Villa Marco
Per una crescita missionaria
2019/7, p. 11
“Guai a me se non predicassi il Vangelo” (1Cor 9,16). Persone, luoghi e modi della missione per il PIME di oggi e di domani. Una presentazione dei lavori della XV Assemblea Generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (P.I.M.E.).

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
XV Assemblea Generale del PIME
PER unA CRESCITA
MISSIONARIA
“Guai a me se non predicassi il Vangelo” (1Cor 9,16). Persone, luoghi e modi della missione per il PIME di oggi e di domani. Una presentazione dei lavori della XV Assemblea Generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (P.I.M.E.).
«Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria del vostro Istituto, la sua identità più profonda. Questa missione però – è sempre bene sottolinearlo – non vi appartiene, perché essa sgorga dalla grazia di Dio. Non c’è una scuola per diventare evangelizzatori; ci sono aiuti, ma è un’altra cosa. È una vocazione che avete da Dio. O sei evangelizzatore o non lo sei, e se tu non hai ricevuto questa grazia, questa vocazione, rimani a casa. È una cosa grande, che ti porta avanti. “La prima parola, l’iniziativa vera, l’attività vera, viene da Dio e solo inserendoci in questa iniziativa divina, solo implorando questa iniziativa divina, possiamo anche noi diventare – con Lui e in Lui – evangelizzatori”» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 112).
Il Santo Padre Francesco si è rivolto con queste parole ai deputati riuniti a Roma per la XV Assemblea Generale del PIME. Distaccandosi dal testo preparato, si è rivolto a noi con spontaneità, con parole dettate dal cuore, dette per il bene di un intero Istituto, per il bene della missione evangelizzatrice della Chiesa.
Il Papa ci ha incontrati quasi al termine dei lavori assembleari: la Direzione generale per il prossimo sessennio era già stata eletta ed anche le deliberazioni assembleari ormai quasi tutte approvate, anche la stanchezza affiorava, ma le parole di Francesco hanno riacceso i cuori e dato coraggio, sono state in un certo senso la risposta a quel desiderio di missione che un nostro giovane missionario aveva bene espresso nella fase preparatoria dell’Assemblea e che era stato fatto proprio dal Superiore Generale nella sua relazione di fine mandato: “Mio caro PIME, aiutami ad essere sempre più missionario… continua ad inviarmi, a fare bruciare in me il fuoco della missione…mettimi per strada, rendimi coraggioso evangelizzatore…”.
Il cammino
dell’assemblea
Ripercorro a ritroso il cammino di questa assemblea. Dal messaggio finale, consegnato a tutti i membri dell’Istituto, ai momenti principali dell’assise, alla fase preparatoria.
Rinforzati e rianimati dalle parole di Francesco, i deputati all’Assemblea hanno voluto raccontare il risultato di 25 giorni di lavoro a tutti i confratelli inviati e sparsi nei cinque continenti, con un messaggio. In esso non sono nascoste le sfide da affrontare, e viene tratteggiato chi è il missionario del PIME oggi. Il Direttorio dell’Istituto ricorda inoltre che “scopo dell’Assemblea Generale non è solo di legiferare, ma soprattutto di suscitare un nuovo soffio di vitalità apostolica, nella fedeltà allo spirito delle origini e nel rinnovamento domandato dalle esigenze del presente” (Direttorio 74). Mi sembra che in questo messaggio il soffio di vitalità apostolico sia bene espresso. Ecco alcuni stralci del testo.
“Guai a me se non predicassi il Vangelo”. Questo richiamo di s. Paolo ai cristiani di Corinto ci ha guidato durante la XV Assemblea generale, facendola diventare un momento di grazia e di crescita per ciascuno di noi guardando al futuro con speranza e responsabilità.
Una nota particolare del nostro incontro è stata la presenza di molti giovani missionari che partecipavano per la prima volta alla AG e questo ha senz’altro apportato vitalità ed entusiasmo nelle discussioni.
