Cabra Piergiordano
L'ultima utopia
2020/11, p. 8
Papa Francesco, con l’ultima enciclica Fratelli tutti, gioca tutto sulla fraternità. La fraternità è l’unica utopia che può salvare il mondo e i suoi abitanti. Utopia, perché non pienamente realizzabile su questa terra, ma potente obiettivo capace di stimolare e convogliare energie costruttive. Unica e ultima, perché senza tendere a questa utopia il mondo di oggi non può reggere a lungo.

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L’ULTIMA UTOPIA
Papa Francesco, con l’ultima enciclica Fratelli tutti, gioca tutto sulla fraternità. La fraternità è l’unica utopia che può salvare il mondo e i suoi abitanti. Utopia, perché non pienamente realizzabile su questa terra, ma potente obiettivo capace di stimolare e convogliare energie costruttive. Unica e ultima, perché senza tendere a questa utopia il mondo di oggi non può reggere a lungo.
Finora ci si rassegnava a questo aut-aut: Volete gli uomini liberi? Rinunciate ad averli uguali! Volete gli uomini uguali? Rinunciate ad averli liberi! La fraternità era considerata un’utopia ininfluente sulle dure leggi dell’economia e della politica. Eppure la fraternità è quel tessuto connettivo in cui si possono incontrare e comporre forze che diversamente rischiano di esplodere in disastrosi conflitti.
Il fatto problematico è che la fraternità non si può imporre con la forza, né con le leggi, essendo frutto di spiriti liberi, disposti a riconoscere che abbiamo tutti uguale dignità per il fatto d’appartenere alla medesima famiglia umana e, per chi ha fede, perché siamo tutti figli di uno stesso Padre.
Ma questa utopia si ripresenta in tutta la sua urgenza anche alla vita consacrata. Stiamo abbandonando le opere nelle quali avevamo speso la nostra vita. Il futuro è più che incerto, data la siccità vocazionale. Che cosa ci resta da fare con le rimanenti declinanti energie?
Mentre ogni Istituto cerca una sua risposta, una cosa è certa per tutti: ci resta l’unica e forse ultima utopia da realizzare: la fraternità.
Impegnati come eravamo nella gestione delle nostre opere, al punto di chiudere sovente un occhio, mettendo tra parentesi la fraternità, oggi questa utopia diventa la realtà, unica e forse ultima alla quale tendere per vivere la nostra consacrazione, per sostenere l’efficacia delle nostre ridotte presenze, per vivere con serenità la presente congiuntura, ma soprattutto per onorare il nome cristiano.
Quando ci dicevano che la vita fraterna era uno degli elementi essenziali della nostra missione, pensavamo che fosse una bella espressione della nuova teologia, da realizzare in quanto compatibile con le nostre attività, che sovente creavano tensioni interne che compromettevano la fraternità.
Volete opere efficienti? dovete rassegnarvi a sottolineare più l’obbedienza e la disciplina che la fraternità.
Ora le condizioni esterne e interne ci invitano, se non ci obbligano, a mettere come primo obiettivo la vita fraterna, che è il segno inequivocabile dell’essere cristiani. Di fronte ad un mondo che si costruisce sempre più sull’individualismo, abbiamo la missione di “diventare fratelli”, di intensificare questo impegno, che ci edifica spiritualmente e umanamente, che è sostegno ai cristiani, che forse è il migliore ricordo che possiamo lasciare di noi.
Se la società può fare agevolmente molte delle cose che facevamo noi, non è ugualmente in grado di praticare e insegnare l’arte di diventare fratelli.
Quale servizio più incisivo del dimostrare come la fede in un Dio Padre e la sequela di Cristo è in grado di far convivere persone che non si sono scelte, che hanno avuto storie diverse, ma che cercano di accettarsi, di aiutarsi e di perdonarsi? Quale prova più convincente del come la ricerca della fraternità è un impegno altamente umanizzante?
Avanti Fratelli: mostriamo che è possibile avvicinarsi all’utopia della fraternità, noi che siamo stati riuniti dall’amore di Cristo!
Piergiordano Cabra