Kaladich Virginia
Scuola - Ripartenza
2020/10, p. 33
Ripartiamo in Sicurezza, con l’attenzione e il rispetto di tutte le norme anticovid; ripartiamo in Squadra, perché da soli non possiamo andare da nessuna parte e ripartiamo con la volontà di trovare Soluzioni rapide, perché sappiamo che non è un anno come gli altri.

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LA FIDAE SI È MESSA SUBITO IN GIOCO
Scuola – Ripartenza
Ripartiamo in Sicurezza, con l’attenzione e il rispetto di tutte le norme anticovid; ripartiamo in Squadra, perché da soli non possiamo andare da nessuna parte e ripartiamo con la volontà di trovare Soluzioni rapide, perché sappiamo che non è un anno come gli altri.
Il suono della campanella dal vivo con il vociare dei ragazzi che entravano in fila ordinata è stato forse uno dei momenti più belli di un 2020 che difficilmente scorderemo. Perché sì, alla fine ce l’abbiamo fatta: il 14 settembre abbiamo riaperto le nostre scuole e le nostre classi sono tornate ad essere vive, tra gli sguardi quasi increduli degli alunni, la soddisfazione dei docenti e del personale e i visi contenti ma un po’ timorosi dei genitori.
La prima sfida l’abbiamo vinta perché riaprire la scuola in presenza non era così scontato e purtroppo la confusione e, in molti casi il ritardo, con cui le istituzioni hanno affrontato le problematiche legate al mondo scolastico hanno generato confusione e anche un po’ di delusione perché l’istruzione è il primo ambito su cui puntare se vogliamo far ripartire questo Paese una volta terminata la pandemia, e non siamo solo noi “addetti ai lavori” a dirlo.
Ci siamo subito rimboccate le maniche
Abbiamo vinto questa prima sfida perché, come Federazione che riunisce le scuole paritarie cattoliche italiane, ci siamo messi in gioco subito, a partire dall’8 marzo, quando forse non si era ancora compreso quanto fosse grave la pandemia e qualcuno paventava perfino la riapertura delle scuole entro 15 giorni. Noi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cercato di mantenere il contatto con gli alunni per non disperdere il lavoro che era stato fatto fino a quel momento e per concludere nel migliore dei modi possibili l’anno scolastico. Questo è stato possibile grazie soprattutto all’impegno straordinario di tutti i docenti che in pochi giorni sono riusciti ad adattarsi alla nuova modalità di didattica a distanza e che, nello stesso tempo, hanno cominciato anche dei webinar di formazione per offrire un servizio di qualità. Per molti è stata l’occasione di fare finalmente un tuffo (a occhi chiusi) nel mondo digitale, per vincere qualche ritrosia e anche un po’ di diffidenza verso quello che a torto viene considerato troppo spesso il “mondo virtuale dei giovani”. Certo, le lezioni in presenza sono un’altra cosa, e non a caso è stato fatto davvero il possibile per riattivarle, ma il lock down ci ha insegnato qualcosa in più sui nostri ragazzi, sul loro modo di interagire e di comunicare e ci ha dato anche l’occasione per entrare dentro questi schemi e cercare di rendere le lezioni più accattivanti, più vicine al loro linguaggio. Da qui è partita la spinta per creare una vera Prassi di Riferimento, un vademecum con regole standard, valide per qualsiasi scuola di ordine e grado, affinché possa essere garantito un livello di istruzione pari a quello che viene garantito attraverso le lezioni in presenza.
Dobbiamo ringraziare l’Uni – Ente di Normazione italiano, che ci ha accompagnato in tutti i tavoli di lavoro per la stesura del documento finale che è il frutto di un lavoro molto più condiviso che ha visto la partecipazione di dirigenti e docenti di scuole paritarie e scuole statali, di tecnici del Ministero dell’Istruzione e di altre figure provenienti dal mondo scientifico che si sono messe a disposizione in maniera del tutto disinteressata per raggiungere quest’obiettivo. E qui vorrei soffermarmi perché oggi la scuola, la scuola che noi amiamo e per cui diamo buona parte della nostra vita, avrà senso solo se siamo in grado di fare rete, tutti: scuole statali e scuole paritarie, istituzioni territoriali e istituzioni centrali, Ministero dell’Istruzione, mondo dell’associazionismo, e poi naturalmente gli alunni e le loro famiglie.