Lo scambio di esperienze, l’ascolto delle relazioni delle diverse circoscrizioni e la condivisione sincera del nostro vissuto in missione ci ha arricchiti e ha rinvigorito la passione per l’annuncio del Vangelo, senza nasconderci le sfide attuali che l’Istituto sta affrontando come il calo numerico, l’invecchiamento dei confratelli e un sentimento di stanchezza da parte di alcuni. Tuttavia ci rincuora l’apporto positivo dell’internazionalità (ndr.: i membri laici e presbiteri del PIME sono 440, di 16 nazionalità e lavorano in 18 Paesi del mondo. Gli italiani sono oggi circa 300), l’interessamento di tanti laici e la volontà di aprirsi a nuove realtà.
Complessivamente è stato il nostro impegno ad gentes a guidare le riflessioni e ad orientare le scelte operative per il prossimo sessennio sottolineando il carisma e il senso di appartenenza all’Istituto: “Siamo tutti e solo missionari” come diceva il Beato Paolo Manna.
Ci siamo trovati d’accordo che il PIME col suo carisma di primo annuncio ai non cristiani ha ancora oggi tanti luoghi e ambiti aperti nel servizio alla Chiesa.
In particolare abbiamo capito che come istituto ciò che ci unisce è sempre la comune vocazione missionaria di laici e presbiteri nell’unica Famiglia di Apostoli: modalità diverse ma sempre a servizio delle chiese locali nel loro impegno di evangelizzazione dei non cristiani. E questo è ciò che poi vogliamo proporre ai giovani nell’attività di animazione missionaria e vocazionale.
Una questione a cui abbiamo dedicato una lunga riflessione e un ricco scambio di idee è stata la riforma giuridica dell’Istituto, aggiornando le strutture e gli strumenti di governo per renderli più adeguati e in grado di rispondere al mutato contesto in cui il PIME opera, in fedeltà al suo carisma: Vino nuovo in otri nuovi. Il cammino è appena agli inizi e richiede l’impegno di tutti per portarlo a termine.
La formazione è stata sottolineata come elemento indispensabile per tutti i missionari, partendo da quella iniziale fino a quella continua di cui tutti abbiamo bisogno a qualunque età.
I giorni
dell’Assemblea
I deputati si sono ritrovati inizialmente a Milano il 27 aprile, dove hanno visionato l’edificio ristrutturato della Casa Madre dell’Istituto (via Monte Rosa, 81). Dal mese di settembre, anche la Direzione generale riporterà qui i suoi uffici da Roma (sede del Generalato per quasi 50 anni), rispondendo alla necessità di non moltiplicare le presenze di comunità nel territorio italiano e ad essere più snelli nelle strutture: è stato un prendere atto fin dall’inizio del desiderio di missione ad extra.
Il giorno dopo, conclusa la celebrazione eucaristica di apertura, in autobus si è scesi a Roma, ospiti del Centro Internazionale di Animazione Missionaria – CIAM (via Urbano VIII, 16), sede dell’Assemblea. I lavori sono stati interrotti alcuni pomeriggi per dar la parola ad alcuni ospiti: sono venuti a trovarci il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; p. Hans Zollner, Presidente del Centro per la Protezione dei Minori (CCP) alla Gregoriana e consultore della Congregazione per il Clero; il cardinale Joao Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, che ha trascorso alcuni anni nelle case di formazione del PIME in Brasile come seminarista. Una giornata è stata dedicata alla visita dell’abbazia di Casamari e della cattedrale di Anagni, e una mattinata all’incontro con papa Francesco. Di grande aiuto è stata anche la presenza per 4 giorni di don Mario Oscar Llanos, salesiano argentino, docente di Filosofia e Scienze dell’Educazione all’Università Pontificia Salesiana: il suo ruolo è stato quello di facilitare i lavori dell’assemblea, indicare le vie per un giusto discernimento in vista dell’elezione della nuova Direzione generale, aiutare a dipanare i momenti di impasse che si creavano al momento di approvare alcuni testi e documenti. Quella di don Mario è stata una presenza preziosa, ancor prima dell’inizio dell’Assemblea, quando per una serie di incontri è venuto alla nostra Casa Generalizia per rileggere le norme di procedura dell’Assemblea, aiutandoci a semplificare le regole per il buon funzionamento dei lavori.
