Curioni Alberto
Il Dio di Giobbe e anche il nostro
2019/11, p. 38
Il dolore, anche quello non compreso e, dal suo punto di vista, non meritato, non esclude Giobbe dal dialogo con Dio, come neanche l’onnipotenza di Dio lo chiude al confronto con la sua creatura. Questo è il Dio di Giobbe e anche il nostro. Un Dio dialogante fino a farsi un Dio-Parola nel Figlio incarnato. L’itinerario doloroso che egli ha affrontato è divenuto il suo strumento di conoscenza. Il male spesso rende l’uomo incapace di comprendere, oltre che Dio, anche se stesso; talvolta la fatica di vivere e accettare quotidianamente la pena di una malattia, un limite alla normalità della vita, ci allontana dall’incontro con colui che dà sapore all’esistenza e senso al dolore.

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VOCE DELLO SPIRITO
Il dio di Giobbe
e anche il nostro
Il dolore, anche quello non compreso e, dal suo punto di vista, non meritato, non esclude Giobbe dal dialogo con Dio, come neanche l'onnipotenza di Dio lo chiude al confronto con la sua creatura. Questo è il Dio di Giobbe e anche il nostro. Un Dio dialogante fino a farsi un Dio-Parola nel Figlio incarnato. L'itinerario doloroso che egli ha affrontato è divenuto il suo strumento di conoscenza. Il male spesso rende l'uomo incapace di comprendere, oltre che Dio, anche se stesso; talvolta la fatica di vivere e accettare quotidianamente la pena di una malattia, un limite alla normalità della vita, ci allontana dall'incontro con colui che dà sapore all'esistenza e senso al dolore. Dio nella difficoltà sembra allontanarsi dal nostro orizzonte. […] Dio è misterioso. Egli sa benissimo se l'uomo vale o non vale; lo sa prima di metterlo alla prova. «Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi» (Dt 8,2), dice il Signore agli Israeliti. Questo comportamento di Dio è parte di quel mistero impenetrabile per cui, pur conoscendo il Figlio, lo mette alla prova nell'incarnazione. Perché anche l'incarnazione e la vita di Gesù sono una prova. L'atteggiamento a cui tendere nella prova è la sottomissione, l'accogliere e non il domandare. […] Talora noi sperimentiamo qualcosa di simile: di fronte a una decisione difficile, a un evento grave, li accogliamo presi dall'entusiasmo e dal coraggio che ci viene dato nei momenti duri della vita. Dopo un po' di riflessione però, si fa strada un tumulto di pensieri e sperimentiamo la difficoltà di accettare ciò a cui pure abbiamo già detto «sì». Questa è la prova vera e propria. La fatica sta nel perdurare per una vita in questo «sì», sotto l'incalzare dei sentimenti e della battaglia mentale. La prima accettazione, dunque, che spesso è una grande grazia di Dio, non è ancora rivelativa completamente della gratuità della persona. È necessario che passi per il lungo vaglio della quotidianità. La prova di Giobbe non è tanto l'essere privato di ogni bene e l'essere piagato, ma il dover resistere giorni e giorni alle parole degli amici, alla cascata di ragionamenti che cercano di fargli perdere il senso di ciò che egli è veramente. Da questo punto la prova comincia a dipanarsi dentro l'intelletto dell'uomo, è la vera e diuturna tentazione nella quale anche noi entriamo e rischiamo di soccombere perdendoci nel terribile travaglio della mente, del cuore, della fantasia. […]
“Tutti soffriamo a causa di errori, talvolta anche nostri, e tuttavia c'è una gran parte degli uomini che soffre più di quanto non meriti, che soffre più di quanto non abbia peccato: è la gente misera, sofferente, oppressa, che costituisce forse i tre quarti dell'umanità. Questa folla immensa fa nascere il problema: perché? Che senso ha? È possibile parlare di un senso? L’affrontare un interrogativo così drammatico è proprio di un libro fuori degli schemi ordinari della vita, come è il Libro di Giobbe. E noi, che vogliamo essere fedeli a Gesù nelle sue prove e sappiamo che le sue prove sono quelle del popolo messianico, del popolo dei sofferenti, dei popoli della fame e della povertà, cerchiamo attraverso le nostre riflessioni, di farci loro vicini e di accettare le nostre prove, spesso piccole, pensando a quelle tanto grandi che affliggono molta parte dell'umanità”.
Alberto Curioni
da Il coraggio di essere fragili.
Riscoprirne il dono alla luce della Bibbia
Paoline Ed. Libri, Milano 2019