Fraternità possibile
2020/12, p. 42
La fraternità, per il suo essere istanza morale, trascende qualunque costituzionalità, rimandando proprio a quella coesione sociale, costantemente sottoposta alla prova e soprattutto all’arte del convivere quotidiano»: questo uno dei primi aspetti relativi alla fraternità, che vengono sviluppati in 100 pagine da don Mastantuono, della diocesi di Termoli-Larino.
Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.
Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
NOVITÀ LIBRARIA
Fraternità possibile
«La fraternità, per il suo essere istanza morale, trascende qualunque costituzionalità, rimandando proprio a quella coesione sociale, costantemente sottoposta alla prova e soprattutto all’arte del convivere quotidiano»: questo uno dei primi aspetti relativi alla fraternità, che vengono sviluppati in 100 pagine da don Mastantuono, della diocesi di Termoli-Larino. La sua riflessione sulla fraternità parte dalle pagine iniziali della Bibbia, considerata prima di tutto come libro che educa, come libro sapienziale «che esprime la verità della condizione umana, di qualunque continente e cultura, che può sentirsi specchiata almeno in qualche parte di esso». Fin dalle origini della storia dell'umanità, narrate nella Scrittura, non troviamo certamente una visione idealizzata dei rapporti fraterni: questi appaiono spesso segnati da gelosie, invidie, incomprensioni, persino da violenza, resistenze e peccati, a riprova di quanto sia faticoso tessere relazioni fraterne.
Un percorso di fraternità possibile
Analizzato il passaggio emblematico dalla fraternità omicida di Caino e Abele alla fraternità ricostruita tra Giuseppe e i suoi fratelli, l’A. invita a riflettere sull’evento di Gesù, con la sua proposta di fraternità universale, a partire proprio da lui, che da “unigenito” si manifesta come “primogenito” di molti fratelli. La sua vita è tutta intessuta da una fiducia/fede nel Padre e in questa si radica il suo insegnamento: lo ricorda ai discepoli impauriti per il lago in tempesta; lo annuncia come amore/provvidenza; lo presenta come Padre che nella sua casa ha «posto» per tutti; infine, lo presenta come modello a cui tendere per imparare ad amare l'altro nella sua irriducibilità e fragilità perché così lo ama il Padre. Le prime comunità cristiane sono state fedeli al mandato di Gesù: «hanno cercato di realizzare l’amore fraterno a partire dalla propria fede e, al tempo stesso, si sono sforzate di superare continuamente verso l'esterno i propri confini. In questo modo, in ogni tempo della vita del cristiano e della Chiesa, un numero sempre maggiore di persone viene coinvolto nella fraternità della vita comunitaria e diventano possibili rapporti nuovi di prossimità».
Ascolto, ospitalità e compagnia
Il secondo e terzo capitolo del libro propone un’ampia riflessione sulla grammatica della fraternità, per una Chiesa fraterna, dove ascolto e ospitalità possano essere esperienze feconde, generatrici di fraternità e compagnia cristiana.
Superati i secolari confini che separavano Chiesa e società, la fraternità cristiana vissuta diventa offerta di «risorse spirituali molto specifiche, con le quali le nostre società, proprio qui in Europa, potrebbero superare le crisi che le scuotono». Si tratta di uscire dai nostri recinti ecclesiali e scoprire, nella città degli uomini, molte tracce familiari dell’ispirazione evangelica diventate nel frattempo un patrimonio comune. Il senso fraterno nel quale il vangelo si annuncia può incontrare e sostenere i processi di umanizzazione del territorio in cui ci si trova. In questo senso la carità dei cristiani traduce nella sua valenza più squisitamente «politica» il principio della fraternità di cui essa è portatrice. Se la libertà e l'uguaglianza possono esser regolate dalle leggi, la fraternità resta «un ambito non regolabile di trascendenza immanente». Nella fraternità, come luogo originariamente umano, è ancora possibile rintracciare la memoria dell’origine e il mistero della vita: l'amore per l'altro radicato soltanto in Dio. Una comunità cristiana, anche nelle dimensioni residue di possibilità limitate, deve fare di tutto per concorrere alla costruzione dei legami sociali in cui prende forma l’umanità di tutti. Prima di tutto «una comunità che tenta di camminare sulla strada della fraternità è chiamata ad abbattere i confini che spesso sono presenti al suo interno: non si tratta di omogeneizzare le diversità, ma di riconoscere che anche l’esercizio dell'autorità non può essere sciolto dal legame della fraternità». Poi la comunità cristiana in quanto tale deve abitare la rete di relazioni che un territorio attiva per dare forma alla vita comune; all’accoglienza dell'altro nella sua diversità sociale, culturale e religiosa; alla cura dell’ambiente in cui si vive.
«Mistica del vivere insieme»
Nella Evangeli gaudium papa Francesco approfondisce la dinamica di questo legame tra i credenti generato dal vangelo, che chiama appunto «mistica del vivere insieme»! L'esperienza della fraternità e della relazione viene valorizzata dal Papa come «risposta alla volatilizzazione e smaterializzazione dei legami dell’universo virtuale e delle sue reti di comunicazione». La motivazione teologica fondamentale è posta – come ricorda papa Francesco – nell’evento dell’incarnazione di Cristo. Porre Cristo e il suo vangelo a fondamento delle relazioni umane significa lasciarsi trasformare dalla sua presenza che si «fa carne» nel volto del prossimo.
ANNA MARIA GELLINI