Kaladich Virginia
I linguaggi delle nuove generazioni
2020/2, p. 33
Educare attraverso le arti, conoscere i linguaggi delle nuove generazioni per tradurli in occasione di crescita e di apprendimento in un percorso educativo interdisciplinare.

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“TRE GIORNI” A ROMA DELLA FIDAE
I linguaggi delle nuove generazioni
Educare attraverso le arti, conoscere i linguaggi delle nuove generazioni per tradurli in occasione di crescita e di apprendimento in un percorso educativo interdisciplinare.
La FIDAE (Federazione istituti di attività educative) dal 4 al 6 dicembre u.s. a Roma, presso l’Auditorium Augustinianum ha evidenziato la forza comunicativa ed educativa delle arti: “I linguaggi delle nuove generazioni: educare attraverso le arti. Conoscere i linguaggi delle nuove generazioni (digitale, arte, musica, ecc.) per tradurli in occasione di crescita e di apprendimento in un percorso educativo interdisciplinare”.
Durante la tre giorni sono stati tanti gli approfondimenti sulle arti più vicine alle giovani generazioni, dalla street art al linguaggio digitale.
L’idea di proporre, quest’anno, il tema dell’educare attraverso le arti nasce dall’invito che il Papa ha rivolto al mondo della scuola nel decennio che la CEI ha dedicato all’educazione. Dove aveva sottolineato come la missione della scuola fosse quella di sviluppare il senso del vero, del bene e del bello. Attraverso un cammino ricco, fatto di tanti ingredienti per tradurli in occasione di crescita.
La tre giorni ha aperto anche il ventennale della Legge 62 del 2000 sulla Parità che presenta ancora molti punti irrisolti e dalla cui piena attuazione siamo ben lontani: la scuola paritaria in Italia non ha ancora raggiunto il vero riconoscimento nella sua funzione di servizio pubblico nel sistema italiano integrato di istruzione. È stata un’occasione per un bilancio: a che punto siamo e, soprattutto, cosa possiamo fare.
L’intervento del vescovo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha inserito il convegno nel solco dell’evento mondiale voluto da papa Francesco che si svolgerà il 14 maggio 2020 e avrà per tema “Ricostruire il patto educativo globale”. Un appuntamento per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione.“Promuovere insieme e attivare, attraverso un comune patto educativo, quelle dinamiche che danno un senso alla storia e la trasformano in modo positivo” (Papa Francesco 12 settembre 2019).
Gli Eventi FIDAE hanno avuto inizio il 4 dicembre con la 74esima Assemblea nazionale, nella sessione pubblica dal titolo “Non fate male a uno solo di questi piccoli”, incentrata sul tema degli abusi sui minori. La discussione ha visto gli interventi di Ernesto Diaco, Direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione la scuola e l’università della Cei, di Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia e Presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori della CEI, che ha presentato le linee guida adottate dalla Cei sul tema; è stata sottolineata la necessità di agire sulla prevenzione più che sull’emergenza. Necessario un approccio sistemico ed è importante chiedersi: quali sono i nostri punti deboli nella protezione dei minori e come fare una corretta selezione del personale a contatto con i bambini? Le comunità cristiane necessitano di accompagnamento in queste direzioni; è il principale compito del Servizio nazionale per la tutela dei minori aperto dalla CEI.
I profili giuridici della materia
Successivamente, l’avvocato Emanuele Montemarano, presidente dell’organo di vigilanza UNI-ACCREDIA, ha presentato alcuni profili giuridici della materia e ha indicato in sette punti le questioni su cui lavorare maggiormente nelle scuole: una forte attenzione al processo di selezione del personale e dei volontari; l’importanza di regolamenti scritti; la formazione multidisciplinare del personale; prevedere sistemi disciplinari chiari e misure cautelari; ascoltare i minori; avere un rapporto diretto con le forze dell’ordine; prevedere una figura interna dotata di poteri di controllo.
Nella mattinata del secondo giorno, la tavola rotonda, moderata da Vania De Luca, giornalista di Rai News, è stata incentrata sui linguaggi dell’arte usati dalle nuove generazioni. Hanno partecipato: Armando Matteo, docente di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma, che ha sottolineato come i linguaggi delle nuove generazioni esprimono il faticoso tentativo dei giovani di fare la loro parte nel mondo sotto le condizioni attuali … è la mission propria dei giovani quella di “traumatizzare” il reale, mostrando nuove possibilità e nuovi orizzonti all’umano e dell’umano, sia per la dura stagione che oggi essi sono costretti ad affrontare a contatto con adulti e vecchi che non vogliono fare gli adulti e i vecchi. Mai si dovrebbe pertanto dimenticare quanto non sia per nulla facile essere giovani oggi; proprio di tale fatica i linguaggi giovanili – intesi in senso ampio come espressioni simboliche del loro essere al mondo – sono allo stesso tempo luogo di restituzione ma anche luogo di elaborazione, di superamento, di speranza”.
