Seminatrici di speranza
2019/6, p. 1
Siamo venute all’Assemblea, per trovare ispirazione, per
incoraggiare e richiamare, per sapere che questo momento
deve essere affrontato in collaborazione e collegialità.
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Testimoni
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XXI Plenaria dell’UISG
LE RELIGIOSE SEMINATRICI
DI SPERANZA PROFETICA
Siamo venute all’Assemblea, per trovare ispirazione, per incoraggiare e richiamare, per sapere che questo momento deve essere affrontato in collaborazione e collegialità.
“Santo Padre, la invitiamo a venire alla nostra Plenaria tra tre anni, perché è lì che veramente vede e respira la ricchezza della vita religiosa femminile”, dice Suor Francesca, una delle 850 Superiore Generali che hanno preso parte all’Udienza con Papa Francesco, al termine della XXI Assemblea Plenaria della UISG, svoltasi a Roma dal 6 al 10 maggio. E il Papa risponde che “se sarà ancora vivo sarà felice di accettare l’invito”.
L’incontro
con il Papa
È stato un incontro profondamente simbolico quello con Papa Francesco: un momento fatto di gesti che hanno comunicato molto più delle sue belle parole. Come sempre invita le religiose a riconoscere il loro potenziale e non essere ‘schiave’ di nessuno; le sprona a essere comunità feconde di gioia e profezia, e portatrici di uno sguardo attento a quelle feritoie del mondo, dove far passare la luce e la speranza in mezzo a dolore e sofferenza. È questa la vita religiosa femminile nel mondo rappresentata da più di 500.000 suore: presenza di speranza profetica; una speranza che dice di Dio.
Dicevo che è stato un momento abitato da gesti simbolici l’Udienza con Papa Francesco. Dopo aver lanciato la mostra fotografica ‘NunsHealingHearts’, per celebrare i 10 anni della Rete mondiale della vita consacrata contro la tratta di persone, entra nella Sala Paolo VI accompagnato dalla Presidente della UISG suor Carmen, alla sua destra e dalla Segretaria esecutiva della UISG suor Patricia Murray, alla sua sinistra. Penso sia una foto che rimarrà impressa nei nostri immaginari per anni. Avanzano i tre insieme per tutto il corridoio fino a raggiungere il tavolo dove dovrà sedere il Papa. Francesco, che mostra sempre di sentirsi fratello tra tutti, chiede di cambiare la sua sedia perché lui possa sedere su una sedia uguale a quella della Presidente che rimane al suo fianco per tutto il tempo dell’incontro. Un’altra fotografia che segnerà un cammino di cambiamento nella nostra Chiesa.
L’incontro assume subito un tono meno formale. Il Papa consegna a Suor Carmen copia del discorso che aveva preparato e ascolta le sue parole di introduzione a nome di tutte le superiore presenti. Dopo aver indirizzato alcune parole di incoraggiamento alle sorelle, Papa Francesco chiede alle superiore di porgli delle domande. Come sempre rompe gli schemi e rovescia i protocolli stabiliti in mesi di dialogo tra la UISG e gli Uffici Vaticani preposti alle Udienze.
Diverse sorelle si alzano e liberamente fanno domande a Papa Francesco: diaconato femminile (il Papa ha consegnato nelle mani della Presidente il risultato dello studio della Commissione sul diaconato femminile richiesta dalla UISG nell’udienza del 2016), sfide della chiesa locale, relazioni con i vescovi, ruolo delle donne. Lui risponde con semplicità e partecipazione. Il tutto si chiude in un’atmosfera di famiglia, dove tutte sono consapevoli che non è tanto ciò che si è detto a essere significativo, ma ciò che si è vissuto e la relazione che si è nutrita.
Più di 50 invitati e ospiti
Cinque le relazioni principali
A precedere l’Udienza quattro giorni di intenso lavoro per le partecipanti e i più di 50 tra invitati e ospiti. Cinque le relazioni principali, condotte da 4 religiose e una laica, su quattro tematiche prioritarie: visione di futuro per la vita religiosa femminile, interculturalità, cura della casa comune (Laudato Si’) e dialogo interreligioso. Due tavole rotonde con 6 testimonianze, tra religiose e laiche; vari i momenti di confronto tra le diverse superiore che affrontano sfide simili nelle loro congregazioni.
Le superiore provenivano da più di 80 paesi diversi. Le lingue ufficiali dell’Assemblea sono state 12. Per la prima volta abbiamo inserito l’arabo. Le superiore provenienti da Iraq e Egitto hanno espresso tutta la loro gratitudine per questo gesto. Siamo consapevoli che questi cambiamenti non sono solamente un desiderio di inclusione linguistica; è la presa d’atto di un cambiamento geografico e culturale dentro la vita religiosa femminile.
“Il movimento è tutto intorno a noi. Il terreno sotto di noi si sta spostando. Le istituzioni che hanno plasmato gran parte della nostra vita sono obbligate a entrare in un profondo esame di coscienza. Appena oltre le sfide che trasformeranno la vita religiosa, appena oltre, inizieremo a vedere l'alba. Sta emergendo una nuova vita religiosa più piccola, più agile ma globale. La leadership verrà da un altro emisfero; nuove culture ispireranno i nostri carismi. Il cambiamento è iniziato e probabilmente sarà completo nell’arco della nostra vita, forse anche durante il nostro mandato di leader. E tutto questo sta accadendo nel mezzo di enormi cambiamenti nel nostro mondo, nei nostri paesi e, si spera, anche nella nostra Chiesa. Lo sappiamo! Forse è per questo che siamo venute a quest’Assemblea, per trovare ispirazione l'una nell'altra, per incoraggiare e richiamare, per sapere fortemente e profondamente che questo momento deve essere affrontato in collaborazione e collegialità.”, ci provoca suor Teresa Maya nella sua relazione.