Le difficoltà si superano facendo rete
Il lock down ci ha insegnato questo: le difficoltà si superano facendo rete, confrontandosi, mettendo in comune buone pratiche, discutendo e cercando soluzioni in maniera rapida. Su queste basi abbiamo lanciato una campagna, #vogliamofarescuola, che ha coinvolto tanti insegnanti e tante personalità del mondo accademico e scientifico, che hanno portato idee concrete e innovative su quella che sarà o potrà essere la scuola del futuro. Certo, avremmo voluto che un dibattito simile coinvolgesse maggiormente l’opinione pubblica invece di assistere, quasi ogni giorno, alle polemiche sui banchi o sui metodi di distanziamento di qualche singolo istituto. Perché in gioco c’è molto di più: si tratta del futuro del nostro paese, si tratta di mettere ora le basi per un nuovo modo di pensare il lavoro, più sostenibile e attento alla cura del Creato, perché davvero, come ha detto papa Francesco, “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Ecco perché con un ciclo di webinar, #leparoledellascuola”, abbiamo cominciato ad immaginare come potrà essere, a partire da questo nuovo anno scolastico, la nuova scuola: una scuola, ad esempio, che cominci a immaginare nuove modalità di lezione, maggior contatto con la natura, l’ambiente, il territorio …per ricevere nuovi stimoli e anche per mettere in pratica quello che si impara sui testi. Una scuola dove possa cambiare anche il modo di concepire lo spazio, non più una cattedra in alto con una schiera di banchi davanti, ma una discussione aperta, con l’insegnante e gli studenti che partecipano ad una lezione diversa, più coinvolgente.
Il tema dei nuovi mezzi
C’è poi il tema dei nuovi mezzi: molte delle nostre scuole avevano un livello avanzato nell’uso delle tecnologie digitali già prima dell’avvento del Covid e sono state quelle che, sempre in uno spirito di squadra, si sono messe a disposizione nei confronti invece di quegli istituti che erano ancora un po’ indietro. Oggi le scuole ricominciano con la consapevolezza di avere sicuramente al proprio interno delle risorse in più e delle competenze in più, visto che ci siamo tutti dovuti dotare di pc, tablet e di software e soprattutto abbiamo dovuto capire come far funzionare tutto. Noi ci auguriamo che non si debba ritornare a delle misure drastiche come quelle della scorsa primavera, ma possiamo certamente affermare, nel caso in cui si chiudessero nuovamente tutte le scuole, che ci troviamo già pronti per garantire una didattica a distanza di qualità, grazie proprio alle linee guida della Prassi di Riferimento di cui ho parlato. Naturalmente anche nel caso in cui non ci fosse nessuna ulteriore chiusura, come speriamo, i nuovi strumenti possono essere un valido sostegno sia per i docenti che per gli alunni, per affrontare una lezione più “immersiva” o per partecipare ad un evento.
Si aprono nuovi scenari
Si aprono nuovi scenari che però non ci fanno dimenticare le difficoltà del presente. E vorrei aprire qui una parentesi sul mondo delle paritarie che ha dimostrato, anche in questa pandemia, tutta la sua forza e la sua peculiarità nonostante molto spesso non sia stato preso in considerazione. Dispiace dover sottolineare ancora una volta che in Italia siamo ancora molto indietro con la vera parità scolastica e con la piena attuazione della legge 62 del 2000. Lo abbiamo visto sulla nostra pelle anche durante il lock down, quando sono stati previsti, inizialmente, solo degli aiuti per la scuola statale come se anche la scuola paritaria non facesse parte del sistema scolastico italiano. Poi, grazie agli interventi e la presentazione di Emendamenti da parte della FIDAE e di altre Associazioni rappresentative della scuola paritaria cattolica, abbiamo raggiunto piccole conquiste, infatti, nei primi giorni del mese di luglio u.s., in Commissione Bilancio alla Camera è stato approvato l’emendamento che incrementava le risorse per i servizi educativi e le scuole paritarie, che hanno dovuto sospendere l’attività in presenza causa Covid 19.
