Cereda Francesco
"Quali Salesiani per i giovani di oggi?"
2020/5, p. 5
Il tema è stato articolato in tre nuclei: le priorità della missione giovanile, la formazione iniziale e permanente, la formazione congiunta e la missione condivisa tra salesiani e laici. Il Capitolo era anche elettivo. Il Rettor Maggiore ha indicato sette piste di cammino per il prossimo sessennio 2020-2026.

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CAPITOLO GENERALE 28° DEI SALESIANI
“Quali Salesiani per i giovani di oggi?”
Il tema è stato articolato in tre nuclei: le priorità della missione giovanile, la formazione iniziale e permanente, la formazione congiunta e la missione condivisa tra salesiani e laici. Il Capitolo era anche elettivo. Il Rettor Maggiore ha indicato sette piste di cammino per il prossimo sessennio 2020-2026.
Con lettera del giugno 2018 il Rettor Maggiore ha indetto il 28° Capitolo generale della Congregazione salesiana, indicando la data e il luogo di svolgimento, il nome del Regolatore dei lavori capitolari, il tema: “Quali salesiani per i giovani d’oggi?”. Tale tema è stato scelto con un lavoro di gruppo prima e di insieme poi nel Consiglio generale; anche la lettera di indizione è stata studiata e formulata insieme nel Consiglio.
Il tema è stato articolato in tre nuclei: il primo nucleo riguardava le priorità della missione giovanile e aveva come scopo di assumere le indicazioni dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi “I giovani, la fede, il discernimento vocazionale”; il secondo si riferiva alla formazione iniziale e permanente e intendeva chiedere al Capitolo di indicare alcuni orientamenti per rispondere alle esigenze della missione giovanile oggi; il terzo voleva approfondire la formazione congiunta e la missione condivisa tra salesiani e laici dopo 25 anni dalla celebrazione del Capitolo generale 24° che aveva assunto questa impegno. È interessante notare come il tema richiedeva nei suoi tre nuclei una triplice conversione: una conversione missionaria di una Congregazione “in uscita”, una conversione evangelica di una Congregazione misericordiosa, una conversione sinodale di una Congregazione che cammina insieme coinvolgendo tutte le vocazioni: consacrati, laici, giovani e famiglie.
Intenso è stato il lavoro di preparazione con la celebrazione di 90 Capitoli ispettoriali, l’ascolto dei giovani in tutte le opere e ispettorie, la lettura di tutte le proposte pervenute dai Capitoli ispettoriali, la formulazione dello strumento di lavoro sul tema. I Capitoli ispettoriali, la formulazione dello strumento di lavoro e l’Assemblea capitolare hanno lavorato con la stessa metodologia del discernimento che si articola nei tre passi: riconoscere, interpretare, scegliere. I frutti di questa metodologia si sono rivelati promettenti.
Relazione sullo stato della Congregazione
La prima settimana capitolare, svoltasi dal 16 al 22 febbraio, ha visto principalmente la presentazione e lo studio della relazione del Rettor Maggiore sullo stato della Congregazione nel sessennio 2014-2020. La relazione è stata illustrata all’Assemblea per parti, ognuno secondo la propria competenza e responsabilità, dal vicario del Rettor Maggiore, dai 5 consiglieri di settore e dai 7 consiglieri regionali; al termine il Rettor Maggiore ha offerto una valutazione sintetica della situazione e alcune prospettive di futuro. La relazione è stata quindi studiata nei gruppi regionali di confratelli. Infine si è dedicato anche un tempo per domande al Rettor Maggiore da parte dell’assemblea sulla relazione. Nella stessa settimana sono state anche dedicate tre mattinate di approfondimento sui nuclei del tema: la missione giovanile oggi; le esigenze attuali della formazione iniziale e permanente; la formazione congiunta e la missione condivisa di salesiani e laici. Il sabato 22 febbraio si è tenuta l’apertura ufficiale del Capitolo generale con la partecipazione di autorità civili ed ecclesiali.
Settimana con i giovani
Nella seconda e terza settimana, dal 24 febbraio al 7 marzo, il tema è stato studiato nelle commissioni ed è stato discusso nell’assemblea capitolare. Con le osservazioni e gli approfondimenti emersi, il gruppo di redazione ha iniziato la prima stesura del documento finale. Nel frattempo, una commissione apposita ha studiato anche gli argomenti giuridici.