Una delle grandi
sfide dell’UISG
Una sfida grande per la UISG, che rappresenta anche il senso del suo esistere, è aiutare i suoi membri (che sono circa 1850 distribuiti in più di 100 paesi) a entrare in una dinamica della internazionalità, dell’interculturalità e dell’intercongregazionalità. La sfida delle tre ‘i’. La cultura delle tre ‘i’ ci potrebbe aiutare ad abitare questa storia con maggiore consapevolezza della sua complessità, ascoltare i segni dei tempi e avviare processi di collaborazione e partenariato.
La vita interculturale, come proposta che emerge dalla nostra fede “cattolica” (che significa “universale”), è un processo personale e comunitario di conversione che dura per tutta la vita. L’etnocentrismo (considerare la nostra cultura come centro del mondo e norma per misurare le altre culture), gli stereotipi culturali e i loro conseguenti pregiudizi sono presenti nel mondo, nella Chiesa e in ognuna di noi. Riconoscerlo e aprirci a livello personale e comunitario per decostruirli significa iniziare un cammino di trasformazione o conversione. Come cammino spirituale, la vita e la missione interculturale, più che un obiettivo, sono una ricerca e un processo. Non ci sono ricette, né soluzioni rapide ai conflitti che comporta. Piuttosto, l'interculturalità ci sfida a convivere con i paradossi e le zone grigie degli spazi liminali che ci aprono alla trasformazione e alla crescita. Proprio per questa ragione, la vita interculturale ha la fragilità e la forza del “segno”. Ci esorta a riflettere suor Adriana Milmanda.
Due sono state le sessioni riservate solo ai membri: una dedicata alla costruzione di una sensibilità comune sul tema degli abusi nella Chiesa (sulle suore e su minori) e una conversazione con il Prefetto del Dicastero per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (CIVCSVA), cardinal João Braz de Aviz, durante quest’ultima le superiore hanno potuto porre domande sulla vita religiosa: dal documento Mutuae Relationis a un dialogo più diretto con il Dicastero, da alcune questioni legate alle riorganizzazioni alle sfide delle congregazioni diocesane.
Il Motu proprio sui minori
e le 4 iniziative della UISG
Abbiamo accolto con piacere la pubblicazione del Motu Proprio di Papa Francesco sulle nuove linee guida per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, pubblicato il 9 maggio. Sr Carmen Sammut, la presidente uscente, ha sottolineato l’importanza di avere nuovi approcci per la gestione degli abusi sui minori e adulti vulnerabili nelle congregazioni religiose e nella Chiesa. Si legge dal documento finale della Plenaria: “La Presidente illustra quattro iniziative concrete che la UISG intende portare avanti: 1) creare una commissione che operi sulle varie dimensioni della ‘cura delle persone’; 2) offrire laboratori di formazione sulla cura delle persone e la creazione di ambienti sicuri; 3) aiutare le congregazioni a redigere e implementare protocolli, codici di condotta e linee guida per la protezione in collaborazione con la Commissione Pontificia per la Protezione dei Minori; 4) esplorare, in collaborazione con le conferenze dei religiosi, la possibilità di creare gruppi di ascolto gestiti da professionisti per l’accompagnamento di coloro che hanno subito abusi nella Chiesa, nelle diverse fasi del processo di denuncia e cura.”
Prima di chiudere mi piacerebbe porvi la domanda che abbiamo condiviso in preparazione della Plenaria: in che modo la mia vita, la mia congregazione, la mia missione è seminatrice di speranza profetica? A ognuno la risposta nella preghiera quotidiana.
Cosa rimane di un’esperienza così forte per la vita religiosa femminile? Personalmente mi porto una convinzione e un’intuizione. La prima è legata alla vitalità e ricchezza della missione delle suore nel mondo: la vita religiosa non sta morendo, sta cambiando; questo ci chiede di uscire dalle nostre ‘zone di conforto’ per osare nuove vie.
La seconda è una frase che una religiosa ha detto durante un’intervista con una TV americana: “Per me il futuro della vita religiosa femminile sarà caratterizzata dal nutrire una cultura del prendersi cura”; delle persone e del cosmo, aggiungo io.
Il Consiglio delle Delegate della UISG ha eletto il 14 maggio 2019, il nuovo Consiglio Direttivo della UISG e la Presidente, che rimarranno in carica fino al 2022:
sr. Jolanda Kafka, Religiose di Maria Immacolata – Missionarie Clarettiane
sr. Franca Zonta, Figlie di Maria Immacolata – Marianiste
sr. Anabela Carneiro, Hermanas Hospitalarias del Sagrado Corazón de Jesús
sr. Monica M. Ncube, Suore Missionarie del Preziosissimo Sangue
sr. Licia Mazzia, Suore Francescane dei Poveri
sr. Josephine Kane, Sisters of Our Lady of the Missions
sr. Mary Teresa Barron, Sisters of Our Lady of the Apostles
sr. Monica Joseph, Religiosas de Jesús y María
sr. Roxanne Schares, School Sisters of Notre Dame
sr. Aurora Torres, Suore di Maria Riparatrice
sr. Luigina Coccia, Suore Missionarie Comboniane (Substitute)
sr. Mary Babic, Sisters of Our Lady of Sion (Substitute)
Patrizia Morgante
Responsabile della Comunicazione UISG
www.uisg.org
www.talithakum.info
nunshealinghearts.org/it/