Benedettini Ciro
Rinnovare la nostra missione gratitudine, profezia, speranza
2020/11, p. 12
Al centro del Giubileo c’è il rinnovamento personale, comunitario, apostolico. Il punto di partenza è lo spirito del carisma del Fondatore, che deve essere approfondito, reinterpretato in fedeltà creativa. Grande attenzione all’evangelizzazione.

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GIUBILEO DEI PASSIONISTI
Rinnovare la nostra missione
gratitudine, profezia, speranza
Al centro del Giubileo c’è il rinnovamento personale, comunitario, apostolico. Il punto di partenza è lo spirito del carisma del Fondatore, che deve essere approfondito, reinterpretato in fedeltà creativa. Grande attenzione l’evangelizzazione.
I Passionisti si apprestano a celebrare il terzo centenario di fondazione. La data di apertura delle celebrazioni è il 22 novembre 2020. In quel giorno infatti, 300 anni fa, Paolo Danei, un giovanotto di 26 anni, si reca ad Alessandria dal suo vescovo e direttore spirituale, Francesco Arborio di Gattinara, che lo riveste dell’abito da eremita. Al ritorno a Castellazzo (AL), dove abita, si ritira per 40 giorni in una celletta della Chiesa di san Carlo. Celletta che in realtà era uno sgabuzzino contente ancora gli arnesi e materiale della recente costruzione della chiesa. Nella piccola finestra che dà sulla strada la gente di buon cuore pone pane e acqua. Fa freddo, Castellazzo è situato nella cosiddetta “Siberia italiana”, ma Paolo è scalzo e per dormire ha solo una coperta che la sorella è riuscita ad infilare dalla finestra.
Il direttore spirituale gli ha chiesto di scrivere un diario su quanto gli passa nell’animo. Dallo scritto risulta che i 40 giorni passano tra momenti di grande aridità e desolazione e altri di consolazioni ed elevazioni mistiche. Tra il 2 e il 7 dicembre scrive le Regole della Congregazione che intende fondare, cui dà come primo nome “I poveri di Gesù”. “Scrivevo tanto presto come vi fosse stato in cattedra uno a dettarmi”, annota sul diario. Termina il ritiro il 1° gennaio del 1721. I Passionisti considerano questa esperienza del ritiro di 40 giorni, come il momento carismatico creativo, fondante della nuova Congregazione e per questo le date del Giubileo sono il 22 novembre 2020 -1° gennaio 2022.
Il tormentato cammino
per la fondazione
Sul finire di agosto del 1721, Paolo parte per Roma dove pensa ingenuamente di poter incontrare il Papa, mostrargli la Regola che aveva scritto e ricevere l’approvazione di radunare compagni. Macilento e malvestito si presenta al portone del Palazzo del Quirinale dove abita il Papa. Una Guardia Svizzera lo allontana. Deluso si reca a cercare conforto nella Basilica di Santa Maria Maggiore e lì davanti all’Immagine di Maria “salvezza del popolo romano” fa voto di mantenere viva nella Chiesa la memoria della Passione del Signore. L’apparente sconfitta invece di far fallire sul nascere il progetto, lo rafforza, anche se il cammino sarà lungo e tormentato. A condividere l’avventura si unisce il fratello minore Giambattista e insieme, dopo alcuni viaggi e soggiorni in Centro Italia in cerca di un luogo e sostegni per realizzare il progetto, la Provvidenza li riporta a Roma dove lavorano nell’ospedale San Gallicano appena fondato, la cui direzione chiede che i due fratelli siano ordinati sacerdoti. Non è per loro il lavoro in ospedale e i due, dopo nemmeno due anni, raggiungono il monte Argentario (GR), vivendo in un romitorio prima di poter costruire il primo convento. Sarà solo nel 1741 che Benedetto XIV approverà ufficialmente le Regole e Paolo avrà la gioia di sentirsi dire dal Papa: “Questa Congregazione nasce per ultima ma doveva essere la prima”.
La “memoria Passionis” di Gesù
e dei “crocifissi”
Il carisma fondazionale di Paolo della Croce è riassunto nelle parole: “Memoria Passionis”. Punto di partenza della sua spiritualità è Gv 15,13: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Nella prima Regola Paolo scrive: scopo della Congregazione è “insegnare a viva voce ai popoli la devota memoria della Passione e morte di Gesù Cristo Signore nostro, da cui come da fonte deriva ogni bene” (Regole capo 1). Spiega che la Passione di Gesù è “la più grande e stupenda opera del divino amore”, “rimedio a tutti i mali”, “un oceano di dolore e amore”, “la via del paradiso”. Nel diario aveva scritto: “Mi pareva di svenire vedendo la perdita di tante anime che non sentono il frutto della passione di Gesù”.
