Avolio Giuseppina
Al centro il tema della formazione
2021/10, p. 8
Quest’anno l’incontro ha offerto l’occasione per riflettere e approfondire il tema della formazione, intesa come esperienza discepolare che avvicina a Cristo e consente di conformarsi sempre più a lui. Un percorso che non può avere un termine ma che accompagna l’intera esistenza e riguarda la dimensione umana, spirituale e culturale della persona.

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Testimoni
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CONVEGNO NAZIONALE DELL’ORDO VIRGINUM
Al centro il tema della formazione
Quest’anno l’incontro ha offerto l’occasione per riflettere e approfondire il tema della formazione, intesa come esperienza discepolare che avvicina a Cristo e consente di conformarsi sempre più a lui. Un percorso che non può avere un termine ma che accompagna l’intera esistenza e riguarda la dimensione umana, spirituale e culturale della persona.
«Abbiamo bisogno di comunicare, di scoprire le ricchezze di ognuno, di valorizzare ciò che ci unisce e di guardare alle differenze come possibilità di crescita nel rispetto di tutti». Queste parole dell’enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, hanno dato il titolo all’Incontro dell’Ordo virginum delle Chiese italiane, organizzato in modalità mista, con relazioni online e gruppi di studio in presenza, a livello diocesano o interdiocesano. All’appuntamento vissuto il 20 e 21 agosto, promosso dal Gruppo per il collegamento nazionale, hanno partecipato oltre trecento tra vescovi, delegati, consacrate e donne in formazione anche di altri Paesi, come Germania, Turchia e Malta.
Formazione come esperienza discepolare
Quest’anno l’incontro ha offerto l’occasione per riflettere e approfondire il tema della formazione, intesa come esperienza discepolare che avvicina a Cristo e consente di conformarsi sempre più a lui. Un percorso che non può avere un termine ma che accompagna l’intera esistenza e riguarda la dimensione umana, spirituale e culturale della persona. In particolare, la vocazione alla verginità consacrata è un dono che Dio fa alla Chiesa e al mondo, una via di santificazione che non va percorsa in maniera individualistica, ma avendo come riferimento la concreta vitalità del popolo di Dio. Infatti, questa chiamata nasce all’interno di una comunità, si forma in una comunità educante che comprende varie componenti del popolo di Dio, dal vescovo ai presbiteri, dai consacrati ai laici. Le stesse consacrate dell’Ordo sono chiamate a essere “comunità formativa”, che accoglie, ascolta, dialoga, sostiene con la preghiera e l’amicizia, progetta in una relazione reciproca di autentica e leale collaborazione. Ciò chiede a ciascuna di dedicare le energie umane e spirituali, la propria competenza intellettuale. In questa materna e affettuosa vicinanza le consacrate sono chiamate a essere disponibili nell’aiutare a discernere le reali motivazioni vocazionali della donna in formazione, aiutandola a leggere la storia personale alla luce della fede e della vocazione, individuando gli ostacoli che eventualmente impediscono la crescita umana o spirituale.
Il percorso formativo
Cuore dell’incontro è stata la presentazione del Percorso formativo: dal discernimento alla consacrazione, offerta dal Vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, già delegato Cei per l’Ordo virginum, insieme con Gloria Mari. Il sussidio, pubblicato negli stessi giorni dall’editrice Áncora, è frutto dell’esperienza sinodale vissuta nell’ultimo quinquennio da vescovi, delegati, consacrate e donne in formazione delle diocesi italiane, coordinata dal Gruppo per il collegamento, che cerca di rispondere alle reali esigenze di chi si trova impegnata a realizzare il cammino vocazionale in vista della consacrazione.
A riguardo mons. Cantoni ha ricordato: «Fin dall’inizio del mio mandato, avevo proposto di preparare collegialmente, sulla base di quanto è maturato nelle singole Chiese locali, un testo base che interpretasse l’iter di formazione in vista della consacrazione verginale, da mettere poi a disposizione di tutti, in particolare di quelle diocesi che hanno da poco iniziato l’Ordo virginum e che chiedono suggerimenti e aiuto proprio in tema di formazione».
