglia d'Oro al valor militare alla memoria. Parroco di Sperticano, piccola parrocchia della zona di Marzabotto, don Fornasini (ordinato sacerdote nel 1942), difese la popolazione inerme dalle violenze dei nazisti. Con i suoi coraggiosi interventi, don Fornasini salvò la vita a molti dei suoi parrocchiani. Sfuggito ai primi eccidi, continuò audacemente la sua missione. Mentre dava sepoltura (vietata dai nazisti), ai morti di Casaglia di Caprara, don Fornasini affrontò un ufficiale tedesco, accusandolo apertamente dei delitti compiuti nella zona di Marzabotto; il sacerdote fu immediatamente abbattuto. La massima decorazione al valor militare gli è stata concessa con questa motivazione: "Nella sua parrocchia di Sperticano, dove gli uomini validi tutti combattevano sui monti per la libertà della Patria, fu luminoso esempio di cristiana carità. Pastore di vecchi, di madri, di spose, di bambini innocenti, più volte fece loro scudo della propria persona contro efferati massacri condotti dalle SS. germaniche, molte vite sottraendo all'eccidio e tutti incoraggiando, combattenti e famiglie, ad eroica resistenza. Arrestato e miracolosamente sfuggito a morte, subito riprese arditamente il suo posto di pastore e di soldato, prima tra le rovine e le stragi della sua Sperticano distrutta, poi a San Martino di Caprara dove, pure, si era abbattuta la furia del nemico. Voce della Fede e della Patria, osava rinfacciare fieramente al tedesco l'inumana strage di tanti deboli ed innocenti, richiamando anche su di sé le barbarie dell'invasore e venendo a sua volta abbattuto, lui Pastore, sopra il gregge che, con estremo coraggio, sempre aveva protetto e guidato con la pietà e con l'esempio".
Maria Antonia Samà
la “monachella di S. Bruno”
Maria Antonia, beatificata il 3 ottobre a Catanzaro, nacque a Sant’Andrea Jonio (CZ) il 2 marzo 1875, in una famiglia molto povera. Mentre si occupava del lavoro nei campi, nel 1897, fu colpita da una malattia artrosica, che la immobilizzò per quasi sessant’anni. Assistita dalla madre e dagli abitanti del paese, sostenuta nella sua vita spirituale dai parroci, dalle Suore Riparatrici del Sacro Cuore e da Padre Carmine Cesarano, redentorista, nel 1915 emise i voti privati di speciale consacrazione a Dio, si coprì il capo con il velo nero e da quel momento venne chiamata da tutti la “Monachella di San Bruno”. La sua casa divenne punto di riferimento spirituale per gli abitanti del paese, che si recavano da lei per confidarsi, chiedere preghiere e consigli, trovare conforto e consolazione nelle difficoltà. Morì il 27 maggio 1953.
Gaetana Tolomeo
detta Nuccia
Gaetana Tolomeo, detta Nuccia, nata nel 1937, beatificata il 3 ottobre insieme a M. Antonia, a Catanzaro, ha vissuto con fede il mistero del dolore. Colpita sin da piccola da una paralisi progressiva, trova in Gesù la forza per infondere coraggio e speranza a tutti e a chi va a trovarla regala il suo sorriso. Costretta all’immobilità per tutta la vita, trasforma la sofferenza in preghiera. Diceva a Gesù: “La tua potenza d’amore, Signore, faccia di me un cantore della tua grazia, trasformi il mio lamento in gioia perenne: un inno alla vita, che vinca la morte e sia messaggio di speranza per molte anime tristi (…) Grazie, Signore, per il dono della vita … Grazie, Gesù, per aver trasformato il mio pianto in letizia … Grazie di tutto, Padre buono e misericordioso! Ti lodo, ti benedico e ti ringrazio per ogni gesto d’amore ricevuto, ma soprattutto per ogni privazione sofferta. Voglio ringraziarti in modo particolare per il dono dell’immobilità, che è stato per me una vera scuola di abbandono, di umiltà, di pazienza e di gratitudine, ed è stato per gli amici del mio Getsemani, esercizio di carità e di ogni altra virtù”. Nuccia è morta a Catanzaro nel 1997.
