Girolami Patrizia
A servizio del carisma e della missione
2020/3, p. 19
Il convegno organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ha sviluppato il tema Economia a servizio delle forme di vita contemplativa. Molto alta la partecipazione.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
CONVEGNO DELLE MONACHE SULL’ECONOMIA
A servizio del carisma e della missione
Il convegno organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ha sviluppato il tema Economia a servizio delle forme di vita contemplativa. Molto alta la partecipazione.
Monache a lezione di economia. In circa 600, da tutta Italia. Clarisse, benedettine, cistercensi, carmelitane, agostiniane, passioniste e di molte altre specie, una folla variegata che ha gremito l’Auditorium dell’Antonianum di Roma per due giorni – 31 gennaio e 1° febbraio – per il convegno organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica dal titolo: Economia a servizio delle forme di vita contemplativa. Numericamente superiore ad ogni attesa e previsione, la risposta delle religiose si è tradotta in una partecipazione vivace e in dialogo proficuo con i relatori su questioni di scottante attualità e di grande rilevanza per la vita delle comunità monastiche oggi.
Perché, infatti, parlare proprio di economia a delle monache? Il convegno si è posto in linea con gli orientamenti del documento della CIVCSVA, Economia a servizio del carisma e della missione (2018). Negli ultimi anni numerosi Istituti di vita consacrata, monasteri compresi, si sono trovati ad affrontare problemi di natura economica. Spesso un’insufficiente preparazione e una carente progettualità sono state all’origine di scelte economiche che hanno messo in serio pericolo i beni e persino la sopravvivenza degli stessi Istituti. Dalla Congregazione è venuta, perciò, la sollecitazione ad assumere una sempre maggiore consapevolezza circa l’importanza della materia economica, fornendo criteri e indicazioni pratiche per la gestione dei beni. In continuità con quegli orientamenti il Convegno ha inteso proseguire, dunque, il cammino di riflessione e di sensibilizzazione, rivolgendosi particolarmente questa volta alle diverse forme di vita contemplativa e richiamando aspetti della normativa canonica e civile sui beni temporali e soffermandosi pure su aspetti specifici relativi alla pianificazione, programmazione e gestione delle opere. I profili canonici, civili, gestionali e amministrativi degli enti ecclesiastici e del loro patrimonio immobiliare, il possibile nuovo assetto istituzionale della riforma del Terzo settore, i beni culturali, la sostenibilità e la trasparenza, la contabilità e i bilanci, sono stati i temi trattati.
Hanno moderato gli incontri il card. João Braz de Aviz, Prefetto della CIVCSVA, l’arcivescovo segretario, José Rodriguez Carballo, sr. M. Annunziata Remossi, capo ufficio; i docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Marco Grumo, Andrea Perrone, Giorgio Lamperti e Antonella Sciarrone Alibrandi, pro-rettore della stessa Università; don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI, il dott. Salvatore Mauro, economo della Conferenza Episcopale Italiana, don Andrea Giovita della Pontificia Accademia Ecclesiastica e la professoressa, sr. Alessandra Smerilli, insegnante di economia politica all’“Auxilium” di Roma e consigliere di Stato della Città del Vaticano, i relatori; sr. Carmen Ros Nortes e P. Pierluigi Nava, sottosegretari della Congregazione.
Finalità del convegno
Introducendo i lavori, il card. Braz de Aviz ha indicato la finalità del Convegno nell’aiutare la vita contemplativa ad aggiornarsi, acquisendo strumenti più consoni e adeguata trasparenza nell’amministrazione dei beni per rendere un’autentica testimonianza evangelica anche in questo campo. Con Papa Francesco ha sottolineato come siano importanti professionalità e recupero dei valori del Vangelo, affinché la gestione delle risorse economiche sia a servizio dei fini espressi dal carisma e dalla spiritualità propria di ogni Istituto.
Mons. Carballo, dopo aver esordito affermando che la contemplazione non giustifica una vita mediocre, ripetitiva e annoiata, ma al contrario deve stimolare il cuore e la mente ad interessarsi a tutte le realtà umane, senza fuggire i problemi, ha delineato i tratti di un’economia dal volto umano centrata prima di tutto sul primato della persona considerata nella sua integralità. Ha ricordato, poi, come un’economia dal volto umano debba valorizzare tutti i membri di una comunità e in particolare i più deboli, rifuggendo da una mentalità funzionalista, dalla trappola dell’attivismo, dalla preoccupazione delle strutture che soffocano la vita e dall’accumulo di denaro. Non si può cedere alla tentazione di cercare l’efficienza tecnica e organizzativa delle risorse materiali anziché l’efficacia sul piano evangelico. Aiutare i poveri, i monasteri più bisognosi, prendersi cura dei fratelli e delle sorelle più fragili, rimane la priorità fondamentale di un’economia monastica. Questa deve saper gestire i beni con fedeltà, senza sperperi e negligenze, rendendo conto dell’amministrazione. Citando S. Agostino, ha concluso auspicando un’economia che non ci possieda, non ci blocchi, non ci travolga.
