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Il Messale è una opportunità e una preziosa occasione
per riprendere in mano alcuni aspetti «non nuovi» della
riforma conciliare ai quali forse finora non abbiamo
dato la dovuta considerazione.
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Leggendo un breve ma sorprendente testo poetico di Clemente Rebora, il mio pensiero è volato ad uno dei “detti” solenni e intriganti con i quali il nostro vecchio professore di agronomia, soleva iniziare le sue avvincenti lezioni: “Quando passa un carro di letame, levatevi il cappello. Passa il dio Stercuzio, il dio della fecondità”. E qui cominciava l’elogio di quel concime naturale che con il suo
dissolversi favoriva la crescita di nuova vita. E, assieme, tesseva l’elogio della Natura, nella quale “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
Ed ecco il testo che ha provocato ricordi apparentemente ben poco eleganti:
Dopo aver tanto agognato alle cime
e perso vita per viver sublime,
grazia m’è data di far da concime.
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Il convegno ha voluto, su temi più specifici, offrire un aiuto per comprendere l’attuale
delicata fase ecclesiale, senza offrire alcuna ricetta preordinata, ma ripensando alle
ricchezze e alle debolezze che questo tempo ha fatto scoprire.
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Servire un mondo ferito, nella solidarietà interreligiosa. Un invito cristiano a riflettere
e agire durante il COVID-19 e oltre1 è il titolo di un documento pubblicato il 27 agosto a firma del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e il Consiglio ecumenico delle Chiese. Fondamenti, principi e raccomandazioni.
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«In questo anno, segnato dalle sofferenze e dalle sfide
procurate dalla pandemia da Covid 19, il cammino missionario
di tutta la Chiesa prosegue alla luce della Parola che troviamo
nel racconto della vocazione del profeta Isaia: «Eccomi,
manda me» (Is 6,8). È la risposta sempre nuova alla domanda
del Signore: «Chi manderò?». Questa chiamata proviene
dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella
sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale.
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Stefano Visintin, monaco benedettino, è il nuovo abate di Praglia. Nel suo passato
una laurea in fisica nucleare e la docenza in teologia fondamentale al Pontificio
Ateneo Sant’Anselmo di Roma, di cui è stato anche preside. L’intervista che di seguito riprendiamo prende spunto da alcune provocazioni del suo interessante volume Come meridiani nelle vicinanze del polo. Scienza, teologia, religione (EDB, 2018).
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«Una vita consumata fino al dono totale di sé. Un sorriso che affascinava, stupiva e
interrogava quanti lo incontravano».
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Roberto Repole affronta il vasto campo della missione
della Chiesa e vi si addentra con un nuovo paradigma,
il paradigma del dono: la missione è il dono della Chiesa,
la quale è in se stessa dono, perché ha le sue radici nella
SS.ma Trinità.
2020/10, p. 18
L’esercizio di consolare chi è nel lutto è un’arte difficile. Si è infatti confrontati col
mistero. La buona volontà non basta. Tanto meno bastano le frasi fatte e le
espressioni di circostanza. Quale allora la vera terapia della consolazione?
2020/10, p. 20
Il potere delle immagini non si lascia facilmente rinchiudere dentro la comoda
definizione di «arte sacra» e nemmeno nel tradizionale binomio “arte- fede”.
Giuliano Zanchi nel suo recente volume edito dalle EDB ne spiega la ragione.
2020/10, p. 23
Da quasi vent’anni i superiori maggiori tedeschi si stanno occupando del problema
degli abusi sessuali sui minori tra i religiosi. Nel 2019 hanno organizzato un’indagine
conoscitiva e nel prossimo autunno è previsto un convegno su questo tema.
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Una delle agenzie ecclesiali cattoliche tedesche più
impegnata nell’aiuto alle missioni, Missio (Aachen),
ha avviato una prima indagine conoscitiva sulla sensibilità
delle strutture e organizzazioni cattoliche con cui ha
relazioni a livello mondiale a proposito del problema degli
abusi sulle suore. Non si tratta di una indagine quantitativa,
ma del risultato di un sondaggio fatto con le organizzazioni
per conoscere quanto il problema sia percepito.
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La vita consacrata non ha soltanto la funzione di costruire la persona secondo
categorie evangeliche, ma anche di costruire una persona che sia “creatura nuova”.
2020/10, p. 29
Il Papa ha scritto ai religiosi e religiose del Brasile che dal
17 al 23 agosto scorsi hanno celebrato la Settimana della
vita consacrata: per essere dono per gli altri e servire nella
gioia bisogna «tenere lo sguardo fisso su Gesù», per scongiurare
il rischio di avere una «visione mondana» delle cose.
2020/10, p. 30
Di fronte al dramma del Covid – 19, la pontificia Accademia per la vita ha diffuso
due Note auspicando una nuova alleanza tra scienza e solidarietà umana e per
contribuire ad ampliare un responsabile discernimento collettivo.
2020/10, p. 33
Ripartiamo in Sicurezza, con l’attenzione e il rispetto di tutte le norme anticovid;
ripartiamo in Squadra, perché da soli non possiamo andare da nessuna parte e
ripartiamo con la volontà di trovare Soluzioni rapide, perché sappiamo che non è un
anno come gli altri.
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«Allora domandò loro: “Ma voi, chi dite che io sia?” E
Pietro rispose: il Cristo di Dio”». Sappiamo dal
Vangelo stesso che la risposta di Pietro non è detta una
volta per sempre. Ci sarà il tempo della contestazione
dell’apostolo riguardo a ciò che il Maestro dice del suo futuro.
Ci sarà anche il tempo nel quale Pietro abbandona il
Maestro, nega ripetutamente di conoscerlo.
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SIRIA Continua la missione dei frati della Custodia
AUSTRALIA Il segreto confessionale è inviolabile
PAKISTAN Asia Bibi e la legge sulla blasfemia
2020/10, p. 39
Al nascere della Chiesa, il compito di Maria non è stato quello della predicazione (mandato proprio degli apostoli, per la loro consacrazione sacerdotale), ma di
edificazione mediante la preghiera assidua, l’esempio della sua vita e la santità della sua anima. Maria, dopo la Pentecoste, non aveva terminato il suo compito di madre. Come aveva nutrito e circondato di cure il corpo di Gesù, ora doveva prodigare il suo amore materno alla Chiesa che stava nascendo, corpo mistico di Cristo.
2020/10, p. 40
È possibile ripercorrere in coerenza alla tradizione della sapienza spirituale
ignaziana il vissuto dei consacrati. Un recente studio del Centro francese di
ricerca sulla vita religiosa suggerisce di farlo sui temi: formazione e formatore,
accompagnamento spirituale, crisi, violenza, autorità e interculturalità. Ne
diamo una presentazione.
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In “Teologia del cinema” l’autore, Paolo Cattorini, professore di bioetica
dell’università Insubria, mette in relazione i tre fuochi: immagini rivelate,
narrazioni incarnate, etica della visione, e ne mostra l’arricchente intreccio.
2020/10, p. 47
2020/10, p. 47
L’A. teologo moralista, sviluppa una approfondita e puntuale lettura di un’inedita
e imprevista condizione in cui l’essere umano viene a trovarsi e nella quale alcune
sue esperienze umane fondamentali subiscono mutazioni tali da chiamare in causa
l’etica teologica.