Gellini Anna Maria
67° Assemblea Nazionale USMI
2021/1, p. 10
Il tema che ha accompagnato le giornate dal 17 al 19 novembre 2020 – “Oltre le paure: ripartire dalla logica del Vangelo” – è risuonato come un invito a guardare con speranza il futuro, senza lasciarsi travolgere dalle paure e dalle tante fragilità e precarietà di questo tempo.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
67° Assemblea nazionale USMI
La situazione inedita della pandemia ha obbligato quest’anno le Superiore generali, prima a rimandare a novembre il consueto incontro di primavera, poi ad usare la modalità online per lo svolgimento della 67° assemblea nazionale USMI.
Il tema che ha accompagnato le giornate dal 17 al 19 novembre 2020 – “Oltre le paure: ripartire dalla logica del Vangelo” – è risuonato come un invito a guardare con speranza il futuro, senza lasciarsi travolgere dalle paure e dalle tante fragilità e precarietà di questo tempo. Un invito – ha detto in apertura madre Yvonne Reungoat, Presidente nazionale USMI e Superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice – a “testimoniare che oltre le paure c’è l’amore di Dio che accoglie, accompagna, guarisce, educa, conforta, ascolta, guarda e si mette accanto alla nostra vita in tanti modi, attraverso tante persone di buona volontà”. E la buona volontà delle tante consacrate è impegno a vivere “con lo sguardo a questo Paese, alle attese che portiamo in cuore e alle nuove domande che ci raggiungono in un tempo di gravi difficoltà economiche, emotive, affettive per tanta parte dei suoi abitanti, di preoccupazioni per la salute e la tenuta delle società, per un nuovo modo di intendere le relazioni sociali, per la ricerca di nuovi strumenti di coesione nazionale che rimettano al centro le persone e la loro vita”.
Attingendo alla Parola, (cap. 37 del profeta Ezechiele) la biblista Rosalba Manes ha evidenziato quanto la vita consacrata debba essere profezia evangelica, capace di annunciare la vita anche in situazioni come quella “in cui ci troviamo a vivere: la pandemia con il suo strascico di morte, di incertezze, di difficoltà. Ci accorgiamo che la nostra fede è affaticata. Ma la VC, deve lasciarsi plasmare dalla Parola per diventare luce … perché il mondo ha bisogno dei profeti che sono come gli occhi dell’umanità”. “Vivere la fede, la speranza, la carità, curare la vita interiore e le relazioni, testimoniare la gioia di appartenere a Cristo: questo fa della vita consacrata la profezia che è necessaria oggi”.
Chi ci vede, ha bisogno di “incontrare consacrate veramente felici” ha sottolineato Valentina Cason, nella sua testimonianza di volontaria presso la comunità Nuovi Orizzonti. E don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, crocevia per i tanti viandanti del nostro tempo, ha presentato un decalogo per essere profezia per il futuro: è necessario coraggio, umiltà, creatività, dignità, fedeltà, perdono, tenerezza, gioia, bellezza, capacità di trasformare le fragilità in benedizione.
La logica del Vangelo
La seconda mattinata dell’assemblea è stata dedicata all’ascolto della relazione di don Luigi Epicoco sul tema: “La logica del Vangelo”, un invito a rileggere la vita a partire dal Vangelo. “Il vangelo si mostra con un’identità precisa: è la persona di Gesù, non un’idea, una persona! Gesù viene ad abitare in mezzo a noi, vive con noi e mostra una passione infinita per le persone mentre polemizza fortemente contro la mentalità del mondo. Se la VC vive e pensa come il mondo, perde la possibilità di profezia. Ma anche relegare i voti alla disciplina non è profezia, tanto meno se li leggiamo in chiave moralistica. “Sono queste le due derive attraverso cui possiamo tradire la logica del vangelo: la norma e il moralismo”. Quale profezia è originata dai voti? In sintesi don Epicoco esprime alcune linee necessarie perché la profezia non venga spenta. Riguardo alla povertà: “La prova ci aiuta a diventare più autentici, a smascherare quello che non va. È saggezza imparare a leggere i momenti difficili come provvidenza. Siamo chiamate a mostrare al mondo una relazione diversa con le cose; il vangelo ci interpella”. Certamente deve essere chiaro il primato di Dio sulle cose!