Maria Lorenza Longo
Fondatrice
Il 9 ottobre a Napoli, la beatificazione di Maria Lorenza Longo (1462 - 1539) conclude il processo di riconoscimento delle virtù eroiche e del miracolo a lei attribuito. “Giunta a Napoli assieme al marito presto rimase vedova e durante un pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto guarì miracolosamente da un’infermità che portava da anni. Tornata nella città partenopea condivise il risveglio evangelico tipico del tempo che incitava a una più intensa vita di preghiera e una carità operosa. Certamente i malati erano i più bisognosi di cure e lei non solo si prese cura di loro ma volle fare bene il bene dando inizio a una istituzione stabile che facesse sì che tale iniziativa assistenziale durasse nel tempo”. (da un’intervista a p. Pietro Messa) Fondò così l’Ospedale degli Incurabili in Napoli e una casa di accoglienza per il recupero di giovani prostitute. Poi si dedicò a una vita di preghiera e contemplazione, ispirata dalla regola di S. Chiara. Sostenuta dai frati minori cappuccini fondò a Napoli le Clarisse cappuccine.
Sandra Sabattini
della Comunità Papa Giovanni XXIII
Il 24 ottobre sarà beatificata a Rimini, Sandra Sabattini nata il 19 agosto 1961 a Riccione. Di famiglia profondamente cristiana, con lo zio Giuseppe parroco a S. Girolamo di Rimini, a 12 anni conosce don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Partecipa al soggiorno estivo per adolescenti presso la Casa "Madonna delle Vette" a Canazei, insieme a ragazzi con disabilità anche gravi. Nel 1981 si iscrive a medicina all'università di Bologna e fra i suoi sogni c’è quello di essere medico missionario in Africa. Nei fine settimana e durante le vacanze estive del 1982 e 1983 condivide la vita con i tossicodipendenti, nelle strutture di recupero della Comunità Papa Giovanni XXIII. I ragazzi in recupero terapeutico si sentono da lei amati di un amore puro e disinteressato e pian piano riscoprono il senso della loro vita. L'amore di Sandra per il Signore si riflette in tutti coloro che vengono a contatto con lei. Le piaceva vivere in silenzio il suo rapporto con Dio, perciò si alzava presto di buon mattino, per rimanere in meditazione in Chiesa, davanti al Santissimo Sacramento. Anche la sera a qualsiasi ora rientrasse, trascorreva un'ora in preghiera. Nell'aprile 1984 tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII si ritrovava riunita in assemblea ad Igea Marina, vicino a Rimini. Anche Sandra vi si reca in auto assieme al suo fidanzato ed un amico. Appena discesa dalla macchina, viene violentemente investita da un'altra auto assieme all'amico Elio. Muore il 2 maggio 1984.
Benedetto di Santa Coloma de Gramenet
e due compagni cappuccini
Saranno beatificati il 6 novembre a Manresa (Spagna) Benedetto (al secolo Giuseppe Doménech Bonet, nato il 6 settembre 1892) e due Compagni, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, uccisi in odio alla fede, durante la guerra civile in Spagna, fra il 24 luglio e il 6 agosto 1936. Le violenze si intensificarono tra il 18 luglio 1936 e il 1º aprile 1939, dando origine a una vera e propria persecuzione religiosa, che portò alla distruzione del 70% delle chiese spagnole e all’uccisione di quasi diecimila persone. Pochi giorni prima di Benedetto, mentre portava la comunione ad una clarissa, fu rapito e poi fucilato anche Giuseppe Oriol di Barcellona. Nella notte tra il 27 e il 28 luglio la stessa sorte toccò all’altro compagno, Doménech di Sant Pere de Riudebittles, (al secolo Joan Romeu y Canadell).
Tra i prossimi Beati, riconosciuti martiri, saranno anche Francesco Cástor Sojo López e tre compagni, sacerdoti del Sodalizio Secolare dei Sacerdoti Operai Diocesani, uccisi in odio alla fede sempre durante la guerra civile in Spagna, tra il 1936 e il 1938.
ANNA MARIA GELLINI