Dall'Osto Antonio
“Fuori al largo”. La Chiesa su un buon terreno
2021/1, p. 26
La Chiesa evangelica tedesca ha elaborato un progetto per il futuro, destinato a guidarla “al largo”. Il progetto è sintetizzato in 12 linee guida frutto del lavoro di una équipe, e approvato poi dall’assemblea sinodale.

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PROGRAMMA DI FUTURO DELLA EKD
“Fuori al largo”
La chiesa su un buon terreno
La Chiesa evangelica tedesca ha elaborato un progetto per il futuro, destinato a guidarla “al largo”. Il progetto è sintetizzato in 12 linee guida frutto del lavoro di una équipe, e approvato poi dall’assemblea sinodale.
All’insegna del motto "Chiesa su un buon terreno", la Chiesa evangelica tedesca (EKD) ha pubblicato nell'estate scorsa 11 linee guida per il suo cammino futuro. Il progetto aveva incontrato molte critiche, ma anche consensi. Tutto è stato poi accolto e incorporato in una sintesi, con l’aggiunta di un 12° punto.
Le linee guida sono il risultato del lavoro dello “Z-Team” o “équipe per il futuro”, costituito dal Sinodo della Chiesa nel 2017. Vi hanno fatto parte quattro esperti, appartenenti a ciascuno dei tre organi direttivi (Sinodo, Consiglio, Conferenza della Chiesa) e tre giovani adulti dell'ambiente del Sinodo.
Il leitmotiv del testo è un versetto del salmo di ringraziamento di Davide: "Mi portò al largo” (2Sam 22, 20) – un impulso per il futuro che la Chiesa evangelica aveva mutuato dall'anniversario della Riforma e ora è concretizzato nei principi guida elaborati in una sintesi definitiva nel 12° Sinodo della Chiesa evangelica che è stato tenuto dal 7 al 9 novembre scorso.
Su un buon terreno
Il leitmotiv "Fuori al largo" (Sal 18,20) – si legge nella sintesi– traccia un percorso per la Chiesa evangelica nel futuro che può essere effettuato solo con coraggio e fiducia in Dio. Come Chiesa evangelica, vogliamo intraprendere qualcosa di nuovo, rafforzare ciò che è provato e dire addio a ciò che è familiare. Ciò significa apertura, non ripiegamento. Chiediamo a Dio che ci conduca e cerchiamo le sue vie, affidandoci alla sua guida. Per questo restiamo fiduciosi. La guida di Dio apre alla libertà; è un dono, ma anche una sfida. Nel cammino verso il futuro non siamo lasciati soli.
Nel vangelo di Giovanni, Gesù si rivolge ai discepoli che non sanno come affrontare il domani. Promette loro lo Spirito Santo, che li ammaestri, faccia loro di memoria, li esorti e li conforti. Tre sono le cose che importano: la stretta unione con Cristo, la fiducia nella venuta dello Spirito e la pratica dell'amore. L’unione con Cristo, la promessa dello Spirito e il comandamento dell'amore sono i pilastri della Chiesa di Cristo, su cui ci basiamo. Questo trittico prende forma nell'attenzione missionaria e diaconale alla gente. Si tratta di un percorso non esente da prove, ma è sostenuto dalla certezza che Gesù Cristo è il solido fondamento della Chiesa, su cui costruiamo e verso il quale ci orientiamo.
Il percorso di questa fiducia nella decisione concreta non è mai chiaro e rettilineo; per questo nella nostra Chiesa abbiamo bisogno di discutere e della volontà comune di chiarire questioni centrali in una consapevole solidarietà ecumenica sul piano mondiale.
Il punto di partenza è la consapevolezza che in futuro le Chiese in Germania avranno meno membri e minori risorse. Le strutture e le proposte non potranno più essere sviluppate secondo l’attuale standard. Le ragioni della prevedibile diminuzione sono in parte demografiche. Su di esse la Chiesa non ha alcuna influenza. Nello stesso tempo si può osservare che la fede cristiana ha perso plausibilità e rilevanza per molta gente. La crescente accettazione della diminuzione della Chiesa e del suo messaggio va di pari passo con una crisi di fede più profonda. La Chiesa come comunità di credenti perde di attrattiva in molte persone e diminuisce anche il suo significato sociale. Questo fatto si riflette nel crescente numero di persone che se ne vanno. Anche i battesimi diminuiscono. Per questa ragione, l’interrogativo sulle prospettive future è insieme spirituale ed ecclesiale. Nello stesso tempo, si tratta di misure di austerità, di smantellamento e di strutture più efficienti.