Antonio Scattolini, Responsabile della Pastorale dell’arte della Diocesi di Verona, ha evidenziato la necessità di porre la questione della educazione alla lettura critica delle immagini con persone, mezzi e strumenti adeguati: “Educare significa aiutare una persona a “tirarsi fuori”, a diventare cioè consapevole della propria dignità e libertà. È un compito affascinante: si tratta di favorire tutto ciò che “insegna” (= segna dentro) a decidere di sé nel delicato ed impegnativo compito di darsi forma. La cultura e le arti in questo senso sono il processo, il mezzo, il bene privilegiato, che va pensato in funzione di questo compito educativo e formativo della persona, come dice l’articolo 9 della Costituzione Italiana.I beni culturali vanno riconosciuti come “la carta d’identità” di una nazione, beni che sono di tutti e per tutti; beni comuni su cui far leva per la maturazione di un’identità e di un senso civile autentico. Si tratta di impegnarsi in un triplice compito educativo: non solo di far conoscere ma anche di far apprezzare e di far affezionare alle testimonianze artistiche del passato e anche del presente.
Per una lettura critica delle immagini
Poiché ai nostri giorni l’esperienza visiva sembra dominante, a livello di comunicazione di massa, rispetto alla parola, ne consegue che educare lo sguardo diventa un investimento sempre più importante. Ecco perché si pone la questione della educazione alla lettura critica delle immagini con persone, mezzi e strumenti adeguati: perché oggi è urgente l’apprendistato per un lavoro formativo, che conduca anche alla capacità di vigilanza e contemplazione come esercizio interiore e liberazione del gusto ... ”.
Matteo Adamoli, Docente di Digital Storytellinge Pedagogia dell’Università Salesiana di Venezia, ha lanciato una sfida pedagogica: “I cambiamenti che stanno avvenendo all’interno della società riflettono un vero e proprio cambio di paradigma, a partire da quella che viene chiamata “rivoluzione digitale”. Il paradigma digitale sta trasformando l’umanità a livello antropologico: cambia il modo di concepire lo spazio e il tempo; il proprio corpo e la rappresentazione di sé e della realtà; i rapporti sociali e politici; i processi di formazione e apprendimento. Viviamo immersi in un ambiente da alcuni autori definito infosfera pieno di immagini, dati, flussi di informazioni in cui gli strumenti della comunicazione oltre a diventare sempre più potenti si stanno trasformando in estensioni del nostro corpo, dei nostri sensi e della nostra mente. La sfida pedagogica da assumere come educatori, insegnanti, istituzioni è quella di recuperare il potere relazionale tra il ruolo degli adulti e i nuovi linguaggi prendendo consapevolezza di come le culture giovanili utilizzano la Rete nelle loro pratiche di socializzazione, apprendimento, intrattenimento e costruzione del sé.”
Durante le relazioni, lo streetartist Alessio-B ha realizzato una performance creando un’opera ispirata ai temi del Congresso.
Alcune esperienze significative
Nella terza e ultima giornata, sono state presentate alcune esperienze significative di utilizzo delle arti nella didattica, attraverso il contributo di numerosi testimonial:
Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, partendo dalla straordinaria testimonianza delle scuole Penny Wirton per l’insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, ha raccontato la storia di una nuova esperienza didattica dove ci si guarda negli occhi, sedendo allo stesso tavolo, senza classi e senza voti, in una relazione d’amicizia e simpatia.
Davide Stecca, esperto di ritmo corpo voce ed emozioni (RCVE), ha evidenziato l’importanza dello sviluppo della parte musicale, artistica ed emozionale della persona con uno sguardo su come entrare in relazione con se stessi e con gli altri da un punto di vista insolito, ma efficace.
Elena Grassi, Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC),ha evidenziato come il grande schermo può diventare un “campo di gioco” dove bambini e ragazzi da tutto il mondo portano la loro cultura, la loro religione e i loro valori, incontrandosi per comprendere meglio la contemporaneità nella quale vivono e crescono.
Giulia Frazza, insegnante di religione di Verona, ha raccontato la sua esperienza al fine di mostrare come l'arte figurativa possa essere un linguaggio appropriato ed efficace per insegnare religione cattolica nella scuola in quanto forma di comunicazione diretta ed immediata che, coinvolgendo la corporeità, può far maturare il senso del bello e far esperire lo stupore relativo al mistero che contraddistingue l'esperienza religiosa.
Tanti i workshop proposti sui diversi linguaggi artistici, dallo storytelling, al teatro, alla fotografia, alla danza.
Tante le sollecitazioni che i partecipanti hanno portato nelle loro realtà educative, speriamo siano utili alla costruzione di una società migliore che veda i giovani di oggi protagonisti del domani.
Tutti i materiali -video e fotografici- degli Eventi FIDAE 2019 su www.fidae.it
Virginia Kaladich
Presidente Nazionale FIDAE