Chiaro Mario
40 anni di servizio alle famiglie
2019/3, p. 23
I consultori familiari si concepiscono come la locanda a cui il soccorritore affida le persone. Ma, affinché questi organismi divengano questa “locanda dell’amore ferito” occorre gettare ponti tra parrocchia e territorio e ridare parole alla famiglia.

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Consultori familiari di ispirazione cristiana
40 ANNI DI SERVIZIO
ALLE FAMIGLIE
I consultori familiari si concepiscono come la locanda a cui il soccorritore affida le persone. Ma, affinché questi organismi divengano questa “locanda dell’amore ferito” occorre gettare ponti tra parrocchia e territorio e ridare parole alla famiglia.
Da ormai quarant’anni esiste nel nostro paese una rete significativa di centri per l’aiuto alla famiglia: è la Confederazione italiana dei Consultori familiari di ispirazione cristiana che riunisce quasi trecento organismi tra quelli targati Cfc e quelli riuniti sotto la sigla Ucipem (Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali). Questo servizio agisce secondo una progettualità che ha iniziato a prendere forma a partire dal documento “Evangelizzazione e sacramento del matrimonio” (Cei 1975). La crescita della rete dei consultori di ispirazione cristiana in questi anni ha seguito alcune ondate legate ad eventi ecclesiali e civili: la sollecitazione della Chiesa italiana a seguito del referendum sul divorzio (1974); la legge 405/1975 istitutiva dei Consultori familiari pubblici e privati per un servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità; la pubblicazione del documento “I consultori familiari sul territorio e nella comunità” (Cei 1991) e del Direttorio di pastorale familiare (1993).
Nonostante il loro sviluppo, va rimarcato che, al momento, solo in Lombardia i consultori cristiani hanno un riconoscimento pubblico e che il progressivo confinamento dei Consultori pubblici nell’ambito sanitario, con conseguente perdita della valenza sociale dei servizi alla famiglia, ha lasciato esclusivamente ai suddetti consultori il compito di assistere e accompagnare la famiglia in un contesto che si è fatto sempre più difficile e complesso.In ogni caso, oggi, alla luce della legge 328/2000 e della legge costituzionale 3/2001, si può affermare che possa essere in piena armonia con la Costituzione un sistema integrato di consulenza familiare, per cui – non in opposizione o concorrenza con un servizio pubblico statale, ma in modo complementare e armonico con esso – vi sia un servizio socio-sanitario gestito da soggetti non statali, anche di tendenza, che comunque svolgono una funzione di rilevanza pubblica.
Una rinnovata cultura
della famiglia
Con il suo 18° convegno nazionale (Il futuro nelle nostre radici,14/4/2018) la Confederazione italiana dei Centri per la famiglia ha rilanciato il proprio ruolo. Il suo presidente – don Edoardo Algeri (psicologo e responsabile dell’Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Bergamo) – ha insistito sull’importanza di «guardare con fiducia al futuro, sapendo di poter contare su profonde radici». I consultori familiari non si accontentano di essere “piante ornamentali”, ma desiderano rimanere “alberi da frutto” nella Chiesa italiana. La competenza di numerosi professionisti e volontari ha accompagnato, in pieno spirito di gratuità, migliaia di famiglie ad affrontare le sfide evolutive nei diversi cicli di sviluppo della famiglia. Occorre infatti coltivare una capacità interpretativa del nostro tempo e un fedele discernimento al vangelo: «Ce lo chiedono soprattutto le famiglie italiane percorse da inedite sfide relazionali e travagliate da nuove prove che provengono dalla cultura, dal costume, dalle nuove forme di comunicazione, dall’organizzazione del lavoro e dalle nuove comprensioni dell’umano che si pongono non di rado in contrapposizione all’umanesimo che la Bibbia ci insegna». La relazione tra donna e uomo «presuppone, come ogni equilibrio di alto livello, un processo di mentalizzazione obiettiva del maschile e del femminile fortemente radicato nella corporeità e nell’organizzazione emotiva dell’uomo e della donna». Secondo don Algeri, oggi serve una ortopatia, cioè una rinnovata capacità di equilibrio emotivo e relazionale nelle persone e tra le persone che compongono il sistema familiare.
