Gellini Anna Maria
La preghiera nella vita del prete "Lo pose in una mangiatoia" Qualcuno a cui guardare
2020/1, p. 47

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Testimoni
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Juan María Uriarte La preghiera nella vita del prete EDB, Bologna 2019
J.M. Uriarte, vescovo emerito della diocesi di S.Sebastian, membro della Commissione dei seminari e delle università e presidente della Commissione del clero per la Conferenza episcopale spagnola, propone una interessante riflessione sulla vita di preghiera cristiana e sacerdotale. Tutte le spiritualità cristiane hanno un'ampia base comune, ma vanno riconosciute caratteristiche principali e forme di preghiera che sono peculiari dei seminaristi, dei preti e dei vescovi: una preghiera strettamente connessa con la Parola di Dio e con la Liturgia delle ore; la preghiera nelle celebrazioni della comunità, la preghiera come presupposto per la carità pastorale e la preghiera apostolica che ha la sua origine e il suo nutrimento nella vita reale della gente, vicina e lontana, della diocesi, della Chiesa universale, letta dalla prospettiva della fede.
Ermenegildo MAnicardi “Lo pose in una mangiatoia” EDB, 2019
Manicardi, vicario generale della diocesi di Carpi, già rettore dell'Almo Collegio Capranica, docente di Teologia biblica all’Università Gregoriana, propone una approfondita rilettura del racconto lucano dell’infanzia di Gesù. Racconto unitario composto da tre sequenze narrative, in cui l’evangelista presenta “un'ambientazione di fondo peculiare e differenziata, tanto nell'indicazione del tempo quanto nell'individuazione dello spazio. La prima sequenza si colloca al tempo del re Erode e ha come spazio di azione la Giudea (Lc 1,5). La seconda è ambientata nei giorni di Cesare Augusto, al tempo del censimento di Quirinio, e ha come scenario di sfondo l'intera terra abitata (2,1-3). La terza sequenza è ambientata 12 anni dopo il censimento che fu scenario alla nascita di Gesù e ha come spazio di azione il Tempio di Gerusalemme (2,41s.46). Questi scenari sono funzionali a comunicare un messaggio peculiare e si dispongono in un intenso crescendo.
Luigi M.Epicoco Qualcuno a cui guardare Città Nuova, 2019
L’A., sacerdote della diocesi di L’Aquila, docente di filosofia alla Lateranense e all’ISSR “Fides et Ratio”, offre un’ampia riflessione su sei temi chiave che dovrebbero caratterizzare il profilo spirituale di ogni battezzato: debolezza, verità, autenticità, relazioni, ferialità e grazia. «La testimonianza, infatti, è solo un battesimo che funziona. La teologia la chiama santità». Chi ha incontrato Cristo non riesce a tenerlo nascosto. Infatti, la testimonianza accade per un eccesso, per un di più che trabocca dal cuore. Non si può essere testimoni senza essersi lasciati afferrare da Cristo. Solo chi si è lasciato prendere così da Lui, solo chi si lascia amare così, diventa qualcuno a cui guardare. Tutti abbiamo bisogno di testimoni a cui guardare. E tutti siamo chiamati a diventarlo, senza però pensare che esista una tecnica o un corso che ci abiliti a esserlo. La testimonianza è solo la conseguenza di una vita vissuta secondo una misura alta, in Cristo e nella Chiesa.