Giudici Giovanni
Vita spirituale e Scrittura
2019/12, p. 19
All’angelo della Chiesa che è a Sardi scrivi:…Ricorda come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convertiti. (Apocalisse 3,3) La generazione che ha vissuto lo studio della teologia in Seminario, mentre era in svolgimento il Concilio Vaticano II, ha avuto modo di sperimentare due modalità assai differenti di pregare. Si è iniziato con il metodo consolidato di meditare: un libro che proponeva riflessioni su cui soffermarsi. La pagina si leggeva, si applicava alla propria vita la verità compresa, si chiedeva il dono spirituale intravisto.....

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Vita spirituale e Scrittura
All’angelo della Chiesa che è a Sardi scrivi:…Ricorda come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convertiti. (Apocalisse 3,3)
La generazione che ha vissuto lo studio della teologia in Seminario, mentre era in svolgimento il Concilio Vaticano II, ha avuto modo di sperimentare due modalità assai differenti di pregare. Si è iniziato con il metodo consolidato di meditare: un libro che proponeva riflessioni su cui soffermarsi. La pagina si leggeva, si applicava alla propria vita la verità compresa, si chiedeva il dono spirituale intravisto.
Il dibattito conciliare, soprattutto nel momento cruciale nel quale si è discusso e votato sul tema della Scrittura, con due schieramenti opposti - due fonti della Rivelazione, una sola fonte -, ci aveva allertati che grosse novità ci avrebbero raggiunto.
Anche lo studio della Teologia era realizzato attraverso un metodo che prevedeva una sorta di prontuario di frasi tratte dalla Scrittura; erano scelte per sostenere una ‘tesi’ con cui veniva sintetizzata una verità teologica. Come nella ricerca teologica si avvertiva che la Scrittura doveva diventare più centrale, in modo analogo, ci si rese conto che il rapporto tra Scrittura e vita spirituale, doveva diventare più organico e la pagina biblica doveva diventare più decisiva nella preghiera e nel cammino di conversione del credente.
Poco alla volta, l’attenzione alla pagina biblica si fece più centrale nella preghiera dei singoli, nelle proposte di ritiro spirituale, nella predicazione degli Esercizi Spirituali. Era impressionante constatare il cambiamento del linguaggio dei predicatori in pochi anni. Pregare ascoltando direttamente un brano della Parola di Dio consentiva di proporre un discorso di fede e di alleanza, e non semplicemente delle tesi di etica, o elevazioni con buoni pensieri.
La riforma liturgica fece la sua parte; la pagina biblica era messa a disposizione ogni giorno, con l’opportunità di leggere con continuità un Vangelo o altri libri del Nuovo e del Primo Testamento. Cresceva così la possibilità di tenere nella propria attenzione quotidiana la parola di Dio all’uomo, con quella ricchezza di situazioni vissute e di immagini evocate, che è propria della Scrittura.
La Scrittura, che diviene il punto di riferimento per la preghiera personale, consente di acquisire, poco alla volta, una sorta di intimità con il Signore. Il mistero grande di Dio sta di fronte a chi prega; ma è la certezza di parlare con un Uomo che ha un cuore palpitante come colui che prega; la certezza di avere un Uomo che ci ascolta, consente l’invocazione fiduciosa. La Parola del Signore, con la fiducia di essere amati, ci pone di fronte alla complessità del rapporto tra Dio e il male, all’economia misteriosa e trascendente della sua misericordia che ci consente di costruire il bene, ed essere certi che il male è contenuto e vinto.
I sentimenti sono mossi dall’invocazione del salmo che svela l’armonia del creato per farne un motivo di lode. Pensiamo a come è stimolante un brano evangelico, per porre attenzione al dinamismo con cui il Signore ha operato la nostra salvezza. I comportamenti e la parola del Maestro fanno sorgere domande, stimolano richieste, schiudono l’intelligenza e la sensibilità ad una intimità affettuosa con Lui, così da far desiderare di condividere i pensieri di Gesù e giungere ad avvertire che i suoi giudizi sono la ragione di una vita buona, di fronte a Dio e ai fratelli.
Leggere e pregare la Parola consente anche una attenzione a illuminare le pieghe più riposte della coscienza dell’orante e gli permette di sostenere, con umiltà e realismo, il cammino quotidiano, illuminato dalle esigenze del Maestro, dell’apostolo, del profeta. È proprio la vicenda personale di ciascuno di noi che suscita incertezze e pone domande. Di fronte a giudizi da formulare e a decisione da prendere, si trova nella preghiera con la Scrittura luce, o almeno una qualità di attesa che ha il sapore della speranza.
La Parola presenta storie concrete in cui Dio è protagonista; l’orante rinnova la memoria di incontri, ripensa i richiami che stanno in avvenimenti vissuti. E in tal modo la lettura e la preghiera sono un grande aiuto per stare nella realtà e per decidere quali scelte compiere nell’oggi. Dal confronto con il brano biblico è più facile riconoscere nella fedeltà di Dio verso l’umanità, le ragioni e la forza dell’amore fedele tra una donna e un uomo.
Porsi dinanzi a un brano biblico, leggerlo con calma, farsi interpellare da fatti e parole, consente di resistere all’urto della cronaca, nella quale alle volte siamo intrappolati perché presi dalle reazioni emotive che gli avvenimenti suscitano. Anche la frammentazione della società, la congerie di avvenimenti che si susseguono velocemente, a seguito della società dominata dai mezzi di comunicazione, chiede una cura di silenzio e di ascolto della Parola.
Nel vivere la Parola come dialogo da Persona a persona, il discepolo si fa obbediente ad un ripetuto invito del Maestro. Gesù più volte invita il discepolo ad ascoltare la Parola. Anzi, secondo la lezione dell’evangelista Giovanni, il Signore raccomanda di ‘osservare’ i comandamenti. Si tratta dunque di ascoltare con attenzione e disponibilità, di porsi nella condizione di contemplare ciò che Dio dice.
Alla luce della Parola, accolta e riferita al Dio vivente che ci parla, anche la realtà si apre al nostro sguardo non semplicemente come un succedersi casuale di fatti, con le loro complicate conseguenze. Piuttosto appare con chiarezza al lettore attento un misterioso intreccio di libere scelte umane e di intervento di Dio, che comunque ci ama e crea occasioni perché possiamo accorgercene.
La preziosità della preghiera con la Scrittura si manifesta nella possibilità che è data al credente di avvicinarsi a comprendere la vera storia del Popolo di Dio, che è poi la storia di una misericordia che supera ogni immaginazione.
Così si può formare una attitudine virtuosa, un ‘abito’ che consente di reagire con lealtà nei confronti del Vangelo nelle quotidiane occasioni di scelta che ci si presentano.
Giovanni Giudici