Le tappe
verso l’Assembla
Il tempo di preparazione dell’Assemblea è culminato nella presentazione a tutti i membri dell’Istituto dell’Instrumentum laboris, agli inizi di marzo 2019, circa 2 mesi prima dell’inizio dei lavori assembleari. È stato il frutto di un lungo lavoro di preparazione che ha coinvolto tutti noi missionari del PIME; alcuni dei temi trattati, quali la riforma giuridica e la figura del missionario laico ad vitam nel PIME, sono stati oggetto della riflessione da almeno due anni. Ad essi si sono aggiunti altri temi che sono stati presentati dalla Direzione Generale nei Lineamenta (agosto 2018) e che sono stati discussi nelle assemblee delle sedici Circoscrizioni dell’Istituto. Alcuni di noi, a livello personale, hanno voluto condividere la propria riflessione attraverso il forum presente nella pagina web ufficiale, insieme a coloro che, invitati dalla Direzione Generale, hanno avviato il confronto su alcuni temi specifici.
Dalle risposte ai Lineamenta pervenute dalle Circoscrizioni, dalle relazioni dei superiori, dalle relazioni di alcuni organismi a servizio o in collaborazione con l’Istituto (formatori, animatori, missionari laici ad vitam, Associazione Laici Pime, Advisory Board che assiste l’amministrazione dell’Istituto, il gruppo degli ex alunni dei seminari, l’ufficio Sanitas che si preoccupa del nostro stato di salute) e dai contributi dei singoli confratelli ci siamo resi conto che la questione che più ci sta a cuore è la missione. È sembrato di percepire un appello a parlare della missione, a leggere la realtà dell’Istituto, i suoi problemi e il suo futuro alla luce della missione.
In ascolto all’appello a porre la missione al centro, l’Instrumentum Laboris è stato formulato attorno a quattro temi, poi ripresi pari pari nei lavori assembleari: la missione al centro – una riflessione per comprendere nuovamente, nel PIME e nel mondo di oggi, la missione ad gentes –; la missione ha bisogno di missionari – il primato dell’unica vocazione missionaria nel PIME, sia per i missionari laici che per i presbiteri, la formazione dei missionari, lo stile di vita, le situazioni particolari in cui vivono alcuni confratelli, la tutela dei minori, la collaborazione con il mondo laicale –; il PIME e la scelta di luoghi e ambiti della missione – gli ambiti della missione del PIME, l’animazione vocazionale come attività di missione –; il nostro stare insieme e una nuova organizzazione per il PIME di oggi e di domani – il senso di appartenenza all’Istituto, la riforma giuridica, una nuova organizzazione per il PIME in Italia.
Per ciascun punto, ci si è messi in “ascolto per un vero discernimento e cambiamento per una crescita missionaria dell’Istituto”, così come il Superiore Generale p. Ferruccio Brambillasca auspicava nella sua relazione di fine mandato. E di ciascun punto sono stati affrontati proposte e nodi da sciogliere.
La nostra Assemblea generale si è svolta a pochi mesi dalla celebrazione del mese missionario straordinario “Battezzati e inviati” con cui papa Francesco ha invitato tutta la Chiesa a un rinnovato annuncio di Cristo al mondo. Abbiamo terminato un mese di grazia e già ci apprestiamo a entrare in un altro. Guai se tutta questa grazia rimanesse solo per noi.
p. Marco Villa,
segretario generale del PIME