Nella terza settimana hanno partecipato all’assemblea capitolare e nelle commissioni una ventina di giovani provenienti dalle sette regioni della Congregazione. La loro presenza ha reso vivace e fraterno ogni momento; in una mattinata ognuno ha potuto condividere la propria esperienza, il proprio impegno e le proprie richieste. Unanimemente i giovani hanno espresso l’esigenza di avere a fianco accompagnatori che li aiutino a interpretare il senso della vita e a camminare nella fede.
Messaggio di papa Francesco
Il 6 marzo era prevista la visita di papa Francesco a Torino Valdocco con l’incontro con l’assemblea capitolare e la celebrazione Eucaristica. Per precauzione nei confronti del diffondersi del coronavirus la visita non ha potuto essere effettuata; per questo il Papa ha inviato un messaggio all’assemblea. L’Oratorio di Valdocco è il criterio ispiratore di ogni opera salesiana; a Valdocco è stato celebrato il Capitolo generale; a Valdocco voleva essere presente il Papa per invitarci a ripartire da qui.
Il primo aspetto che il Papa evidenzia nel suo messaggio riguarda la figura del salesiano, chiamato a ravvivare il dono ricevuto, il dono del carisma. Egli vive immerso in un clima di grandi cambiamenti soprattutto nel mondo giovanile. Questo richiede da lui “una doppia docilità: docilità ai giovani e alle loro esigenze e docilità allo Spirito e a tutto quello che Egli voglia trasformare”. La rapidità dei cambiamenti può portare ad atteggiamenti pessimistici che impediscono risposte alternative o atteggiamenti ottimistici che non sanno vedere la complessità. “Né il pessimismo né l’ottimismo sono doni dello Spirito, perché entrambi provengono da una visione autoreferenziale capace solo di misurarsi con le proprie forze, capacità o abilità, impedendo di guardare a ciò che il Signore attua e vuole realizzare tra di noi (cfr Esortazione apostolica post sinodale Christus vivit, 35).
Come secondo aspetto il Papa invita noi salesiani a riconoscere nell’esperienza che don Bosco ha fatto all’Oratorio di Valdocco il dono dei giovani. “L’Oratorio salesiano e tutto ciò che sorse a partire da esso nacque come risposta alla vita di giovani con un volto e una storia, che misero in moto quel giovane sacerdote incapace di rimanere neutrale o immobile davanti a ciò che accadeva”. I giovani plasmano la vita di don Bosco e l’esperienza dell’Oratorio: “Lungi dall’essere agenti passivi o spettatori dell’opera missionaria essi divennero i principali protagonisti dell’intero processo di fondazione”. L’opera salesiana non è frutto di strategia, ma nasce dall’incontro con i giovani. Anche oggi il rinnovamento del carisma salesiano nasce dall’incontro con i giovani: “Ogni carisma ha bisogno di essere rinnovato ed evangelizzato, nel vostro caso soprattutto dai giovani più poveri”.
In terzo luogo, papa Francesco ci invita a riscoprire il carisma della presenza. Noi “non veniamo formati per la missione, ma nella missione, a partire dalla quale ruota tutta la nostra vita, con le sue scelte e le sue priorità”. Ci sono due ostacoli che ci allontanano dalla missione tra i giovani: il clericalismo e il rigorismo; per questo è necessario uno stile di formazione che aiuti ad assumere una mentalità e una prassi in cui l’evangelizzazione è opera di ogni battezzato e non solo di attori qualificati. Il Papa ci invita quindi a valorizzare la figura del salesiano coadiutore e la presenza della donna nelle nostre opere, come antidoti contro la tendenza clericalista e la tendenza rigorista.
Come quarto aspetto il Papa ci indica di vivere il carisma nella pluralità delle lingue, per essere capaci di vivere nei vari contesti e nelle varie culture e di valorizzare le differenze. La presenza mondiale della Congregazione deve spingerci a preservare la ricchezza delle culture, apportandovi il vangelo e il carisma. Tra le varie lingue occorre valorizzare e sapere abitare nel mondo digitale.
Il Papa conclude il suo messaggio chiedendoci la capacità di sognare, come fece don Bosco; egli comprese che “era possibile vivere il vangelo; lo sognò e gli diede forma nell’Oratorio”. Anche noi come lui siamo invitati a sognare “case aperte, feconde ed evangelizzatrici, capaci di permettere al Signore di mostrare a tanti giovani il suo amore incondizionato”; a sognare e a far sognare.
