Buona Pasqua! Sempre avanti!
2019/5, p. 9
Un tempo si sentiva dire che era più facile parlare di quaresima che di
tempo pasquale. La quaresima era più omogenea con la vita di ogni giorno,
condita di molte prove e avara di soddisfazioni, dove i traguardi erano sudati
e la fatica per raggiungerli era ritenuta l’ovvio prezzo da pagare. Quando si
parlava di “portare la croce”, la gente, volente o nolente, capiva di che cosa
si trattasse, essendo alle prese ogni giorno con sacrifici da fare per tirare
avanti. Per la maggioranza, la vita di ogni giorno appariva più una
quaresima che un tempo pasquale. Poi le condizioni di vita migliorarono e,
quasi contemporaneamente si cominciò a parlare di mistero pasquale, di
spiritualità pasquale, e si rivalutò il tempo pasquale, il tempo della gioia, il
tempo di una vita cristiana più “light”, più segnata da uno sguardo positivo
sulla realtà e meno sul lato oscuro dei divieti.
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Testimoni
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Buona Pasqua! Sempre avanti!
Un tempo si sentiva dire che era più facile parlare di quaresima che di tempo pasquale. La quaresima era più omogenea con la vita di ogni giorno, condita di molte prove e avara di soddisfazioni, dove i traguardi erano sudati e la fatica per raggiungerli era ritenuta l’ovvio prezzo da pagare. Quando si parlava di “portare la croce”, la gente, volente o nolente, capiva di che cosa si trattasse, essendo alle prese ogni giorno con sacrifici da fare per tirare avanti. Per la maggioranza, la vita di ogni giorno appariva più una quaresima che un tempo pasquale. Poi le condizioni di vita migliorarono e, quasi contemporaneamente si cominciò a parlare di mistero pasquale, di spiritualità pasquale, e si rivalutò il tempo pasquale, il tempo della gioia, il tempo di una vita cristiana più “light”, più segnata da uno sguardo positivo sulla realtà e meno sul lato oscuro dei divieti.
Eppure…sembra facile…ma il tempo pasquale non è così facile come sembra! Innanzitutto perché non si può confondere il benessere umano con la gioia pasquale: anche se non si escludono, non sono la stessa cosa. Tanto è vero che in breve tempo il benessere materiale sembra aver assorbito l’interesse dei cristiani al punto tale da far sembrare irrilevante la gioia pasquale. Le “cose di quaggiù” possono oscurare le “cose di lassù”, le cose che passano quelle che non passano. Le immagini delle cose di quaggiù occupano tutto lo spazio della mente e non lasciano posto alle cose di lassù.
Occorre qualcuno che induca in tentazione a immaginare qualche cosa di diverso, che non sia riducibile alla consueta mercanzia, qualche cosa che tocchi le segrete, anche se sovente inascoltate o rimosse aspirazioni del cuore, qualche cosa che sfugga ai criteri dell’utile e della stessa ragionevolezza …”Ma le abbiamo provate tutte in questi anni”, si sente sussurrare, “e invano”, aggiungono altri, con una rassegnazione che prelude ad una resa. Proprio come i discepoli di Emmaus, sfiduciati e rassegnati alla fine di un sogno bello ma illusorio.
Nel tempo pasquale si leggono gli Atti degli Apostoli che narrano le imprese dello Spirito del Risorto che con un gruppuscolo di delusi ha dato origine a un mondo nuovo, non perfetto, ma umile e docile alla Parola da portare, ma dalla quale si sentivano portati, rifatti, ricostruiti e motivati.
Il tempo pasquale non è il tempo dell’uomo, ma il tempo dello Spirito che prende possesso dell’uomo, lo cambia interiormente per porre segni che inducono gli uomini in tentazione a pensare che qualche cosa di indicibilmente nuovo è accaduto e può accadere ogni giorno.
Per questo un libro così attivo e avventuroso, come gli Atti, è anche un libro dove si prega molto, perché si sa che lo Spirito deve essere invocato, perché è Lui che porta la novità della risurrezione, in un mondo che non può essere abbandonato alla sua decadenza e vanità.
Quel gruppuscolo di sbandati, aveva imparato dalla Pasqua che ragionando troppo, riusciva ad essere soltanto un manipolo di disfattisti e di delusi, senza essere rifatti dalla preghiera che dà lo Spirito e illuminati dalla Parola di vita nuova.
Buon tempo pasquale, “pieni di gioia e di Spirito Santo”!
Piergiordano Cabra