Commuove fino alle lacrime la gente quando predica sulle sofferenze della Passione di Cristo, che presenta come la prova più credibile dell’amore di Gesù Cristo per l’umanità ma anche come la prova che l’amore, il dono di sé, sono sempre generatori di nuova vita, di gloria e risurrezione.
I Passionisti s’impegnano alla promozione della Memoria Passionis con un quarto voto, che in realtà diventa il primo perché offre la luce, il punto di vista attraverso cui vivere gli altri tre voti. La centralità della Passione di Cristo esige necessariamente l’attenzione alla passione di coloro che “sono crocifissi oggi dall’ingiustizia, dalla mancanza del senso profondo dell’esistenza umana e dalla fame di pace, di verità e di vita” (Costituzioni 65).
Terzo Centenario
e Anno Santo passionista
Si cominciò a parlare delle celebrazioni del Terzo Centenario di fondazione in una sessione del Sinodo della Congregazione del 2015 in cui emersero una grande quantità e varietà di proposte tanto che il Consiglio Generale nominò una Commissione per una prima selezione. Su un punto tutte le proposte del Sinodo convenivano: niente statue o monumenti o costruzioni per le celebrazioni tricentenarie ma solo iniziative di promozione della crescita spirituale, culturale e apostolica dei religiosi e dei membri della Famiglia Passionista. Le proposte passarono nel 2017 ad una apposita commissione per il tricentenario composta da 6 membri, uno per ogni configurazione.
Nel suo primo incontro la Commissione del Tricentenario propose al Consiglio Generale: di trasformare il tricentenario in un Anno Santo con il beneficio dell’indulgenza plenaria, di cominciare a sensibilizzare la Congregazione indicendo una gara per il disegno del logo del Giubileo e per l’inno del Giubileo. Infine, si fece preparare una icona con il Crocifisso, l’Addolorata, san Paolo della Croce e alcuni santi passionisti, destinata a peregrinare per tutti i conventi della Congregazione. L’icona, scritta da un iconografo greco che lavora in Germania, era già pronta per il Capitolo Generale del 2018 e a gennaio 2019 iniziò il pellegrinaggio in Congregazione (anche lei vittima del lock down!).
Tema del Giubileo:
“Rinnovare la nostra missione”
Lo slogan del logo è stato scelto dal Consiglio Generale: “Rinnovare la nostra missione: gratitudine, profezia, speranza”. È stato pensato come tema del Capitolo Generale dell’ottobre del 2018 e sarà il tema del Sinodo della Congregazione nell’ottobre del 2021. Il Giubileo quindi funge da verifica e catalizzatore del processo di rinnovamento della Congregazione. Il superiore generale, P. Joachim Rego, ha spiegato nella relazione al Capitolo generale del 2018: “La nostra missione è integralmente collegata con la nostra vita in comunità. La nostra vita comunitaria e la nostra missione non possono essere separate: sono due facce di una stessa medaglia…Insieme entrambe formano e ci donano l’identità e l’autenticità dell’essere passionisti. Il ‘chi siamo’ e il ‘che cosa facciamo’ sono interconnessi e inter-relazionati”… Perciò quando parliamo di “rinnovare la nostra missione” si tratta principalmente di ‘rinnovare noi stessi”.
Al centro del Giubileo passionista c’è quindi il rinnovamento personale, comunitario apostolico. II Capitolo generale del 2018 ha mobilitato la Congregazione ponendola in stato di ricerca, riflessione, laboratorio su come attuare questo cambiamento, i cui primi risultati saranno esaminati dal Sinodo della Congregazione nell’ottobre del 2021. Il punto di partenza è lo spirito del carisma del Fondatore, che deve essere approfondito, reinterpretato in fedeltà creativa tenendo presente il carattere internazionale e multiculturale della Congregazione. Grande attenzione all’apostolato, l’evangelizzazione. I Passionisti sono tradizionalmente predicatori di missioni popolari. Nel centro e sud Italia quasi ogni paese e cittadina aveva la croce che i Passionisti erigevano al termine della loro predicazione. Ma oggi le missioni popolari, almeno nella forma classica, sono meno ricercate. Tentativi di aggiornarle non hanno dato grandi risultati. Si sta ripiegando sul lavoro nei santuari e nelle parrocchie (che in passato si rifiutava), nelle case di ritiro ma è certo che i Passionisti, almeno in Italia, devono trovare la loro modalità di inserirsi efficacemente da protagonisti nella pastorale della Chiesa Italiana.