Per questi motivi, proprio al crocevia dei quarant’anni, la Confederazione dei consultori intende proporre una preziosa riflessione prospettica sui temi della vita affettiva, sulla trama di relazioni e legami che innerva la vita familiare. Siamo nella stessa direzione di marcia indicata da papa Francesco: «Prendersi cura della vita esige che lo si faccia durante tutta la vita e fino alla fine. Ed esige anche che si ponga attenzione alle condizioni di vita: la salute, l’educazione, le opportunità lavorative, e così via; insomma, tutto ciò che permette a una persona di vivere in modo dignitoso. Perciò la difesa della vita non si compie in un solo modo o con un unico gesto, ma si realizza in una molteplicità di azioni, attenzioni e iniziative; né riguarda solo alcune persone o certi ambiti professionali, ma coinvolge ogni cittadino e il complesso intreccio delle relazioni sociali» (Discorso al Movimento per la vita italiano, 2/2/2019).
La consulenza familiare
del futuro
Il consultorio che serve. Accogliere per accompagnare la famiglia” è il titolo del libro pubblicato in occasione del 40° anniversario di costituzione della Confederazione: la copertina ritrae il buon samaritano nell’atto di far salire il malcapitato sulla sua cavalcatura. I consultori familiari si concepiscono come la locanda a cui il soccorritore affida le persone. Affinché questi organismi divengano questa “locanda dell’amore ferito”, occorre gettare ponti tra parrocchia e territorio; uno di questi ponti è il nuovo investimento nel “Corso di Alta Formazione in consulenza familiare con specializzazione pastorale” (Ufficio famiglia della Cei in collaborazione con la Confederazione italiana dei Consultori familiari d’ispirazione cristiana). La famiglia infatti sta diventando la protagonista di un nuovo rapporto tra Chiesa e mondo, che incarna gli auspici della Gaudium et spes, coniugando la concretezza dell'Amoris laetitia con il volto familiare della parrocchia che emerge in Evangelii gaudium.
In questo contesto, tra i principali obiettivi dei consultori d’ispirazione cristiana emerge innanzitutto la necessità di “ridare parole alla famiglia”: si tratta di far uscire la famiglia contemporanea dalla solitudine e da quella spirale del silenzio in cui l’ha confinata la comunicazione pubblica. «Riabilitare il dono della parola e aiutare a verbalizzare emozioni e valori è la strada maestra della consulenza familiare e l’inizio di ogni percorso autenticamente terapeutico». La riarticolazione di un linguaggio familiare riattiva la comunicazione tra le generazioni e restituisce alla comunità il valore sapienziale della parola.
Questa riappropriazione della parola è il passo decisivo che può condurre la coppia a una generatività sul piano spirituale, relazionale e fisiologico. È necessario affrontare con strumenti nuovi la sfida dell’empowerment delle famiglie, segnate da fatiche e fragilità importanti, che devono però sentirsi non ‘assistite’, ma ‘rimesse in moto’. “Aiutare le famiglie ad aiutarsi” deve diventare un criterio sempre più trasparente ed efficace, con un ascolto non giudicante e di prossimità su cui i consultori sono stati capaci di elaborare metodi e percorsi di intervento, ben prima che questa sensibilità diventasse condivisa in ambito sociale ed ecclesiale. Un’ulteriore sfida per i consultori consiste nella loro capacità di uscita verso la comunità: essi non possono essere solo luoghi che attendono le famiglie che bussano, ma devono sempre più concepirsi come soggetti che si pongono al crocevia del legame nella comunità ecclesiale e civile (scuole, oratori, contesti aggregativi, gruppi di famiglie).
E ancora, per gli organismi di consulenza c’è il grande problema di rifondare la solidarietà tra le generazioni. Offrire ai più giovani la possibilità di sviluppare un progetto familiare anche grazie all’esperienza dei più anziani, vuol dire non trascurare la cura degli aspetti concreti (casa, lavoro, sostegni materiali) che sono irrinunciabili per avviare una famiglia. Sono realtà da innestare nella qualità del rapporto di coppia, nella bellezza della differenza di genere, nella messa a fuoco del senso profondo della relazione.
Oltre alle questioni che rientrano nella gestione ordinaria della Confederazione dei consultori, emerge infine l’importanza di definire nuove forme di collaborazione tra consultori familiari e tribunali ecclesiastici per facilitare l’istruzione di cause alla luce del Motu proprio di papa Francesco sulle cause di nullità matrimoniale.
In un momento in cui la famiglia è diventata il luogo dove si manifesta il disagio sociale, dove le persone scaricano rabbia e malessere, il consultorio moderno di ispirazione cristiana si pone all’avanguardia caratterizzandosi per una grande plasticità rappresentata da: una scelta di lavorare in équipe (contaminazione di conoscenze e integrazione di professionalità diverse); una visione globale dei sistemi relazionali di persona/coppia/famiglia; un approccio centrato sui problemi (diverso dal modello medico centrato sulla diagnosi e dal modello psicologico focalizzato sul singolo individuo); una cura intesa come promozione del benessere relazionale e della salute.
Mario Chiaro