Profilo canonico del monastero
Con riferimento al CIC e ai numeri della Cor orans, sr. A. Remossi ha delineato il profilo canonico del monastero sui juris come ente ecclesiastico dotato di autonomia che gode di personalità giuridica pubblica capace di acquistare, possedere, amministrare e alienare beni temporali, a norma del diritto universale e proprio, e i cui beni sono beni ecclesiastici. Lo stesso vale, come stabilito nella Cor orans, per la federazione, legittimamente eretta, come struttura di comunione tra monasteri del medesimo Istituto eretta dalla Santa Sede perché, condividendo il medesimo carisma, non rimangano isolati ma lo custodiscano nella fedeltà e, prestandosi aiuto vicendevole, vivano il valore irrinunciabile della comunione. Sr. Annunciata si è soffermata anche sulla figura del rappresentante legale che pone gli atti a nome dell’Istituto.
Il prof. Perrone ha integrato la presentazione, mostrando che cosa avviene ad un ente ecclesiastico nel contesto giuridico civile, ovvero come l’ente canonico si rapporta alla normativa vigente nel paese in cui è stabilito. In coppia con il dott. Lamperti, egli ha anche delineato il possibile nuovo assetto istituzionale proveniente dalla riforma del Terzo settore per quelle organizzazioni non commerciali o commerciali, costituite come Associazione, Comitato, Fondazione o impresa che, perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, si caratterizzano per lo svolgimento in esclusiva o in via principale di una o più attività di interesse generale e per l’assenza di scopo di lucro, di cui possono beneficiare anche i monasteri e per le quali sono previste l’adozione di un regolamento, specifico, l’individuazione di un patrimonio destinato ad attività di interesse generale e una contabilità separata da quella dell’ente.
La gestione del patrimonio immobiliare
Il dott. Salvatore, invece, ha toccato questioni inerenti alla gestione del patrimonio immobiliare che deve avere a che fare con la finalità e la missione della Chiesa, mettendo in evidenza diversi aspetti dello stato patrimoniale e alcune problematiche relative all’attività gestionale, fra cui l’archiviazione e l’identificazione degli immobili, e alla loro alienazione.
Don Pennasso ha poi evidenziato i risvolti canonici e civili dei beni di interesse storico e artistico che fanno parte del patrimonio degli enti ecclesiastici (res sacrae e cose preziose) e della normativa che tutela la loro custodia.
Di trasparenza hanno parlato don A. Giovita e la prof.ssa A. Sciarrone: il primo dal punto di vista di un’etica della responsabilità a servizio della comunione e dunque più come “virtù”, secondo una cultura del patto, che non come meccanismo aziendale, secondo la dinamica del contratto; la seconda da un punto di vista più tecnico e amministrativo, rendicontazione e bilanci, ma non secondario né tanto meno estraneo alla vita di una comunità religiosa e monastica, in quanto strumenti per sviluppare una consapevolezza della propria identità e vivere uno stile di vita evangelico in conformità alla propria missione e al proprio carisma.
La sostenibilità
A due voci, infine, A. Smerilli e M. Grumo hanno sviluppato il tema della sostenibilità nelle sue molteplici dimensioni, sottolineando rispettivamente la necessità di curare l’efficienza (non sprecare, fare bene le cose, gestire bene le risorse in modo da ottenere da esse il massino risultato) e l’efficacia (fare le cose giuste, fissare un obiettivo e destinare ad esso le risorse adeguate) e la necessità di una progettualità oculata e sorvegliata, superando una mentalità che considera antitetiche la progettazione e la pianificazione delle attività e delle opere con l’apertura allo Spirito, per un’economia a servizio della profezia con un progetto concreto e conveniente.
Gestione, carisma, comunione
Una comunicazione plurale e sinfonica che ha suscitato nell’uditorio monastico domande e interventi e che mons. Carballo ha riassunto, concludendo, in tre parole: “gestione”, con attenzione alla formazione, alla collaborazione, alle competenze necessarie, alla trasparenza e corresponsabilità, “carisma”, come richiamo costante ai valori ispiratori alle finalità proprie per una credibilità evangelica dei consacrati, e “comunione”, con un invito finale a mettere insieme le forze nella stessa comunità e fra diverse comunità.
I lavori, scanditi e accompagnati dal respiro della preghiera liturgica, si sono svolti in un clima fraterno e si sono conclusi con la partecipazione di tutti i presenti alla Messa del S. Padre Francesco in S. Pietro per la celebrazione della Giornata mondiale della vita consacrata, nel pomeriggio di sabato 1° febbraio, occasione di comunione ecclesiale allargata intorno al successore di Pietro e di ringraziamento a Dio per l’esito fecondo di queste giornate.
suor Patrizia Girolami