Gellini Anna Maria
Stagione di potatura e di alleggerimento
2020/6, p. 46
«Serve una Chiesa capace di nuova immaginazione e perciò capace di ripensare se stessa all’interno del nuovo contesto culturale in cui si trova». (Papa Francesco). È necessario prendere atto della relatività storica di ogni forma di vita sociale, compresa la vita consacrata e che da ogni crisi se ne esce solo in avanti. Rino Cozza, presbitero della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo, prova a indicare una strada: in 5 capitoli propone una riflessione su parole significative che esprimano buone pratiche di nuova umanità, parole di nuovi paradigmi istituzionali e apostolici, parole che richiedono di essere purificate.

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NOVITà LIBRARIA
Stagione di potatura
e di alleggerimento
«Serve una Chiesa capace di nuova immaginazione e perciò capace di ripensare se stessa
all'interno del nuovo contesto culturale in cui si trova». (Papa Francesco). È necessario prendere atto della relatività storica di ogni forma di vita sociale, compresa la vita consacrata e che da ogni crisi se ne esce solo in avanti. Rino Cozza, presbitero della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo, prova a indicare una strada: in 5 capitoli propone una riflessione su parole significative che esprimano buone pratiche di nuova umanità, parole di nuovi paradigmi istituzionali e apostolici, parole che richiedono di essere purificate.
Pratiche di nuova umanità
La VC ha bisogno di principi orientatori che la portino a non essere esclusa dai circuiti della vita. Uno di questi principi è quello dell'autenticità, che nell’armonia tra unità e pluralismo, rende possibile e bella la fraternità. Nel saper cogliere la bellezza della VC, si fa esperienza di qualcosa che avvolge, coinvolge e attrae. La scelta di appartenenza a una forma di vita da discepoli, oggi, proviene da esperienze concrete di vita bella secondo il vangelo, conseguenti all'incontro con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte, trasparente espressione della forza liberatrice e sanante di Cristo.
Dalla bellezza nasce la passione. La vita e ancor più la VC, non avanza per divieti o per obblighi, ma per attrazione, per passione. Diversamente c’è languore, apatia, assenza di energia vitale.
La passione ha come suo frutto il desiderio, dando spazio e valore alla tenerezza, alla corporeità e all’amicizia. “La tenerezza è efficace perché disarmante; non si impone, ma sa attendere con fermezza e con fiducia; non blocca con atteggiamenti di superiorità, ma va incontro; non è inclusiva o chiusa entro recinti di sicurezza e di potere, ma si espone, è estensiva, dilatabile. È attesa, vigilanza, gratuità”. La corporeità è il luogo delle nostre relazioni, raccoglie il diario della nostra storia, è il luogo concreto in cui facciamo le esperienze della vita. Sul piano della vita relazionale — dice il Papa — la fraternità dovrebbe portare anche «a vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene». Si tratta di rimettere al centro il primato delle relazioni umane che superino ogni forma di dominio e di personalismo e aprano a uno stile di servizio indicato da Cristo come gesto paradigmatico per tutti coloro che lo seguono. Il servizio diventa a sua volta luogo di profezia, in cui si agisce democraticamente e si diventa capaci di attivare processi di corresponsabilità.
Nuovi paradigmi apostolici
È tempo di ritornare a quel tipo di fraternità la cui radice teologica è data dalla figura di Gesù servo. Ma l'autorevolezza di chi la coordina dev'essere data dal carisma di saper creare le condizioni per «fare casa». È solo una persona che ha «famigliarità» con il luogo dove sta che può dare consigli, ma lo può fare perché ascolta, perché conosce, attraverso relazioni equilibrate e gratuite. II Papa invita in particolare a offrire di Cristo l'immagine della «misericordia» compassionevole, non solo perché «è la più grande di tutte le virtù», ma perché è l'abito dell'amore di Dio che porta frutto quando l’uomo diventa lui stesso misericordia. Il Dio che Gesù ci comunica è pieno di vicinanza, solidarietà, conforto; egli lo fa stando in mezzo alla gente con una sensibilità, un modo di essere e di sentire ricco di compassione quale atto di amore incondizionato fatto di attenzione, ascolto, perdono, guarigione, incoraggiamento, fiducia, superamento dei pregiudizi, tabù, separazioni. Dentro l’esperienza della misericordia può trovare spazio l’esperienza della fragilità, canale privilegiato per portare frutto, e per imparare a stare nel solco della grazia, in ascolto del fluire della vita e dell’agire di Dio.
Parole da purificare
La rivitalizzazione della verità, della ragione, della libertà e della coscienza da parte del Concilio, richiede oggi una verifica e una purificazione. La novità del Vaticano II è consistita in gran parte nell’ammettere che è nel grembo di un dato momento della storia che si trova quel seme generativo che dà corpo al vero e al buono di ogni passaggio di vita. La verità dunque non la si possiede ma la si cerca costantemente nei segni della storia e del tempo, sostenuta dalla fede e dalla ragione. E nello stesso tempo non può fare a meno della libertà, origine di responsabilità non delegabile e aria vitale di ogni rapporto: con Dio, con gli altri, con se stessi. Libertà non vuol dire individualismo, perché nella libertà della propria coscienza il cristiano è chiamato a inserirsi in modo più ampio possibile in un progetto di fraternità. La VC, oltre ad avere il compito di risvegliare le coscienze, è chiamata a un impegno di formazione personale della coscienza, a formarsi in una libertà che sia fedeltà matura, a far verità nel suo servire per essere trasparenza di giustizia, di condivisione, di sobrietà, di gratuità, a purificare ogni situazione irrigidita o contaminata, destinata all’insignificanza e alla sterilità.
Anna Maria Gellini