Elezione del Rettor Maggiore e del Consiglio generale
All’inizio della quarta settimana, il lunedì 9 marzo, è iniziato il processo per l’elezione del Rettor Maggiore e del Consiglio generale; si tratta dell’atto più importante del Capitolo generale, perché riguarda la scelta delle persone che devono assumere il compito di animazione e governo della Congregazione per un sessennio. Tale elezione è stata anticipata di una settimana rispetto al previsto, perché ormai il governo stava assumendo misure restrittive a causa del coronavirus. L’elezione è stata preceduta dal processo di discernimento accompagnato da padre Pier Luigi Nava, sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Il processo di discernimento, ben condotto, ha aiutato a creare un clima di preghiera e di raccoglimento; ha favorito lo scambio di pareri sul profilo delle figure del governo generale e sulle priorità della Congregazione; ha aiutato a creare la convergenza sui nomi dei candidati.
Il Rettor Maggiore (spagnolo) è stato confermato per un secondo sessennio. Il Consiglio generale è costituito dal vicario del Rettor Maggiore; da 5 consiglieri di settore, rispettivamente per la formazione, la pastorale giovanile, la comunicazione sociale, le missioni, l’economia; da 7 consiglieri per le regioni; il vicario del Rettor Maggiore (italiano), già membro del Consiglio come consigliere per la regione Mediterranea, è stato eletto per il primo sessennio; sono stati confermati per il secondo sessennio il consigliere per la formazione (indiano) e l’economo generale (lussemburghese); sono risultati di nuova nomina il consigliere per la pastorale giovanile (spagnolo), il consigliere per la comunicazione sociale (brasiliano), il consigliere per le missioni (filippino) e i 7 consiglieri regionali per le seguenti Regioni: Africa e Madagascar (camerunese), Asia Sud (indiano), Asia Est ed Oceania (vietnamita), Europa Centro e Nord (polacco), Mediterranea (spagnolo), America Cono Sud (argentino), Interamerica (messicano). Il Consiglio generale è così risultato quasi totalmente rinnovato.
Conclusione anticipata del Capitolo generale
Il Capitolo è terminato con 3 settimane di anticipo in osservanza delle norme emanate dal governo italiano per contenere la diffusione del coronavirus. Rimanevano ancora da completare la discussione e l’approvazione del documento finale sul tema “Quali salesiani per i giovani di oggi” e l’approvazione di alcuni cambi delle Costituzioni e dei Regolamenti generali circa argomenti giuridici sul governo della Congregazione a livello centrale, ispettoriale e locale e sull’amministrazione dei beni. Nella quinta settimana era prevista la partecipazione di una ventina di laici, 3 per ogni Regione, visto che il terzo nucleo del tema riguardava la formazione e la missione svolta insieme da salesiani e laici; era perciò importante ascoltare la loro esperienza e la loro riflessione in vista del proseguimento del cammino nella comunione e nella condivisione dello spirito e della missione di don Bosco. Il Capitolo non ha quindi avuto un documento finale; ha invece prodotto approfondite riflessioni e proposte di deliberazioni che potranno essere assunte dal Rettor Maggiore e Consiglio generale nel preparare il loro progetto di animazione e governo per il sessennio 2020-2026.
Discorso di chiusura del Rettor Maggiore
Il venerdì 13 marzo è stato ufficialmente chiuso, e non interrotto, il Capitolo generale. Il Rettor Maggiore ha tenuto il discorso di chiusura del Capitolo che, insieme al messaggio di papa Francesco, costituisce la bussola per il cammino post capitolare della Congregazione. Egli segnala innanzitutto i doni vissuti durante il Capitolo, tra cui la comunione e la fraternità, lo spirito di preghiera e senza dubbio la protezione di Maria Ausiliatrice dal coronavirus.
Il Rettor Maggiore ha indicato quindi sette piste di cammino per il prossimo sessennio 2020-2026: il rafforzamento della identità carismatica, il ritorno a don Bosco e la presenza tra i giovani, la qualità della formazione salesiana, l’attenzione ai giovani poveri in tutte le opere, la disponibilità missionaria dei confratelli per le necessità della Congregazione, la formazione e la missione condivisa con i laici, la cura e lo sviluppo della Famiglia salesiana.
Egli infine ha comunicato il ringraziamento di numerosi confratelli per la realizzazione in questo sessennio del progetto dei luoghi salesiani di Torino Valdocco, Castelnuovo Don Bosco e Chieri, promosso dal Capitolo generale precedente, e dal recupero e la valorizzazione degli spazi e ambienti di questi luoghi: “qui siamo nati; qui c’è la casa di tutti; qui è il cuore del nostro carisma”.
Un bel cammino promettente si apre ora dinanzi alla Congregazione salesiana.
don Francesco Cereda sdb