Indipendentemente da quanto denaro e dal numero dei collaboratori che la Chiesa avrà in futuro, noi vediamo tre sfide strategiche: l’'immagine biblica del corpo di Cristo (cfr 1 Cor 12,12ss) rafforza un impegno che pone più attenzione di quanto fatto finora sulla collaborazione dei singoli membri e degli organismi. Acquista importanza l’agire rappresentativo e collettivo a tutti i livelli. Diventa sempre più importante il problema riguardante l’ambito di ciascun compito.
Nel linguaggio odierno si parla spesso della Chiesa come "rete". L'immagine biblica del popolo di Dio in cammino (cf, tra l'altro, Lv 19,33s, Dt 26,5-9; Eb 13,14) rafforza un impegno che presta attenzione alla comunità e alla coesione di tutta la Chiesa, in cui è incluso anche lo "straniero". Vengono messe a fuoco nuove forme di vincoli e appartenenza al di là della classica partecipazione. Esse cambiano il modo con cui ci rivolgiamo alle persone, con cui collaboriamo con esse e come rafforziamo l'appartenenza.
Le immagini bibliche di sale e luce (cfr Mt 5,13ss) rafforzano un'azione che tiene in vista l'efficacia della Chiesa in un pubblico in cui l'attenzione è rivolta al bene privato e dove la polarizzazione è in aumento.
La proposta del vangelo è pubblica. La Chiesa deve perciò essere presente, visibile, percepibile nella società. Ma ciò che facciamo e diciamo deve riferirsi in modo più chiaro e significativo al messaggio di fede. Questo messaggio deve essere riconoscibile e il nostro agire deve essere rapportato ad esso. In questo riferimento sta la possibilità di essere ascoltati in ciò che solo noi possiamo dire. Noi vogliamo plasmare la vita nella comunità cristiana in modo tale da conservare o rafforzare ciò che ha successo e allo stesso tempo rendere possibili cose nuove. Se ciò avverrà, potremo, come testimoni della "libera grazia di Dio" essere strumenti di irradiazione negli altri e nel pubblico della nostra società.
Per rimanere aperti anche in futuro al nuovo, consideriamo attentamente cosa abbiamo e cosa facciamo. Come si può progettare al meglio il cammino verso il futuro con le premesse del coordinamento, dell’ edificazione della comunità e dell’irradiazione? Siamo riconoscenti per tutto ciò che è buono e ha dato buona prova. Gran parte di ciò resterà importante anche in futuro. Ma siamo anche determinati ad abbandonare le attività che hanno perso la loro importanza. Infatti il tentativo di stare attaccati a tutto ciò che è vecchio e insieme il coraggio di provare qualcosa di nuovo in un tempo di decrescenti risorse è destinato al fallimento. Questo è il riconoscimento comune di molti processi di trasformazioni e di futuro nelle Chiese regionali e sul piano EKD. Ne consegue per noi che la Chiesa deve essere trasformata in modo tale da lasciarsi “portare al largo” (Sal 18,20).
La promessa del Vangelo rimane. Il declino delle risorse non significa che le opportunità e le possibilità per la nostra Chiesa diminuiscano. Tuttavia, uno smantellamento che in certa misura non riduca altro che l’esistente non sarebbe una buona soluzione. Non soddisfa nessuno: né chi spera di trarre il maggior vantaggio possibile, né coloro che si aspettano che affrontiamo in modo creativo la crisi e troviamo il coraggio di aprire nuove strade.
Secondo la concezione evangelica, la Chiesa non è solo una (ulteriore) proposta accanto a molte altre in una società pluralistica. Né si definisce un'area speciale del sacro, lasciando la società a se stessa. Quanto meno la Chiesa è visibile nella società, tanto più si isola da essa. La via verso il largo va verso la gente per amore del Vangelo. La Chiesa evangelica prende sul serio le condizioni di una società plasmata dall'individualismo e dal pluralismo. Afferma la libertà dell'individuo e cerca la prossimità alla gente. È una Chiesa inclusiva che sostiene la pari opportunità. La testimonianza (martyria), il culto divino (leiturgia), la comunione (koinonia) e la diakonia (diaconia) costituiscono i tratti basilari della sua vita. Qui prendono forma il legame con Cristo, la promessa dello Spirito e l’amore al prossimo. In una società in cui i cristiani diminuiscono, dovremmo in futuro più che mai agire in solidarietà ecumenica. Infatti la Chiesa evangelica è pur sempre solo una parte dell'unica Chiesa di Cristo.
