NOVITà LIBRARIA
Dalla croce
al compimento della creazione
Cristiano M.Parisi, passionista sacerdote, dottore in Giurisprudenza e in Sacra teologia, docente all’ISSR "San Roberto Bellarmino" di Capua, all’"Auxilium" e al "Camillianum" e attualmente all’ISSR "Mater Ecclesiae" di Roma, elabora tre densi capitoli, attingendo al pensiero di uno dei maggiori esponenti della teologia del XX secolo: Jürgen Moltmann che insieme a Karl Barth, Paul Tillich e Wolfhart Pannenberg, hanno dato un contributo importante alla lettura della creazione in dialogo con le scienze sperimentali; prendendo atto del divenire della creazione, hanno messo in rilievo il coinvolgimento di Dio nella storia, come risulta in particolare nel secondo capitolo del libro. La riflessione procede per cerchi concentrici, dove «il centro è il Dio Crocifisso, e, a partire da qui, si estende poi verso il mistero trinitario di Dio e, infine, verso la creazione, intesa come unità inscindibile di mondo e umanità e come "abitazione" di Dio».
Sotto il segno della Croce ….
«… il concetto cristiano di Dio non potrà essere adoperato da sfondo e da sostegno per i principati, le sovranità, le autorità e i poteri» ma dovrà diventare esperienza di un incontro con il Dio crocifisso che liberi da tutte le idolatrie, religiose, sociali, economiche, politiche, razziali. «Quanto più la Chiesa è memore solo di Cristo e testimonia nel mondo soltanto la missione di Cristo di portata messianica, tanto meno essa è un'immagine riflessa della società nell'ambito religioso. Essa diventa veramente una Chiesa sotto il segno della croce, una comunità dell'esodo, una comunità carismatica, e mostra così le forze della nuova creazione e i segni liberanti del futuro mondo libero». La prima comunità cristiana ha incontrato Gesù come il «liberatore crocifisso»; la Chiesa, quindi, nella misura in cui annuncia il vangelo ai poveri, la liberazione ai prigionieri e la conoscenza ai ciechi, tanto più viene coinvolta nel destino di Cristo. Il futuro in cui spera la fede cristiana, quindi, inizia «dal basso», in coloro che sono senza futuro e vittime della storia del mondo.
Chiesa “comunità dell’esodo”
La Chiesa può essere definita come «comunità dell'esodo», perché non solo è la comunità di coloro che hanno abbandonato la schiavitù e si sono recati nella terra promessa, ma è anche la comunità di coloro che sono chiamati ad andare presso tutti i Paesi dove vi sono quelle forme di vita oppresse, in attesa della vita che vince la morte. Nella risurrezione di Cristo, in questo Unico evento, è infranto l'estremo limite della libertà, il limite della morte. Una Chiesa che vive di questo infrangere il limite della morte, non potrà perciò rispettare gli angusti confini del dominio della morte nella vita economica, politica e culturale, ma cercherà di superare in tali sfere vitali le potenze di morte del negativo, del male e del peccato. Per la forza di Gesù Risorto e quindi per la verità della vittoria della vita sulla morte, anche «il rifiuto, la sofferenza e il morire sono inclusi nella festa della libertà». Nel presentare l’ultima indicazione sul ruolo della Chiesa nel processo di liberazione, Moltmann ricorda che Cristo incontra la Chiesa nello Spirito di Dio, il quale va inteso come la forza creatrice che rende possibile l'impossibile e chiama all'essere ciò che non è (Rm 4,17). È questo il dono di Dio che rende la comunità cristiana una «comunità carismatica».
Solidarietà e rigenerazione
Le sofferenze di Cristo sono il nucleo della fede cristiana, hanno una dimensione universale e abbracciano un tempo che rimane fissato per tutti, perché «Gesù le soffre in solidarietà con altri, in rappresentanza dei molti e anticipandole per l'intero creato che soffre». L'orizzonte apocalittico delle sofferenze del Cristo è rintracciabile sia nel messaggio messianico del Regno, sia nell'avvenimento escatologico della Pasqua. La passione e morte di Cristo sono «compendio e anticipazione» delle sofferenze degli ultimi tempi, quando verrà generato il mondo nuovo». Gesù ha sperimentato la sofferenza degli ultimi tempi come il «Capo e la Sapienza della creazione intera», per cui nelle sue sofferenze vengono sperimentate e rappresentate le sofferenze riguardanti il mondo intero degli ultimi tempi. Non solo, ma dal momento che Gesù soffre la morte di ogni vivente, le sue sofferenze coincidono anche con quelle del tempo presente. «Solidarietà, rappresentanza e rigenerazione» sono le dimensioni divine delle sofferenze di Cristo attraverso le quali è con noi, è per noi e noi siamo, in Cristo, la nuova creazione. La sofferenza del Creatore «conserva il mondo e ne sopporta le contraddizioni per mantenerlo in vita, ma è anche la sofferenza peculiare di Cristo, che nella comunione con noi e nella dedizione per noi soffre i patimenti della redenzione, e infine è pure la sofferenza dello Spirito di Dio nei dolori del parto della nuova creazione». E per il cristiano c’è un percorso da intraprendere: «la ri-appropriazione di un senso del vivere, in attesa di Dio che, alla fine dei tempi, dimorerà tra gli uomini e sarà Dio-con-loro» (Ap 21,3)
Anna Maria Gellini