Cabra Piergiordano
Sole
2019/7, p. 4
Una storia strana la mia. La direi persino buffa, non dissimile dalla vostra, fatta di alti e bassi, di illusioni e di delusioni, di sogni e di duri e necessari richiami alla realtà. Il periodo iniziale è stato semplicemente mitico. I primi essere umani, al mio sorgere, si inchinavano e, avvinti dalla mia maestà e utilità, mi attribuivano onori divini. Alcuni mi adoravano come dio, un dio tutto sommato benevolo e mi ringraziavano per la puntualità con la quale svolgevo il mio servizio e mi offrivano sacrifici perché non mi stancassi. Ma poi venne la Bibbia a demitizzarmi, riducendomi al rango di semplice luminare del giorno.

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SOLE
Una storia strana la mia. La direi persino buffa, non dissimile dalla vostra, fatta di alti e bassi, di illusioni e di delusioni, di sogni e di duri e necessari richiami alla realtà.
Il periodo iniziale è stato semplicemente mitico. I primi essere umani, al mio sorgere, si inchinavano e, avvinti dalla mia maestà e utilità, mi attribuivano onori divini. Alcuni mi adoravano come dio, un dio tutto sommato benevolo e mi ringraziavano per la puntualità con la quale svolgevo il mio servizio e mi offrivano sacrifici perché non mi stancassi.
Ma poi venne la Bibbia a demitizzarmi, riducendomi al rango di semplice luminare del giorno. Fu un bel colpetto, ma fui gratificato dall’essere considerato pur sempre la stella più grande di ogni altra posta nel cielo.
Poi decisero di rivalutarmi, facendomi smettere di girare attorno alla terra, che invece cominciò a girare attorno a me, come un satellite, assieme ad altri satelliti che formavano la mia corte di re sole. Parlavano di eliocentrismo.
Tuttavia non mi lasciarono godere per molto tempo la mia centralità, dato che ben presto mi declassarono, stabilendo che il mio regno era una piccola cosa nell’insieme dell’universo, dove c’erano ben altre stelle più consistenti, con cortigiani ben più numerosi e paffuti, e per di più mi situarono in un settore marginale della mappa cosmica.
Confesso che non avrei immaginato d’essere trattato così dopo tanti anni (solari) di onorato servizio. E cominciai a deprimermi. In un giorno di eclisse, l’Altissimo, che comprende al volo queste cose, mi consolò: «Di che ti lamenti? Hai ancora cinque miliardi di anni davanti a te e puoi svolgere ancora a lungo il tuo compito di rendere possibile la vita dei miei figli sulla terra. Tu sei povero di contenuti. Sei solo idrogeno che si trasforma in elio. Tutto qui. Ma mi sei prezioso perché sorgi sui buoni e sui cattivi, divenendo “significazione” di me, dando un’idea del mio splendore e della mia Provvidenza che tutti e tutto illumina. Non fare come i miei figli che si esaltano quando vengono riconosciuti e si deprimono quando si sentono sottovalutati, come se tutto dipendesse da loro.
La tua grandezza sta nel servire, non nell’essere riverito.
Che cosa hai che non l’abbia ricevuto? La tua gloria sta nel fatto che a causa tua sia glorificato il tuo Creatore. La tua grandezza aumenta, quando induci a pensare alla mia grandezza».
Poi si fermò pensoso: «Tu hai tanta energia da risolvere tutti i problemi energetici dei miei figli, i quali stanno trovando come non disperdere tanta forza. Ma sanno già come utilizzare il tuo idrogeno per distruggersi… Tu però procedi e riscalda i cuori, perché non cada il gelo della sventura sulla terra desolata»!
Laudato sì, Signore mio, perché mi hai fatto bello e radiante con grande splendore!
Piergiordano Cabra