Le 12 linee guida
1.Pietà
Viviamo la nostra fede. La fede in Gesù Cristo prende forma come pietà che unisce atteggiamenti personali, tradizioni cristiane e spiritualità pratica. La pietà è la forma libera e consapevole di seguire Dio in Gesù Cristo e di rendere testimonianza in questo mondo. Si esprime in comunità, rituali e forme. Ha bisogno di tempi e di spazi. In una società sempre più secolarizzata acquisterà significato la trasmissione della fede cristiana e la pratica della pietà evangelica. La Chiesa rafforza tutti coloro che vogliono appartenerle in modo da vivere la loro fede e testimoniarla nella vita di tutti i giorni. Ciò richiede la conoscenza della tradizione della Chiesa come fonte di vita spirituale. La pietà evangelica si nutre della familiarità con la Sacra Scrittura. Da qui risulta la capacità di sviluppare nuove modalità di spiritualità. L’impegno formativo e diaconale della Chiesa è perciò di fondamentale importanza.
2.Pastorale
Accompagniamo le persone. La Chiesa evangelica rimane una Chiesa rivolta alla singola persona. Nelle circostanze mutevoli della vita, le persone dipendono l'una dall'altra. Anche se le strutture ecclesiali cambiano, deve essere garantita la disponibilità di una pastora o pastore per condividere le gioie e le sofferenze della gente. È compito di tutti i responsabili della pastorale essere accostabili e capaci di comunicazione. Noi rafforziamo le reti pastorali attraverso una buona qualificazione di tutti gli operatori pastorali e attraverso lo scambio professionale. È una sfida essere presenti dove le persone sono esposte a prove particolari.
3.Responsabilità pubblica
Diciamo di cosa viviamo. Tramite il vangelo di Gesù Cristo, Dio entra in rapporto con le persone. La predicazione della Chiesa è pertanto rivolta a tutti. Noi testimoniamo Cristo e prendiamo pubblicamente posizione nei processi sociali dove ciò è richiesto dal Vangelo e si riflette nella nostra vita e nel nostro operare ecclesiale in modo pratico e riconoscibile.
4.Missione
Testimoniamo Gesù Cristo nel mondo. La Chiesa evangelica invita tutte le persone a scoprire il disegno di Dio nel suo mondo (missio dei) e a riempirlo di vita. L'identità della nostra comunità sta nell'accogliere la riconciliazione di Dio in Gesù Cristo, nel ringraziarlo con il cuore, la bocca e le mani e nel mettere al centro i deboli e gli oppressi. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati (1 Tim 2, 4). Le forze e le possibilità della Chiesa come istituzione umana rimangono al riguardo limitate. Ma poiché l'amore di Dio ci spinge, trasmettiamo l'amore di Dio con le parole e con le azioni, con la diaconia e anche con i partner fuori della Chiesa. Poiché abbiamo fiducia nel suo vangelo, rendiamo testimonianza della sua presenza e invitiamo a credere.
5. Ecumenismo
Rafforziamo l’ecumenismo. La Chiesa evangelica lavora a stretto contatto e con fiducia con le Chiese cristiane e con le comunità in Germania e nel mondo che condividono la fede in Gesù Cristo. Introduce in questo modo il suo profilo riformatore. L'obiettivo è l'unità visibile nella diversità riconciliata. Dovunque le Chiese in luoghi particolari hanno un compito comune – ad es. negli ospedali, nelle carceri, nelle forze armate – elimineremo rapidamente i doppioni.
Rafforzeremo l'operare nella reciproca rappresentanza e nella stretta interconnessione del nostro impegno di Chiesa in loco e in contesti globali. Allo stesso tempo siamo rafforzati dal fatto di essere Chiesa in comunione ecumenica.
6.Digitalizzazione
Vogliamo essere Chiesa nello spazio digitale. La Chiesa evangelica si sente a casa anche nello spazio digitale. Ci serviamo di soluzioni digitali per riunire meglio le persone ed essere meglio e più facilmente raggiungibili come Chiesa. Nei media digitali ci scambiamo la nostra fede, celebriamo il culto divino, esercitiamo la pastorale e siamo in contatto con i nostri partner ecclesiali in tutto il mondo. Offriamo il maggior numero di possibili contatti digitali e in modo efficace. Poniamo particolare attenzione alle opportunità di partecipazione, di accessibilità senza barriere e di rispetto per tutti. La digitalizzazione è anche un'opportunità per un'amministrazione più efficiente e collegata in rete. Allo stesso tempo, vediamo la corresponsabilità critica della Chiesa per un contatto consapevole e socialmente responsabile con il cambiamento digitale nella nostra società.