Da qui è nato un interessante e intenso laboratorio sinodale che «ha coinvolto tante consacrate di tutte le diocesi, per preparare un elaborato, che vi viene consegnato proprio in questi giorni e che diventa un po’ un modello a cui le diocesi potranno ispirarsi per aiutare quante si preparano alla consacrazione verginale».
«Questa esperienza – ha spiegato mons. Cantoni – è stata una bella occasione per vivere di fatto un cammino sinodale, frutto di un ascolto sincero e di un discernimento comunitario molto accurato, con una vivacità di proposte e di suggerimenti, di cui potranno fare tesoro come modello anche le altre forme di vita consacrata».
Durante l’elaborazione del Percorso formativo l’esercizio del discernimento comunitario ha richiesto un ascolto attento e coraggioso, un dialogo sincero, sereno e obiettivo, un’attenzione alle esperienze e alle difficoltà reali dell’Ordo di ogni diocesi. Il sussidio non ha la presunzione di risolvere automaticamente le complessità della formazione; si tratta, invece, di uno strumento che illumina e orienta, aderendo al progetto di Dio sulla propria vita. Più che un libro su cosa fare, si tratta di un testo che aiuta a scoprire la sensibilità e le tendenze attuali nell’ambito formativo, offrendo piste che aiutano a essere significativi e autentici nel mondo di oggi. Un lavoro, quindi collettivo, dinamico e aperto con lo scopo di rafforzare, durante il processo formativo, la specifica identità carismatica della consacrata dell’Ordo che, con fedeltà creativa, deve essere incarnata nei diversi contesti ecclesiali, sociali e culturali.
Il progetto redazionale
Il testo ha come punti di riferimento il Rito di consacrazione delle vergini (OCV, 1970) e l’Istruzione sull’Ordo virginum Ecclesiae Sponsae Imago (ESI) della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (2018) e si pone in continuità con la Nota pastorale sull’Ordo virginum della Commissione Episcopale per il Clero e la Vita consacrata della Conferenza Episcopale Italiana, L’Ordo virginum nella Chiesa in Italia (2014). Il progetto redazionale si fonda sulla convinzione che la cura della crescita umana e spirituale è necessaria non soltanto nel periodo iniziale, ma lungo tutto il corso della vita, pur nella distinzione e articolazione di diverse fasi formative. «Vengono ora pubblicati i capitoli del Percorso formativo dedicati ai principi pedagogici e metodologici della formazione e allo sviluppo del cammino con cui si realizzano il discernimento vocazionale e la formazione fino alla celebrazione della consacrazione»: ha chiarito Gloria Mari. «Confidiamo che in tempi brevi si possa completare l’intero progetto con la pubblicazione della parte che riguarda la formazione permanente, di cui è in corso l’elaborazione». L’originalità di questo testo consiste nel fatto che in esso viene offerto il frutto della riflessione maturata nell’ambito del collegamento tra le consacrate dell’Ordo virginum in Italia, con l’incoraggiamento e il sostegno della Conferenza episcopale italiana. Questo metodo di lavoro ha consentito a vescovi, delegati e consacrate di riflettere, crescere e sperimentare la comunione nella forma della sinodalità.
Il Percorso formativo incoraggia l’approfondimento e il dialogo all’interno delle singole Chiese locali, perché elemento specifico di questa forma di vita consacrata è il suo radicamento diocesano. «Per questo – si legge nell’introduzione – non si troveranno qui un progetto o programmi formativi uniformi, applicabili in tutte le diocesi italiane senza ulteriori mediazioni che li contestualizzino. Le riflessioni proposte hanno piuttosto l’intento di richiamare l’attenzione sugli elementi irrinunciabili per il discernimento vocazionale e il cammino formativo e aiutare l’elaborazione di una proposta formativa concepita e vissuta come espressione specifica del cammino dell’intera Chiesa diocesana. L’auspicio è che ogni diocesi colga l’invito a valorizzare le proprie risorse e a formulare una propria proposta formativa» (p. 10).
