Dall'Osto Antonio
L’ospitalità eucaristica non è ancora possibile
2020/11, p. 18
Malgrado il forte desiderio di giungere a un’Eucaristia condivisa, la Congregazione per la Dottrina per la fede ha risposto che le differenze teologiche sono “ancora così rilevanti” da escluderla attualmente. Il dibattito in Germania.

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TRA CATTOLICI E PROTESTANTI
L’ospitalità eucaristica
non è ancora possibile
Malgrado il forte desiderio di giungere a un’Eucaristia condivisa, la Congregazione per la Dottrina per la fede ha risposto che le differenze teologiche sono “ancora così rilevanti” da escluderla attualmente. Il dibattito in Germania.
In Germania, in queste ultime settimane ha ripreso vigore la discussione sulla reciproca partecipazione alla celebrazione della Cena/Eucaristia tra protestanti e cattolici. Ad incrementarla ha cooperato, da una parte, la presentazione il 9 settembre scorso a Francoforte, del Votum elaborato da eminenti teologi delle due confessioni del gruppo di lavoro ecumenico (ÖAK) e, dall’altra, una lettera della Congregazione per la Dottrina per la fede, il 20 settembre, al presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing.
Insieme alla mensa del Signore?
Il documento dell’ÖAK è intitolato: Insieme alla mensa del Signore. Prospettive e ecumeniche nella celebrazione della Cena (Abendmahl) e dell’eucaristia. Il votum ha inteso raccogliere i risultati finora raggiunti nei precedenti dialoghi ecumenici su questo argomento. Secondo gli autori, gli studi esegetici e le ricerche storiche rivelano l’esistenza della diversità di forme della celebrazione dell'eucaristia, basate sulla Bibbia e attestate nella storia della Tradizione. La condivisione alla Cena/Eucaristia del Signore è "particolarmente necessaria nella situazione delle famiglie unite confessionalmente". In termini sia di casi individuali sia di norme generali, nessuno dovrebbe essere soddisfatto delle soluzioni precedenti.
Con il parere raggiunto, sottolineano i teologi, non si intendeva trovare una "nuova forma di liturgia eucaristica attualmente accettata al di là delle tradizioni storicamente sviluppate". Ma, a loro parere, il livello di comprensione raggiunto sul tema non consente più di "considerare le restanti differenze come fattori di separazione tra le Chiese".
Durante la presentazione del documento a Francoforte, il vescovo di Limburg Georg Bätzing ha affermato che il votum è “frutto del dialogo ecumenico di molti anni". Ha detto di considerarlo "un passo importante e percorribile sulla via di una unità visibile delle nostre due Chiese". Ma, ha precisato, che per cambiare la prassi esistente, è necessaria la recezione delle Chiese partecipanti. Ha aggiunto che sarà ospite, per la parte cattolica, al Congresso della Chiesa evangelica del 2021 (Kirchentag) che si terrà a Francoforte. Ha espresso anche il desiderio che il votum in vista di questo evento "contribuisca ad un'apertura solidamente fondata e allo stesso tempo cautamente responsabile della prassi finora in uso”. Ha aggiunto anche che questo testo dell’ ÖAK merita apprezzamento e rispetto e rimane aperto a un'ampia discussione.
Durante la presentazione del testo, mons. Gerhard Feige, vescovo di Magdeburgo, presidente della Commissione per l’ecumenismo della Conferenza episcopale tedesca ha assicurato: "Di questo ci occuperemo in dettaglio anche negli organi della Conferenza episcopale”. "Mi auguro – ha aggiunto – un dibattito concreto e spero che arriveremo presto a una buona soluzione alla questione indubbiamente pressante della reciproca ospitalità alla mensa del Signore".
Volker Leppin, teologo evangelico di Tubinga, ha sottolineato: "Il nostro votum ragiona su una base biblica e scientifica così ampia che il peso dell'argomento in contrario è capovolto rispetto a ciò che è consueto: chi ha qualcosa da dire contro la comunione della condivisione eucaristica deve portare ragioni molto forti".