La decisione del Parlamento ha rappresentato un passo importante nella direzione di considerare, finalmente, le scuole paritarie parti costitutive del sistema nazionale di istruzione, realtà sociali che svolgono un servizio pubblico e rappresentano una risorsa importante per tutto il Paese.
Restano ancora molte discriminazioni
In questo anno duramente segnato dall’emergenza sanitaria per la pandemia, le scuole paritarie sono state al fianco degli alunni e delle loro famiglie, testimoniando anche in questa imprevista circostanza il valore del loro ruolo educativo. Altre cose evidenziano ancora la disparità, per esempio il bonus docenti, concesso a quelli della statale ma non a quelli della paritaria, non riconoscimento del servizio per poter partecipare al Concorso e tante discriminazioni che non fanno bene al cammino verso una vera parità di scelta educativa. Oggi, a tutto questo, si aggiunge la questione dei docenti che stanno “migrando” verso la scuola statale: gli istituti paritari non riescono a trovare docenti abilitati, come richiede la stessa l.62/2000, che possano sostituirli, e questo perché il Ministero non ha più fatto corsi di abilitazione. I docenti vengono così messi di fronte ad una scelta obbligata da cui tra l’altro non possono più tornare indietro, visto che chi non risponde alla chiamata per l’immissione in ruolo di fatto è come se rinunciasse per sempre ad entrare nel circuito delle scuole statali. A tutto questo si aggiunge il fatto, come accennavo, che non riusciamo a trovare personale che sia abilitato. È una questione di dignità, in Italia non possono esserci insegnanti di serie A e insegnanti di serie B. Anche per questo credo sia giunto il momento di completare la legge del 2000: questa situazione così emergenziale può essere l’occasione giusta perché ha reso più evidente l’importanza di un’offerta formativa varia e la scuola cattolica deve poter rivendicare il ruolo che ha sempre avuto nella formazione di tanti cittadini.
Tre “S” per ripartire
Per la ripartenza abbiamo coniato una modalità in 3 S, che riassume molto bene quali dovranno essere le direttrici per il 2020-2021: ripartiamo in Sicurezza, con l’attenzione e il rispetto di tutte le norme anticovid, perché il bene comune della salute sia salvaguardato. Ripartiamo in Squadra, perché da soli non possiamo andare da nessuna parte e perché il confronto è sempre un momento di arricchimento. Ripartiamo con la volontà di trovare Soluzioni rapide, perché sappiamo che non è un anno come gli altri, perché il virus circola e perché le disposizioni per arginare la diffusione del virus potrebbero variare e costringerci a un ulteriore adattamento. Ma noi diciamo che vogliamo davvero fare scuola, con i nostri alunni che abbiamo aspettato con grande emozione, con tutti i docenti e il personale scolastico a cui rinnoviamo la nostra fiducia e anche il nostro grazie per aver superato questo difficile periodo, alle famiglie a cui diciamo di non preoccuparsi perché i loro ragazzi sono in buone mani.
Concludo stralciando alcuni passaggi dal messaggio che a fine agosto 2020 il Consiglio nazionale ha lanciato da Palermo: la scuola cattolica italiana chiede che sia superata la distanza che ancora esiste tra scuola paritaria e statale. Vogliamo che quanto è stato sancito dal 2000 in Italia che il sistema pubblico di istruzione è composto da scuola statale e scuola paritaria diventi realtà. Chiediamo che quanti abitano la scuola paritaria, alunni, genitori, docenti, operatori, abbiano PIENA CITTADINANZA nel sistema scolastico italiano. Solo così possiamo garantire la vera libertà, la libertà dei genitori di scegliere l’educazione e l’istruzione che vogliono dare ai loro figli.
Radicati nel passato vogliamo guardare al futuro con dignità di scuola!
Virginia Kaladich – Presidente nazionale FIDAE