Giudici Giovanni
Pregare con il non credente
2020/7, p. 15
Il mondo di cui siamo parte è, per noi credenti, creazione di Dio. E come opera di Dio è anche mantenuta in vita dalla decisione divina di ‘creare’. Questa convinzione nasce dall’ascolto della Parola di Dio e della tradizione religiosa. L’accompagnamento della religione alla domanda “che cosa c’è all’origine del mondo”, è un grande sostegno alla vita del credente, e aiuta a vivere gratitudine e curiosità per l’opera di Dio. Dio ha creato il mondo e con questo vogliamo dire che lo mantiene in vita, anzi Gesù più volte afferma addirittura che Dio ama il creato, e tutta la storia dell’umanità.

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Pregare con il non-credente
Il mondo di cui siamo parte è, per noi credenti, creazione di Dio. E come opera di Dio è anche mantenuta in vita dalla decisione divina di ‘creare’. Questa convinzione nasce dall’ascolto della Parola di Dio e della tradizione religiosa. L’accompagnamento della religione alla domanda “che cosa c’è all’origine del mondo”, è un grande sostegno alla vita del credente, e aiuta a vivere gratitudine e curiosità per l’opera di Dio. Dio ha creato il mondo e con questo vogliamo dire che lo mantiene in vita, anzi Gesù più volte afferma addirittura che Dio ama il creato, e tutta la storia dell’umanità.
Il sapere che siamo una creatura amata, ci consente di vivere con gratitudine i grandi spettacoli naturali, e meraviglia per le infinitesimali precisioni dei meccanismi che regolano la vita di ogni creatura. Inoltre professare la fede nella creazione ci aiuta a vivere come persone che riconoscono prima\sopra di sé un Dio che è creatore e Padre.
Fermandoci alla espressione “Dio è creatore”, non diamo ancora la caratteristica più specifica del nostro Dio. Leggendo le prime pagine del libro ‘Genesi’, attraverso una descrizione poetica, apprendiamo non solo il rapporto tra Dio e l’uomo. Il Creatore, che edifica l’uomo con le sue mani, plasmandolo, si manifesta con un gesto di tenerezza! E poi si descrive quale meraviglia è vivere nel giardino in cui il Creatore pone l’uomo e la donna. Questa azione di Dio e la sua presenza all’inizio del creato, è stata accolta e ha dato certezza a molte persone per tutti i millenni della storia umana. Oggi l’obiezione all’esistenza di un Dio creatore è accettata da molti, specialmente in occidente. È evidente che il rispetto per i grandi progressi della scienza e l’ammirazione per i successi che essa ha conseguito, favorisce l’ipotesi formulata che all’inizio del mondo vi sia un ‘evento’, non una Persona.
Quando si affronta l’enigma della realtà e del suo inizio, sono possibili due risposte: esistenza del Dio creatore, realtà trascendente, origine e fondamento del mondo e interessato alla vita buona dell’uomo/donna, oppure formulare la ipotesi, incontrovertibile, che il mondo è senza Dio. La ragione umana dovrà valutare queste due risposte, vedere quale delle due è più ragionevole e optare per essa. L’uomo sa che ciascuna delle due opzioni non possiede la certezza assoluta, ossia che l’altra possibilità non viene eliminata.
Credere nel Dio creatore significa che il credente può vivere con la certezza assoluta della verità su cui appoggia la sua vita; ma questo è possibile solo se agli argomenti razionali si aggiunge l’esperienza interiore dello Spirito. I momenti dell’esperienza spirituale sono intuizioni che accadono nell’interiorità, sono strettamente personali, e non possono diventare argomento di discussione razionale.
La risposta del credente rimanda solitamente alla propria condizione di “creatura di Dio”, al suo compito di “seguire la parola di Dio”: e qui emergono spesso (non sempre!) comportamenti soggettivamente e collettivamente assai positivi, di profonda ricchezza spirituale, di grande attenzione e generosità verso il prossimo, di atteggiamento socialmente ed economicamente costruttivo.
Da una prospettiva schiettamente laica, molti hanno mostrato il grande contributo che il popolo dei credenti può apportare al capitale sociale delle società contemporanee e, nello specifico, alla costruzione di una nuova Europa.
Il non credente è invece costretto a ricavare la risposta dalla propria condizione di ”essere gettato nel mondo”, di soggetto della storia naturale: e se matura analoghe istanze positive verso di sé ed i propri simili, troverà nella consonanza con il credente una decisiva leva per sostanziare un patto tra “gli uomini di buona volontà”.
Oggi credenti e non credenti hanno il dovere di coltivare reciprocamente la loro umanità: le loro interrogazioni sul senso dell'essere al mondo e dell'agire insieme agli altri uomini. È un dono dello Spirito avvertire che si tratta di tesi astratte e concorrenti, ma bisogni condivisi sui quali incontrarsi, perché umanità implica comprensione dell'altro, anzi riconoscimento dell'impegno profuso dall'altro verso la conquista di una più profonda comprensione del valore dell'essere umano.
Pensatori attenti alla caratteristica dell’ateismo moderno, che è scaturito dalla passione per le prospettive aperte dal metodo della scienza, hanno fatto notare «Le vere battaglie della vita avvengono all’interno della immaginazione umana…come ci vediamo? Che cosa speriamo? Qual è il senso delle cose?» (Gallagher, La poesia umana della fede). È assai interessante riflettere e far riflettere coloro che dicono di non credere su prospettive di domande e di esperienze nelle quali credenti e non credenti si confrontano. Oggi credenti e non credenti hanno il dovere di coltivare reciprocamente la loro umanità: le loro interrogazioni sul senso dell'essere al mondo e dell'agire insieme agli altri uomini.
Non sono, queste, tesi astratte e concorrenti, ma domande o inquietudini condivise. È importante chiedere nella preghiera la capacità di incontrarsi tra cercatori di Dio, con spirito di mitezza e disponibilità. Questi atteggiamenti, tanto richiamati da Gesù, consentono una comprensione dell'altro, anzi il riconoscimento dell'impegno profuso dall'altro verso la conquista di una più profonda determinazione a riconoscere il valore dell'uomo. L’attenzione e la sensibilità per la dimensione interiore della persona è in grado di insegnare a leggere le trasformazioni nelle priorità della vita. Così siamo aiutati, e aiutiamo gli altri, ad avere occhi aperti per il mistero di Dio che silenziosamente si rende presente.
Giovanni Giudici