Arrighini Angelo
L'immaginazione del possibile
2021/1, p. 8
La recente assemblea USG si è svolta on line a causa della pandemia. Ciò non ha impedito un confronto aperto in un momento problematico come quello attuale, illuminato dal magistero di papa Francesco.

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94a ASSEMBLEA DEI SUPERIORI GENERALI
L’immaginazione del possibile
La recente assemblea USG si è svolta on line a causa della pandemia. Ciò non ha impedito un confronto aperto in un momento problematico come quello attuale, illuminato dal magistero di papa Francesco.
In tempi di pandemia come quelli che stiamo vivendo, i superiori generali, dopo la soppressione della loro assemblea semestrale del maggio scorso, non potevano rinunciare del tutto anche a quella di novembre; e così, in tre pomeriggi, dal 25 al 27, per tre ore al giorno, forse per la prima volta nella loro lunga storia – supportati dal consueto staff di interpreti – si sono incontrati on line. Il tema scelto era in qualche modo scontato: “Una nuova immaginazione del possibile: leadership in tempi post Covid -19”.
In questo periodo, ha esordito nel suo saluto iniziale il presidente USG, Arturo Sosa, una nuova immaginazione è possibile solo con il dono della “audacia dell'impossibile”. Nella seconda ondata di pandemia, in una situazione di stanchezza sempre più diffusa, tutti sono stati costretti a lasciare per strada anche i tanti problemi della VC. In un tempo in cui le agende cambiano di giorno in giorno, è difficile prevedere l’impatto della pandemia soprattutto sulla vita religiosa apostolica. Solo con l’immaginazione che viene dall’alto, soprattutto in questo periodo, la VC potrà dare il suo contributo alla vita della Chiesa.
Un mondo nuovo all’orizzonte
Proprio in un momento “devastante” come quello del Covid-19, ha osservato Bob Stilger, fondatore ed attuale presidente del centro “New Stories”, si avverte l’esigenza di una nuova leadership in grado di rimotivare in profondità l’esistenza delle persone. Lo si può fare solo provando a risvegliare i doni e le potenzialità di cui ogni persona è dotata. Spetta ai leader arrivare alla consapevolezza di situazioni sempre più frequenti, come ad esempio: ogni comunità ha i suoi leader, qualunque sia il problema la comunità ha le sue risposte, l'autosufficienza e l'interdipendenza in situazioni come queste sono strettamente interconnessi, non si può vivere aspettando sempre l'aiuto degli altri, non mancano mai le risorse per iniziare ogni volta qualcosa di nuovo, basta saper camminare al ritmo delle persone più lente e facendo eventualmente un passo alla volta.
Guardandosi sapientemente attorno, è facile cogliere non solo ciò che sta morendo, ma anche ciò che sta nascendo. Mentre da una parte c’è chi lotta per mantenere i privilegi conseguiti, dall’altra c’è chi si batte per assicurarsi una vita migliore. Tutte queste tensioni sono purtroppo intensificate dalla lunga serie di disastri, di crolli e di sconvolgimenti che ci circondano. Molte sono facilmente identificabili, ad esempio, nel cambiamento dell’esistenza di tante persone, causato dal Covid-19, nelle sempre più frequenti migrazioni dovute alle catastrofi climatiche sotto gli occhi di tutti, nelle guerre provocate dalle lotte per il predominio in ambito politico, nel sogno di una vita migliore delle tante persone sempre più povere ed emarginate, nella violenza scatenata non solo dalla rabbia e dalla sofferenza, ma anche dalla confusione inevitabilmente connessa ai cambiamenti in corso.
Ma all'interno e al di là di tutte queste tensioni, sta nascendo un “nuovo mondo”, quello della ricostruzione di un nuovo tessuto sociale e comunitario, della reinvenzione del nostro rapporto con il cibo e la salute, della costruzione di nuove abitazioni energeticamente più vivibili, della trasformazione in atto dei nostri rifiuti in preziose risorse per la vita di tutti i giorni, della reinvenzione del nostro modo di imparare, di lavorare e giocare.
Una conferma della speranza convintamente proiettata su un “mondo nuovo”, è venuta anche dal suggestivo “PowerPoint” preparato e commentato dal Segretario aggiunto del dicastero vaticano per lo sviluppo integrale, p. Augusto Zampini-Davies. In una ventina di curatissime slides, i superiori generali hanno potuto visualizzare concretamente il senso di quanto verbalmente ascoltato dai vari interventi on line. Eloquente la slide con le copertine dell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” e delle due encicliche “Laudato si’” e “Fratelli tutti” di papa Francesco. È importante, ha commentato il relatore, cogliere in tutta la loro profondità le radici di una crisi complessa – una crisi ecologica, economica, politica, sociale, spirituale – come quella attuale. In piena sintonia con papa Francesco, la pandemia in corso, «ci impone di andare oltre le sfide di oggi e visualizzare il mondo che vogliamo costruire per il futuro». Da questa crisi pandemica si uscirà meglio o peggio, ma «saremo noi stessi a scegliere», anche sulla base di una riflessione teologica, di un dialogo interreligioso e di una cooperazione a vasto raggio.
