Gellini Anna Maria
Le radici della preghiera
2019/3, p. 47
Sacerdote e psicoterapeuta, Lozano propone percorsi e strumenti concreti per giungere alla realizzazione dell’esperienza spirituale e per riconciliarsi con una ricerca spirituale che, piuttosto che sforzi eroici, richiede il consenso a una presenza salvifica e amorevole che ci viene donata gratuitamente. C’è un costante riferimento al distacco, all’abbandonarsi, all’umiltà e alla necessità dell’amore del prossimo come atteggiamenti fondamentali

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Enrique Martinez Lozano Le radici della preghiera EDB
Sacerdote e psicoterapeuta, Lozano propone percorsi e strumenti concreti per giungere alla realizzazione dell'esperienza spirituale e per riconciliarsi con una ricerca spirituale che, piuttosto che sforzi eroici, richiede il consenso a una presenza salvifica e amorevole che ci viene donata gratuitamente. C’è un costante riferimento al distacco, all'abbandonarsi, all'umiltà e alla necessità dell'amore del prossimo come atteggiamenti fondamentali. Ma tutto avviene alla presenza del Signore, tutto è guidato, risanato, unificato dal suo Spirito e messo costantemente a confronto con il Vangelo, per progredire nell'esperienza di Dio. Nella preghiera, non cerchiamo noi stessi, né di vivere un'esperienza individuale; piuttosto, ci lasciamo incontrare da colui che prende sempre l'iniziativa, perché ci ha amato per primo. Ciò significa che ci accostiamo a Dio per lasciarci fare, lasciarci ricevere, lasciarci amare, progredendo anche nell'esperienza del silenzio. Ma «non potremo fare esperienza della fonte della vita, se non ci apriremo a noi stessi fino a sentire con gioia la nostra propria vita». Forse sarà necessario affrontare una storia di sofferenza, di blocchi o, semplicemente, di distanza dai propri sentimenti. In ogni caso, per arrivare a percepire la propria vita, in tutta la sua bellezza, la persona dovrà cominciare con l'accogliersi in maniera incondizionata, con il «dialogare» con se stessa fino a stabilire una relazione amichevole e caritatevole nella quale si senta a proprio agio nella propria pelle. In realtà, in molti casi, il dialogo dovrà avvenire con il «bambino interiore» che è in ciascuno di noi, un dialogo che sarà fecondo solo nella misura in cui il «bambino» che c'è in noi potrà sentirsi compreso e riconosciuto come buono e importante. «Vivere presenti a se stessi è la condizione necessaria per viversi presenti a Dio». Ed è l’inizio dei passi per fare esperienza della preghiera come incontro con il Risorto, per fare esperienza del vangelo, per passare dall’individualismo alla comunione, per risistemare al giusto posto noi, gli altri e il mondo nell’esperienza di Dio.