Il Giubileo ha lo scopo di sostenere, promuovere questo clima di ricerca e di rinnovamento. In effetti il Giubileo, nella sua forma biblica (Lev 25, 8-17), nasce come un agente di cambiamento, un induttore di rinnovamento religioso e sociale, offrendo a tutti (Terra compresa) un nuovo inizio, nuove opportunità in ossequio alla signoria di Dio sulla creazione e sulla storia.
Giubileo e pandemia
Il Giubileo passionista cade in coincidenza con l’esplosione della crisi del Covid 19, che ha rischiato di cancellare o rinviare di un anno l’evento. Fin dall’inizio della pandemia si è levato da più parti il grido “Nulla sarà come prima”. E in realtà il Giubileo ha cambiato la nostra vita, le nostre abitudini, ha modificato anche la vita della Chiesa impedendo e ora limitando la presenza fisica delle persone alla vita liturgica e sacramentale, sostituita da quella digitale. Un altro grido scaramantico ci ha accompagnato durante il confinamento in casa: “Andrà tutto bene”. Questi due atteggiamenti richiamano alla mente la parola cinese “crisi”, che sarebbe composta di due caratteri di cui il primo significa “pericolo” e il secondo qualcosa come “vantaggio, opportunità”. La differenza dipende dallo spirito con cui si affronta la crisi. Lo spirito del Giubileo può fornire l’energia perché la crisi, quella sociale, e anche quella religiosa della Chiesa e dei religiosi, possa trasformarsi in un nuovo inizio, una nuova opportunità. Infatti questa è la dinamica del Giubileo ebraico e cristiano: liberazione, rinnovamento, ricerca di nuove relazioni con gli altri e la natura, nuovo inizio. In fondo è proprio questo che chiede lo slogan giubilare: Rinnovare la nostra missione.
I pellegrinaggi
Il pellegrinaggio, come è noto, è parte integrante dei Giubilei. I luoghi di pellegrinaggio del Giubileo passionista sono legati direttamente alla presenza del Fondatore quando era in vita. E sono: Ovada (AL), la casa natale di san Paolo, monumento nazionale; il convento della Presentazione al tempio di Maria, sul monte Argentario, prima casa della Congregazione; il convento di sant’Angelo in Vetralla (VT), base di Paolo per 22 anni; il convento dei Ss. Giovanni e Paolo a Roma, dove il fondatore abitò gli ultimi due anni e morì il 19 ottobre del 1775.
Prima ancora che iniziasse la pandemia del Covid 19 si era concordato con la Penitenzieria Apostolica la possibilità di poter celebrare il Giubileo e ricevere l’Indulgenza Plenaria anche in tutte le case dei Passionisti e delle Monache Passioniste in 4 giornate a scelta durante l’anno, più in occasione di capitoli, assemblee, esercizi spirituali, ritiri, ecc... Anche se il Covid 19 limiterà i pellegrinaggi a Roma e in Italia, la famiglia passionista potrà celebrare più volte l’Anno Santo anche senza ricorrere a grandi trasvolate. Indulgenza plenaria a parte, quello che è importante è che il Giubileo sia vissuto come “un lieto messaggio, un “anno di grazia del Signore”, (cf Lc 1,18-19) un’occasione e un impulso straordinario per rinnovare la propria vita, approfondire la comunione con Dio, vivere la propria vocazione con slancio ed entusiasmo, annunciare e testimoniare in modo attuale, credibile e incisivo la Memoria Passionis.
Il Congresso internazionale
Gli eventi romani del Giubileo sono stati ridotti al minimo e spostati tutti, per la pandemia, alla seconda metà del 2021: incontro dei giovani passionisti, incontro dei formatori passionisti, incontro dei vescovi passionisti. È prevista solo una grande iniziativa pubblica con grande risonanza ecclesiastica: Il Congresso internazionale “La sapienza della Croce in un mondo plurale” che si svolgerà dal 21 al 24 settembre 2021 all’Università Lateranense.
In definitiva il Giubileo è una chiamata solenne, una convocazione straordinaria alla conversione e quindi alla santità. È un’occasione:
-. per approfondire e riappropriarsi dell’essenza del carisma di san Paolo della Croce e reinterpretarlo nel mondo contemporaneo;
-. per interrogarsi su cosa chiede oggi il popolo di Dio ai Passionisti;
-. per trovare modi attuali, credibili, incisivi per annunciare e testimoniare la Memoria Passionis;
-. per rinnovare la vita comunitaria e la missione;
-. per interrogarsi sui motivi della crisi vocazionale in Occidente;
-. per dare nuova vitalità, fecondità, capacità di attrazione alla Congregazione.
p. Ciro Benedettini C.P.