Dorothea Sattler, insegnante di teologia ecumenica e leader cattolica del gruppo di lavoro, ha affermato che lo studio è stato elaborato nel corso di dieci anni. Non era scontato che alla fine dei lavori ci fosse un votum congiunto in ordine a una condivisione eucaristica reciproca.
L'ÖAK è un gruppo di teologi che fin dal 1946 si propone di favorire la discussione congiunta dei problemi ecumenici in Germania. Lavora in modo autonomo, ma informa regolarmente la Conferenza episcopale tedesca (DBK) e il Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (EKD) delle deliberazioni prese. I presidenti sono il vescovo Bätzing e il vescovo Martin Hein (Chiesa evangelica di Kurhessen-Waldeck). Hein ha definito il votum un "documento pionieristico".
Risposta negativa del Vaticano
La Congregazione per la Dottrina della Fede, in una lettera al presidente della conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing, in data 18 settembre, firmata dal cardinale Luis Ladaria Ferrer come Prefetto e dall'arcivescovo Giacomo Morandi come Segretario, ha risposto negativamente alla reciproca ospitalità eucaristica. Le differenze nella comprensione dell’eucaristia e del ministero sarebbero “ancora così rilevanti” da escludere attualmente la reciproca partecipazione tra cattolici e protestanti alla celebrazione comune. Non esiste nemmeno una base per una “decisione individuale in coscienza”. Alla lettera è allegata un’appendice teologica.
Il dicastero vaticano con questa lettera esprime delle obiezionial votum dell’ÖAK. Alcuni interrogativi nel documento "non sarebbero sufficientemente chiariti". Un’apertura a una reciproca ospitalità eucaristica tra Chiesa cattolica ed evangelica tedesca allo stato attuale “aprirebbe necessariamente nuovi fossati nel dialogo ecumenico con le Chiese ortodosse” oltre i confini della Germania.
In concreto, il Vaticano considera non sufficientemente considerata “l’unità del rapporto che esiste tra Eucaristia e Chiesa”. Inoltre ritiene che non siano debitamente valorizzate le vedute teologiche fondamentali e irrinunciabili del concilio Vaticano II e della comune Tradizione con l’ortodossia. E neanche gli approcci nella comprensione dell’eucaristia e dei ministeri nei forum di dialogo internazionale cattolico-luterani troverebbero alcuna eco nel testo ecumenico.
La Congregazione per la Dottrina della fede ha inoltre sottolineato che anche la conferenza episcopale ravvisa “la necessità di un ulteriore approfondimento teologico di alcuni temi centrali come la questione della presenza reale e il concetto di sacrificio dell’Eucaristia”. Legato a questo ci sarebbe anche il problema del ministero consacrato e del rapporto tra battesimo, eucaristia e comunità ecclesiale.
La Congregazione per la Dottrina della fede ha detto di essere intervenuta dopo che la Congregazione dei vescovi, a Roma, le aveva inviato per una valutazione, il 20 maggio, il testo « Insieme alla mensa del Signore ». In precedenza anche i vescovi cattolici tedeschi avevano discusso il votum del gruppo di lavoro ecumenico, nell’assemblea plenaria primaverile e la commissione della conferenza episcopale
L’assemblea episcopale di Fulda
Al problema della condivisione eucaristica è stato dedicato spazio anche nell’assemblea plenaria della conferenza episcopale tedesca che si è tenuta a Fulda dal 21 al 24 settembre. Il presidente, Georg Bätzing, ha qui difeso il testo dell’ÖAK contro le critiche del Vaticano. A suo parere, le osservazioni di Roma sono sì in certi punti appropriate, ma altre non toccano il documento. Ha affermato tuttavia di voler prendere seriamente la critica del Vaticano, ma di aver sentito voci che considerano la lettera come un clamoroso schiaffo “ai vescovi tedeschi e nei suoi riguardi”. In realtà, il documento dell’ÖAK, ha precisato è solo un contributo alla discussione ed è evidente che ha bisogno della recezione della Chiesa cattolica e protestante. È anche normale che i responsabili della Chiesa universale abbiano esclamato. “Ci voleva”. Nello stesso tempo però egli sperava che nessuno dicesse: “Così no”, altrimenti chiederò: “come allora?”.