Riguardo alla castità: “Come ragiona il mondo? Usa un atteggiamento predatorio: piegare l’altro a me, uso l’altro per coprire il mio vuoto esistenziale: è del mondo la logica possessiva. La castità è la profezia della relazione. Il dono di sé. Non c’è gioia più grande che donare la propria vita. Questa cosa è visibile ed è profezia nel mondo di oggi dove la famiglia è in crisi proprio perché sono in crisi le relazioni”.
Infine “l’obbedienza evangelica è come quella di Gesù: “Io dono la vita da me stesso; nessuno me la toglie”. Gesù va sulla croce non per “obbedire” ciecamente a un comando del Padre, ma perché accetta e dona la vita spontaneamente. Gesù va alla croce da Figlio, da uomo libero. Io mi devo prendere la responsabilità di quello che mi viene chiesto. Vivere l’obbedienza non è questione solo esecutiva. Non siamo chiamati a mostrare al mondo il sacrificio, ma la gioia, la libertà, non semplice esecuzione di comandi”.
Accogliere la fatica del discernimento
Il terzo e ultimo giorno di Assemblea, suor Nicla Spezzati, consigliera USMI Nazionale, ha trattato il tema: “Da una denuncia dolente possibili pro-vocazioni generative per il servizio di autorità negli IVC e SVA”.
“Una velata acédia fiacca, a volte, il nostro spirito, offusca la visione e intorpidisce i passi, coniugando l’identità della VC su un paradigma invecchiato e autoreferenziale. La VC sta attraversando un guado, ma non può restarvi in modo permanente. Siamo invitati ad operare il passaggio con cuore di profeti”.
Le sollecitazioni di papa Francesco ad una nuova stagione di cambiamento implicano un ritorno serio e purificatore alla centralità della sequela Christi come vita evangelica e il ricentrarsi su un senso ecclesiale non più basato sull'efficienza.
Si tratta di «prendere contatto con il passaggio dello Spirito» e questo significa «ascoltare quello che Dio ci sta dicendo all’interno delle nostre situazioni» di Istituto. Il processo di discernimento va avviato e fatto progredire nella prospettiva di individuare ‘futuri possibili’ o ‘desiderabili’ che non ‘capitano’, ma si scelgono accogliendo la provocazione potente e umile del Vangelo e gli elementi irrinunciabili del carisma fondazionale. Solo così si manterrà viva la VC come profezia. “Il profeta conosce Dio e conosce l’umanità. È capace di discernimento e sa denunciare il male del peccato e le ingiustizie, perché è libero. Il profeta sta abitualmente dalla parte dei poveri e degli indifesi, perché sa che Dio stesso è dalla loro parte”.
Madre Ester Pinca ha introdotto il tema “Il Carisma reinterpretato: revisione delle opere” puntualizzato poi da sr. Claudia Grenga.
“S’impone la fatica e la grazia del discernimento il quale richiede come punto di partenza l’impegno di identificazione dei problemi, delle domande e delle risposte: le decisioni e le scelte di oggi sono il prossimo futuro missionario. Esse ci chiamano ad operare insieme nei territori in cui siamo presenti, attraverso cammini comunionali”. Per questo motivo sarà programmato prossimamente un incontro webinar sull’argomento al quale tutte le superiore generali sono invitate. Nel frattempo, il Consiglio di Presidenza USMI ha avviato un gruppo di lavoro e di scambio, composto da alcuni esperti con competenze tecniche specifiche, che si misura nel guardare più da vicino casi specifici di Istituti che intendono procedere a ristrutturazione di opere o alienazione delle stesse.
“Viene chiamata in causa la nostra mentalità progettuale, l’autenticità della nostra ecclesialità, la nostra capacità di integrare i carismi propri di ciascun Istituto, di condividere le risorse di competenze e di saperi e l’essere invitate a “fare insieme” nella Chiesa, secondo modalità “fraterne”. (Economia a servizio del carisma e della missione. Orientamenti n.4)
ANNA MARIA GELLINI