La consacrazione nell’Ordo virginum comporta il coinvolgimento nella vita e nella missione della Chiesa diocesana, nelle sue tradizioni e nella sua storia di santità, e tale coinvolgimento ha in sé una sua specifica valenza formativa. A sua volta, nella sinfonia e nell’arricchimento reciproco delle diverse vocazioni, la testimonianza delle donne chiamate a questa consacrazione diventa dono e risorsa sia per il cammino di chi si interroga sulla propria vocazione, sia per chi ha già abbracciato una forma di vita stabile nella quale tendere alla santità.
Il testo evidenzia la responsabilità formativa delle stesse donne, che invita a una vita vissuta nello Spirito e alla profezia raccontata con la testimonianza di donne che continuamente cercano Dio nel volto degli uomini e delle donne. Quello formativo è dunque un cammino teologale radicato nello Spirito che permette di percorrere, nella continua ricerca del Signore, un itinerario verso la comunione con Dio uno e trino.
Particolarmente nel tempo della formazione previa alla consacrazione è importante che la persona cresca nella conoscenza di se stessa, nell’acquisizione delle doti umane quali l’amabilità, l’ascolto, l’empatia, che manifesti la gioia per la vocazione, che curi la capacità di discernimento, di rispetto, di equilibrio; che si impegni a costruire un clima di fiducia, di libertà, di responsabilità, favorendo in ogni momento la mistica dell’incontro.
Femminilità e sequela
Venerdì 20 c’è stata anche la relazione a due voci Un Ordo di sorelle discepole. Femminilità e sequela, tenuta da Rosalba Manes e Paola Pellicanò, che ha invitato le partecipanti a riconoscersi in una storia di alleanza per vivere l’apprendistato della sequela Christi da discepole missionarie. «Un apprendistato che dà accesso alla propria identità di figlie e di spose che permettono al divino Artista di forgiare il loro cuore per entrare nell’ordine dell’amore e divenire comunione di sorelle che, nella grazia di una verginità materna, sanno vivere la diakonia del dono di sé».
Il primo giorno si è chiuso con la Veglia di preghiera Un cammino di grazia sui passi del Maestro, preparata e animata dalle consacrate della Puglia.
La giornata di sabato 21 è stata dedicata alla riflessione sulla formazione permanente con un Seminario, guidato dal Gruppo di lavoro sulla formazione.
«Indipendentemente dal momento di vita che si attraversa – ha spiegato Marzia Rogante, introducendo i lavori – può presentarsi qualche situazione critica per cause esterne o personali. Ed è in questi momenti che gioca un ruolo fondamentale il processo di formazione umana personale in cui la consacrata ha potuto impegnarsi e mettere le basi per adottare un atteggiamento docile alle esperienze della vita e resiliente di fronte alle difficoltà».
La formazione permanente ha a che fare con l’intera vita della persona che ha continuamente dei “compiti” diversi da sviluppare, uno specifico modo di essere, di servire e di amare. Maturazione umana e formazione spirituale si fondono e si integrano a vicenda. Anche la consacrata, infatti, è soggetta alle fasi naturali che la vita le presenta e durante le quali persegue compiti di sviluppo via via sempre più complessi, forma il suo carattere, impara a relazionarsi, ecc.
I diversi interventi, tenuti da Cecilia Caiazza, Marilena Civetta, Teresa Mattu, Roberta Mei, Viviana Paliotta e Annalisa Vigani, hanno presentato cinque aspetti evolutivi centrali per la crescita spirituale e umana delle consacrate: la dinamica del crescere, del consolidare, del perseverare, del morire e del generare.
Il laboratorio sulla formazione permanente, avviato durante il Seminario, ha chiesto a tutte le diocesi di far pervenire il proprio apporto alla stesura del Percorso formativo permanente. A conclusione, il ringraziamento del Gruppo per il collegamento nazionale che ha espresso riconoscenza ai numerosi partecipanti «per aver accolto l’invito a vivere insieme al proprio Ordo queste giornate, per crescere nell’amicizia, nel bene gratuitamente donato e ricevuto, in una condivisione costantemente ricercata, che ci consente di sperimentare che l’Ordo è chiamato a essere casa e scuola di comunione. Una comunione forte e sincera, fatta di stima, collaborazione, ascolto reciproco, perché solo così prende corpo la parola di Gesù che chiede di essere a servizio dei fratelli».
GIUSEPPINA AVOLIO