Cabra Piergiordano
Tutti in una barca
2021/1, p. 7
Pensando al 2021 e alle prospettive indotte dalla pandemia, che sembra esigere periodi più o meno lunghi di clausura, sorge la domanda se il nuovo anno sarà più simile a un carcere, a un ospedale o a un monastero. Il nuovo anno inizia con molte chiusure in corso. Serrande abbassate, divieti di circolazione, coprifuoco: l’immagine è quella di un carcere. E pensavamo di essere liberi di muoverci con sempre più rapidi mezzi per circolare nel vasto mondo. Ora però la paura ci blocca e ci fa accettare limitazioni inaccettabili fino a pochi mesi fa.

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Tutti in una barca
Pensando al 2021 e alle prospettive indotte dalla pandemia, che sembra esigere periodi più o meno lunghi di clausura, sorge la domanda se il nuovo anno sarà più simile a un carcere, a un ospedale o a un monastero. Il nuovo anno inizia con molte chiusure in corso. Serrande abbassate, divieti di circolazione, coprifuoco: l’immagine è quella di un carcere. E pensavamo di essere liberi di muoverci con sempre più rapidi mezzi per circolare nel vasto mondo. Ora però la paura ci blocca e ci fa accettare limitazioni inaccettabili fino a pochi mesi fa.
L’altra immagine che ci accompagna è quella dell’ospedale. I veicoli più presenti sulle strade sono state le ambulanze. Gli interni e i primi piani più presenti nei telegiornali sono stati quelli degli ospedali. Siamo stati bombardati da virologi e scienziati che con il loro disaccordo ci hanno disorientati, ma convinti che il virus è una cosa seria, pericolosa, inafferrabile.
Una immagine talvolta evocata è quella di un monastero, un luogo dove la limitazione della libertà aiuta a intensificare la preghiera, la meditazione, la riscoperta di una vita meno superficiale oltre che la ricerca di una più intensa vita fraterna.
A quelli che si sentono in carcere si augura la forza di acquistare la necessaria libertà interiore per vedere anche qualche aspetto positivo della situazione.
A quelli che si sentono ospedalizzati, si augura di trovare i rimedi più efficaci, per affrontare in buona salute le novità che ci attendono e che avranno bisogno di tempra solide e di spiriti forti.
Per quelli che si sentono come in un monastero, si augura di pregare per tutti e di esibire frutti concreti di solidarietà fraterna. A tutti la pace che viene dal sapersi amati dal Signore del cielo e della terra.
Ma c’è anche un’altra immagine, che ci può accompagnare nel nuovo anno: “Ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari”. Così Papa Francesco il 27 marzo, in una piazza deserta e flagellata dalla pioggia.
La fragilità che tutti ci accomuna, ci dovrebbe convincere che “nessuno si salva da solo”.
Fratelli tutti e sorelle tutte: siamo sulla stessa barca in pericolo, non sprechiamo questa crisi: ci si salva insieme!
Sulla stessa barca ci sono cristiani e musulmani, atei e anarchici, profeti e reazionari, individualisti e idealisti, “benedettini” e “francescani”, tutti potenziali vittime e tutti potenziali costruttori di futuro.
È questa consapevolezza che deve entrare nelle nostre prospettive, per rianimare la nostra riflessione, la nostra preghiera e il nostro impegno per il nuovo anno!
Ave maris Stella, Dei mater alma, funda nos in pace!
PIERGIORDANO CABRA