7.Sviluppo della Chiesa
Noi costruiamo comunità. La Chiesa evangelica è aperta a nuove forme di vivere insieme la fede cristiana. Le comunità diventeranno più variegate e diversificate; i bisogni spirituali e le aspettative delle persone più diversi. La vicinanza alla gente resta fondamentale per l’attività della Chiesa in loco. Donne parroco e parroci ben formati e collaboratori professionali sono e rimarranno indispensabili a questo scopo. Sono necessarie delle reti solide in cui le comunità lavorino a stretto contatto e in maniera adeguata su base locale a livello regionale. In futuro, tuttavia, il luogo di residenza non sarà più l'unico criterio di appartenenza a una comunità. Il tradizionale “lavoro di scopo di gruppo” continuerà a cambiare e ad aprirsi. La comunità come riunione intorno alla Parola e al sacramento avrà luogo spiritualmente là dove la gente vive.
8. Appartenenza
Vogliamo che molte persone ne facciano parte. La Chiesa evangelica consente una partecipazione attiva anche alle persone che non sono (ancora) membri della Chiesa o battezzate. Il messaggio di Gesù Cristo è un grande invito; tutti possono appartenere alla comunità e parteciparvi. In futuro, questo dovrebbe diventare ancora più visibile all’ esterno e attraverso una maggiore apertura interculturale. Deve essere rafforzato il legame con la Chiesa delle persone all’inizio della carriera. Oltre alle proposte relative ai contenuti, dovrebbero essere considerati anche gli aspetti relativi ai risultati dell'appartenenza. Vogliamo rafforzare la corresponsabilità e le opportunità di compartecipazione attiva nella comunità in questa fase della vita.
9. Collaboratori
Incoraggiamo la cooperazione. La Chiesa evangelica crea le migliori condizioni possibili per i suoi collaboratori, sia professionali sia nel volontariato. Chi con la sua persona aderisce al messaggio di libertà di Dio, ha bisogno anche di spazi liberi. I nostri collaboratori sono incoraggiati a impegnarsi per la fede cristiana, ad agire in modo personalmente autonomo e a realizzare obiettivi concordati e insieme ai loro partner. La Chiesa garantisce una retribuzione equa, condizioni di lavoro favorevoli alle famiglie e una buona formazione continua per i collaboratori a tempo pieno e volontari.
10. Leadership
Decidiamo in maniera corresponsabile. La Chiesa evangelica, per attuare le riforme, ha bisogno di un migliore coordinamento interno e della volontà di collaborare. Ci saranno più spesso decisioni che non possono accontentare tutti. Dobbiamo stabilire le priorità in vista del futuro della Chiesa nel suo insieme. Il nostro obiettivo è costituito dalle condizioni quadro in cui la Chiesa con il suo messaggio rimanga chiaramente riconoscibile e in grado di agire. Ci impegniamo per fare in modo che l'abuso di fiducia e di potere sia impedito mediante misure strutturali di prevenzione e aver cura che sia affrontato in modo appropriato.
11. Strutture
Ci muoviamo. In futuro, la Chiesa evangelica dal punto di vista organizzativo dovrà essere meno simile a un ministero statale ma assomigli più a un soggetto orientato all'innovazione o a una efficiente organizzazione della società civile. Gli incarichi per i nostri collaboratori lasciano spazio per rispondere alle tendenze. I locali della chiesa agevolano gli incontri. Perché questo funzioni, opera in background un'amministrazione professionale, agile e ben attrezzata, sempre più sulla base degli standard dell’EKD.
12. EKD e Chiese regionali
Siamo tutti EKD. La Chiesa evangelica in Germania è una comunità di Chiese membri e come tale è percepita dalla gente. In Germania costituisce la piattaforma comune per tutti coloro che ne fanno parte. Suo compito è rafforzare e approfondire internamente la comunione tra le Chiese regionali ed esternamente rappresentare l'intera Chiesa a livello nazionale e internazionale. Può assumersi la responsabilità di tutte le Chiese membri insieme. Altre cose possono essere sostenute a nome di tutti dalle singole Chiese regionali. È importante che il medesimo compito in futuro sia ogni volta effettuato da una sola Chiesa – e così va bene.
a cura di ANTONIO Dall’Osto