Immaginazione realistica ed evangelica
Complimentandosi del tema scelto per questa assemblea, il segretario del dicastero per la VC, mons. José Rodriguez Carballo, ha concentrato la sua riflessione su tre parole: immaginazione, realismo, vangelo. L’immaginazione è strettamente connessa ai sogni, ai quali papa Francesco dedica una speciale attenzione nell’enciclica “Fratelli tutti”: «Come è importante sognare insieme… Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è» (FT,8). Sempre insieme si dovrebbe immaginare una VC aperta, segnata da una vera fraternità dove nessuno venga escluso o si autoescluda. Proprio in quanto consacrati si dovrebbe immaginare e sognare insieme non solo ai membri delle singole comunità religiose o dei singoli istituti di VC, ma anche insieme a tutta la Chiesa, al mondo intero. Secondo papa Francesco, anche il futuro della VC non è mai monocromatico; va visto, invece, nella varietà e nella diversità degli apporti che ciascuno può dare; anche le persone che possono aver sbagliato nella vita, possono essere apportatrici di qualcosa «che non deve andare perduto» (FT, 217).
Strettamente legato all’immaginazione è il realismo. Mentre alcuni parlano di un realismo cinico, asfissiante, papa Francesco - pur consapevole delle nubi che si addensano sul mondo, sulla Chiesa, sulla VC – non smette di sognare, a questo riguardo, qualcosa di veramente nuovo. Anche nell’ambito specifico della VC, «senza speranza non c’è futuro, anzi, non c’è presente». Si dovrebbe sempre prestare una grande attenzione soprattutto ai “profeti di sventura” che fanno professione di realismo. Anche in questo, papa Francesco non confonde mai la speranza con l’illusione. È una persona che sa coniugare perfettamente il realismo con quella speranza che «sa misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza… una speranza audace che sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e gioiosa e dignitosa» (FT 55).Ma dove trovare oggi questo realismo impregnato di speranza se non nel vangelo? Certo, non basta leggerlo e neanche solo meditarlo; va vissuto con “radicalità e sincerità”. Il vangelo, come afferma papa Francesco nella sua “Lettera a tutti i consacrati”, non è ideologia, ma un vero e proprio “vademecum” per la vita e le scelte di tutti i giorni; anzi, è una “regola assoluta” dal momento che non si possono separare i due comandamenti riguardanti l’amore di Dio e l’amore del prossimo. La fraternità cristiana, come presentata in “Fratelli tutti”, è un vangelo vissuto ogni volta che «l’altro, al di là della provenienza e della religione che professa, è accolto e abbracciato come fratello».
Papa Francesco non si stanca mai di ricordarci che al centro del vangelo stanno i poveri che oltre a essere “carne di Cristo”, possono diventare in qualche modo anche la “pietra d’angolo” per la costruzione di una società più umana e più fraterna.
Verso la fine dell’assemblea, non è mancato il saluto conclusivo del prefetto del dicastero della VC., mons. João Braz de Aviz. Ha avuto una parola di incoraggiamento per la condivisione, sia pure solo on line, delle idee e delle esperienze in atto riguardanti la VC nella Chiesa. Anche a suo avviso, proprio questo tempo è particolarmente propizio per guardare con coraggio, anche nel mondo dei consacrati, a una nuova immaginazione del possibile, sempre partendo dal realismo del vangelo. In questo momento particolarmente difficile per tutti, non è facile intravedere il futuro; è già tanto «imparare a rimetterci in piedi e continuare a sostenerci a vicenda».
La lunga storia dell’unione dei superiori generali è lì a confermare i buoni risultati di un cammino fatto insieme. Papa Francesco, con l’enciclica “Fratelli tutti” ha stimolato anche la VC ad aprirsi ad una vita fraterna «in tutte le direzioni, incominciando dal cambiamento delle nostre comunità spesso troppo gerarchizzate e segnate da mancanza di spirito di famiglia». Anche e soprattutto i religiosi sanno per esperienza che un simile cambiamento richiede inevitabilmente “perseveranza, costanza e pazienza”.
ANGELO ARRIGHINI