Guglielmoni L. - Negri F.
MARIA MAESTRA DI VITA
2019/5, p. 40
Maria, accettando di essere madre della nuova umanità, testimonia che solo nella Chiesa si può incontrare, riconoscere e accogliere il Cristo Redentore. «Da lei abbiamo voluto assumere l’insegnamento dell’autenticità cristiana, e a lei ancora rivolgiamo lo sguardo implorante, come amorosa maestra di vita» (Ecclesiam suam 59). Maria, immagine della Chiesa, ne rende palese l’efficacia sacramentale.

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Testimoni
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VOCE DELLO SPIRITO
MARIA
MAESTRA DI VITA
Maria, accettando di essere madre della nuova umanità, testimonia che solo nella Chiesa si può incontrare, riconoscere e accogliere il Cristo Redentore. «Da lei abbiamo voluto assumere l'insegnamento dell'autenticità cristiana, e a lei ancora rivolgiamo lo sguardo implorante, come amorosa maestra di vita» (Ecclesiam suam 59). Maria, immagine della Chiesa, ne rende palese l'efficacia sacramentale.
Per la Chiesa noi portiamo la salvezza fino agli estremi confini della terra, portiamo vita dove le strutture di morte oltraggiano la dignità dell'uomo, portiamo disarmati la pace tra giovani aggressivi contro l'odio e l'indifferenza che li hanno generati, tra adulti arroccati nelle fallaci sicurezze borghesi, tra vecchi emarginati da un mondo inospitale. Per la Chiesa noi annunciamo la beatitudine di Cristo. Per la Chiesa noi diffondiamo amore di carità superando la trappola dell'ignoranza, la fugacità degli affetti umani, l'inconsistenza dei propositi. Come Maria, partecipi dell'unica Chiesa di Cristo, possiamo innalzare a Dio l'inno dei redenti a testimonianza della nuova religione in spirito e verità. Con la Chiesa viviamo le vicissitudini del tempo presente. «Semper reformanda», essa raccoglie membra integre in santità di vita e inferme a causa del peccato. Forte del suo Capo — il Cristo — raccoglie la pecorella smarrita, raduna la dispersa, sana la ferita, riscatta la rubata. Con la Chiesa viviamo l'era della giovinezza dello Spirito. Siamo in diaspora nei tempi ultimi della storia per essere lievito, per essere luce, per essere sale; siamo segni e portatori della grazia di Dio. Non possiamo essere ghetto perché il lievito da solo è acido, la luce inutile, il sale amaro. Con la Chiesa viviamo il giorno della Pentecoste e non solo i giorni del Cenacolo. Non viviamo nella paura di perdere il privilegio dell'esperienza del Risorto; non godiamo della risurrezione senza uscire dai nostri sogni, dai nostri patemi, dalle nostre incredulità, dai nostri limiti; non rimuginiamo con nostalgia invecchiata i giorni di Cana, di Betania, del monte delle Beatitudini, del Tabor, di Emmaus; non dimentichiamo i rimproveri, il rinnegamento, il tradimento. Con la Chiesa siamo i passi, il volto, le mani, la parola di Cristo. Scavalchiamo i nostri desideri per raggiungere i più lontani, gli afflitti, i perseguitati; superiamo il nostro amore per distribuire a piene mani l'amore di Dio. Come Maria possiamo adempiere, con umiltà e magnanimità, la missione che Dio ci ha affidato. Il mondo è il termine ultimo dei progetti di Dio: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16)
Chi è questo mondo che noi dobbiamo amare? È l’umanità che ci passa accanto. È il mondo della violenza, delle periferie, della droga, il mondo della cattiveria, del sopruso, dello squallore. Noi siamo Chiesa per il mondo. Gesù la Chiesa l’ha stabilita per questo mondo, perché simpatizzi col mondo, soffra insieme al mondo, gioisca insieme a lui. Chiediamo alla Vergine santa che ci faccia voler bene alla gente e alle cose terrene, alla storia che noi viviamo, alla geografia a cui apparteniamo. Nessuno e nulla deve sentirsi escluso.
L. Guglielmoni – F. Negri
da Maria madre dei consacrati
Paoline, Milano 2010