Zanirato Cesare
Lettera aperta a padre Giuliano Piva
2019/3, p. 19
La ragione non si abitua mai ai distacchi repentini, improvvisi, inaspettati. Potrei anzi affermare che la ragione in sé si ribella, soprattutto di fronte alla morte, e ancor di più di fronte alla morte di una persona cara che faceva parte del quotidiano vivere, alla quale si era legati più da affetti amicali e filiali che da rapporti di lavoro. Se qualche consolazione può soccorrere però tale disorientamento, questa può venire unicamente dalla fede. E ciò è tanto più doveroso nei tuoi confronti, caro p. Giuliano, che della Libreria Áncora di via della Conciliazione a Roma avevi fatto da anni lo scopo della tua vita religiosa, eleggendola quasi a “parrocchia” per la tua missione pastorale ed evangelizzatrice, luogo in cui incarnare concretamente la tua vita di fede.

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Testimoni
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Lettera aperta a Padre Giuliano Piva
P. Giuliano a cui è rivolta questa lettera è scomparso improvvisamente ai primi di febbraio, all'età di 74 anni. Era Direttore della Libreria Áncora di via della Conciliazione, a Roma.
La ragione non si abitua mai ai distacchi repentini, improvvisi, inaspettati. Potrei anzi affermare che la ragione in sé si ribella, soprattutto di fronte alla morte, e ancor di più di fronte alla morte di una persona cara che faceva parte del quotidiano vivere, alla quale si era legati più da affetti amicali e filiali che da rapporti di lavoro. Se qualche consolazione può soccorrere però tale disorientamento, questa può venire unicamente dalla fede. E ciò è tanto più doveroso nei tuoi confronti, caro p. Giuliano, che della Libreria Áncora di via della Conciliazione a Roma avevi fatto da anni lo scopo della tua vita religiosa, eleggendola quasi a “parrocchia” per la tua missione pastorale ed evangelizzatrice, luogo in cui incarnare concretamente la tua vita di fede.
In tanti anni di servizio come Direttore della Libreria, eri divenuto punto di riferimento indispensabile non solo per gli alti Prelati dei vicini Uffici vaticani, ma anche per molti sacerdoti, religiosi e religiose, laici impegnati e semplici persone in ricerca di un consiglio, di un aiuto, di un incoraggiamento. Sì, perché per molti, tu p. Giuliano, eri questo e ti prestavi sempre volentieri, instancabile, con tutti, sempre cordiale, aperto e disponibile, sorridente...
Ma posso affermare con certezza che, soprattutto per noi dipendenti della Libreria, sei stato un vero e proprio punto di riferimento e con ognuno di noi avevi un rapporto particolare, quasi paterno. E a noi, con i quali trascorrevi veramente tante ore della giornata, dall’apertura alla chiusura della Libreria, non sempre riuscivi a nascondere le fatiche e le stanchezze, dovute non solo agli acciacchi dell’età ma anche a una malattia della quale non volevi parlare troppo e che affrontavi con grande dignità. A poco valevano le nostre “proteste” affinché non ti stancassi. Ti si vedeva in continuo movimento. In un modo rigoroso, quasi maniacale, tenevi all’ordine e alla pulizia della Libreria, ma in realtà era semplicemente l’espressione esteriore del tuo ordine interiore, di un bisogno tuo impellente di donarti in qualche modo. Non disdegnavi nemmeno i lavori più umili tanto che ti si trovava spesso a riordinare il magazzino o addirittura a ripulire con tanto di scopa lo spazio esterno antistante la Libreria. I tuoi pasti erano frugali, fatti di poche semplici cose, consumati in fretta e in solitudine. E poi, quotidianamente, una breve passeggiata (“Faccio il giro della piazza!”, dicevi), quasi a voler prolungare quella solitudine e quel silenzio che certamente amavi e che ti serviva quasi da ricarica.
Il carattere schivo (da buon trentino), poco incline agli elogi, con qualche punta addirittura di timidezza, rivelava maggiormente la tua umanità, ma lasciava anche trasparire, all’occhio attento, una solida spiritualità, una profondità interiore animata di fede e preghiera, uno spessore ecclesiale attento ai mutamenti. Quanto amavi la predicazione, preparandoti scrupolosamente per le religiose presso le quali celebravi la Domenica. Tutti siamo stati testimoni del tempo congruo che dedicavi all’aggiornamento – lo sentivi come un dovere – soprattutto attraverso il quotidiano Avvenire e non mancavi mai di invitarci a sfogliarlo, segnalandoci magari articoli o avvenimenti degni di nota.
Soffrivi forse un po’ nel seguire le innumerevoli novità librarie continuamente in uscita e un’editoria in perenne evoluzione, accusando la difficoltà – non solo tua, comunque –, di discernere ciò che veramente valeva. Ancor di più faticavi a causa delle continue novità informatiche, che però non ti scoraggiavano. Eri da ammirare per il tuo instancabile spirito di adattamento accompagnato costantemente da una incrollabile fiducia in noi, tuoi collaboratori.
Alla fine, quindi, anche dopo questi pochi ricordi, la ragione si acquieta. Ricordare le persone belle che sono passate nella propria vita e che vi hanno lasciato un segno, è come un balsamo che lenisce ogni ferita. E anche se non estingue il dolore, continua a renderle presenti e ti racconta quanto sia importante raccogliere l’eredità di chi ti ha preceduto per non dover ogni volta ricominciare daccapo.
Ora, caro p. Giuliano, sei finalmente nella visione riposante di Colui che è stato lo scopo della tua vita. Ma non riesco a pensarti fermo e inattivo: anche lì troverai modo di darti da fare affinché, per chiunque arrivi, sia tutto perfettamente in ordine!
Cesare Zanirato