Blaquière Georgette
Il Bambino ... l'Agnello
2019/12, p. 37
Maria, madre di Dio, sta per partorire suo figlio da Dio. «Maria diede alla luce suo figlio». Occorre accostarsi al mistero del Natale più che mai in silenzio e con infinito rispetto. Molto più di un semplice mistero biologico, è innanzitutto il mistero di Dio a esserci svelato da questa nascita misteriosa e tuttavia così semplice. Dio sta per rivelarci il suo volto. Ecco in questa notte la risposta alla profezia di Abramo. Ecco il nuovo Isacco, l’Agnello offerto nelle braccia di Maria. In ebraico, la stessa parola significa «agnello» e «figlio». Il presepe e la croce sono due facce dello stesso mistero a cui dobbiamo sempre tornare.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
VOCE DELLO SPIRITO
Il BAMBINO… L’AGNELLO
Maria, madre di Dio, sta per partorire suo figlio da Dio. «Maria diede alla luce suo figlio». Occorre accostarsi al mistero del Natale più che mai in silenzio e con infinito rispetto. Molto più di un semplice mistero biologico, è innanzitutto il mistero di Dio a esserci svelato da questa nascita misteriosa e tuttavia così semplice. Dio sta per rivelarci il suo volto. […] Ecco in questa notte la risposta alla profezia di Abramo. Ecco il nuovo Isacco, l'Agnello offerto nelle braccia di Maria. In ebraico, la stessa parola significa «agnello» e «figlio». Il presepe e la croce sono due facce dello stesso mistero a cui dobbiamo sempre tornare: il mistero di un Dio che si è annientato fino a farsi figlio, agnello offerto, donato per la salvezza del mondo. Unica misura della mancanza di misura dell'amore! Lui ci ha amati fino a tanto. Ecco dunque il volto dell'altissimo Dio, […] ecco l'unico volto che può salvarci se siamo tanto semplici, tanto piccoli da accettarne la rivelazione sul volto di un nuovo nato. Ecco il cuore del mistero del Natale: l'innocenza di Dio-agnello, bambino. Si manifesta qui l'innocenza di un Dio che non ha fatto il male e che tuttavia viene a prenderlo su di sé fino in fondo. Questo Bambinello che oggi è là, tra le braccia di Maria, offerto, donato agli uomini, possiamo guardarlo, toccarlo, accarezzarlo, abbracciarlo. […] A Natale, Maria, tendendoci Gesù, ci insegna di nuovo a vivere, ossia a lasciarci amare, ad accogliere l'amore che salva manifestato in questo Piccolino indifeso. […] «Maria lo avvolse in fasce». Dio si è donato tra le mani di Maria. Dio ha affidato il suo corpo alle mani di Maria perché se ne prendesse cura, così come si affiderà alle mani di Maria di Betania per l'unzione «in previsione della sua sepoltura» e come si affiderà alle mani delle sante donne per la sepoltura. Ritroviamo qui il parallelismo evidente tra il presepe, la mangiatoia e la croce, l'essere messo al mondo e l’essere messo in croce, l'essere avvolto tra le fasce e l'essere avvolto nel sudario, l'essere deposto nella mangiatoia e l'essere deposto nella tomba. «Maria lo pose in una mangiatoia» (Lc 2,7). Quella mangiatoia è il segno dato ai pastori: «Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). Maria non trattiene per sé il corpo di Gesù neonato, perché non gli appartiene. Già lo dà agli uomini. I pastori, i piccoli, saranno i primi a venire all'annuncio della gloria di Dio. Un giorno, la shekinah, la gloria di Dio, aveva lasciato il Tempio e si era fermata sul monte degli Ulivi (cf. Ez 11,23), per poi tornare su quel monte e piangere su Gerusalemme nei giorni della passione. La gloria di Dio ritorna in questa notte. Avvolge loro e avvolge tutti noi. Gesù è il volto della gloria di Dio, Maria è il tempio della gloria di Dio. Eccoli, sono tra noi. Così la gloria di Dio illumina questa notte e chiama i pastori con la voce degli angeli. Dobbiamo ricordare, quando li ascoltiamo, che la salvezza viene sempre dall’alto. La salvezza non è nelle nostre mani, ma la riceviamo per iniziativa di Dio, per sua misericordia. A noi basta tendere le mani e aprire il cuore. È così semplice e Dio si è spinto così in basso che ci raggiunge là dove siamo.
Georgette Blaquière
da Il vangelo di Maria
EDB, Bologna 2019