Molto stupito delle critiche del Vaticano si è dichiarato Christoph Böttigheimer, teologo di teologia fondamentale della diocesi di Eichsttät e co-autore del documento del gruppo dei teologi. In un’intervista a katholisch.de ha dichiarato di ritenere uno scandalo se non si giungerà a una partecipazione condivisa nella celebrazione dell’eucaristia e della Cena eucaristica. È nostra convinzione, ha affermato, che sia nelle questioni dell’ecclesiologia come anche in quelle dell’eucaristia e del ministero siano avvenuti dei riavvicinamenti tali che le differenze non possono più essere considerate un fattore di divisione delle Chiese. Se la Congregazione per la dottrina della fede parla di ragioni contrarie “pesanti”, come è detto nella lettera, bisogna che questi punti siano specificati in particolare. Fa problema che si dica che il consenso raggiunto e la raggiunta convergenza non sono ancora sufficienti. Tuttavia, questa critica deve essere fondata, secondo l’importate massima ecumenica che non è l’unità delle Chiese ad aver bisogno di giustificazione, ma la loro separazione. Chiunque è contrario all’ospitalità eucaristica deve giustificare teologicamente questo atteggiamento e spiegare perché le motivazioni che il gruppo ecumenico ha presentato con buone ragioni teologicamente fondate non possono essere ancora giustificate.
A Fulda, il vescovo ausiliare di Colonia, Ansgar Puff, ha invece dichiarato di non vedere, da parte sua, alcuna possibilità di una condivisione eucaristica tra cattolici e protestanti. I vescovi – ha precisato – devono scegliere con chi stare: con l’insegnamento della Chiesa o seguire le loro opinioni. Le differenze dottrinali sono troppo evidenti per poter sostenere una condivisione eucaristica. Mentre nella concezione cattolica esiste un “rapporto imprescindibile tra eucaristia, ordinazione del sacerdote e la Chiesa”, nella tradizione protestante ciò ha un’importanza molto relativa. Bisogna pertanto continuare a discutere insieme.
Il fatto che al congresso (Kirchentag) della Chiesa protestante del 2021 ci debba essere l’ospitalità eucaristica, ha detto ancora Ansgar Puff, pone ai vescovi l’interrogativo: “vogliamo ascoltare ciò che dice la Chiesa e il Papa o quello che abbiamo pensato noi?”. E ha citato ciò che scrisse il defunto arcivescovo di Colonia, card. Joachim Meisner: “State sempre con il Papa e non perderete mai Cristo”. Si è poi augurato che i vescovi tedeschi abbiano a orientarsi secondo questa linea e non correre dietro ad ogni “prurito di orecchie”.
In merito a questo problema è da segnalare anche ciò che ha dichiarato il card. Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, in un’intervista pubblicata nel numero di settembre scorso dalla rivista Herder Korrespondenz: «La lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede è una discussione obiettiva e molto seria del testo “Insieme alla mensa del Signore” del gruppo di lavoro ecumenico dei teologi protestanti e cattolici (ÖAK). La Congregazione attira l’attenzione su problemi che il documento ÖAK ritiene risolti, ma che in realtà non lo sono, e hanno bisogno di essere ulteriormente discussi e approfonditi: la questione della precisa comprensione della Eucaristia e della Cena, il rapporto tra Eucaristia e Chiesa, il problema dell’ordine sacro e il rapporto tra battesimo ed Eucaristia. L’'ÖAK sostiene che non si tratta più di differenze che dividono le Chiese, e si pensa che la Cena protestante e l'Eucaristia cattolica siano fondamentalmente due diverse forme dell’unico evento. Al contrario, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ora chiaramente sottolineato che persistono gravi differenze e che quindi le conseguenze a cui è giunto il documento ÖAK non possono essere giustificate nell'attuale situazione ecumenica».
Da tutto questo dibattito appare chiaro che il discorso della reciproca ospitalità alla mensa eucaristica rimane aperto, ma per arrivare a una conclusione condivisa è necessario ancora un lungo cammino ecumenico.
Antonio Dall’Osto