Ronzani Rocco
In Deum - Protési verso Dio
2019/11, p. 16
Il 186° Capitolo Generale dell’Ordine di Sant’Agostino si è celebrato nella prima metà di settembre, a Roma, presso la Curia dell’Ordine, e ha rieletto Priore Generale p. Alejandro Moral Antón, spagnolo, coadiuvato da un gruppo di collaboratori tra i quali, in qualità di Segretario dell’Ordine, è stato annoverato p. Pasquale Di Lernia, già Segretario della Provincia d’Italia.

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In Deum – Protési verso Dio
Il 186° Capitolo Generale dell’Ordine di Sant’Agostino si è celebrato nella prima metà di settembre, a Roma, presso la Curia dell’Ordine, e ha rieletto Priore Generale p. Alejandro Moral Antón, spagnolo, coadiuvato da un gruppo di collaboratori tra i quali, in qualità di Segretario dell’Ordine, è stato annoverato p. Pasquale Di Lernia, già Segretario della Provincia d’Italia.
Il Capitolo ha programmato la vita del prossimo sessennio, tanto dura il mandato del Superiore e del suo Consiglio, ma molte scelte sono e saranno incisive per la vita degli Agostiniani anche oltre tale mandato. Infatti, il Capitolo è intervenuto a modificare la geografia dell’Ordine, erigendo e sopprimendo delle circoscrizioni, approvando un documento fondamentale della formazione e altre decisioni più o meno rilevanti in fatto di evangelizzazione, missione, economia.
Tutti i Capitoli, ma soprattutto quello generale, sono il luogo dove si manifesta nell’Ordine, in ogni sua casa e in questo caso a livello internazionale, l’impegno per promuovere il bene comune di tutta la famiglia religiosa, un bene che non è però limitato alla vita interna delle case religiose, ma che ne travalica le mura e si riversa, attraverso l’esemplarità e i vari ministeri, nella vita della Chiesa e del mondo. E uno dei quesiti fondamentali che ha attraversato tutta la riflessione dell’assemblea capitolare è stato proprio questo: come possiamo condividere nel mondo contemporaneo, globalizzato eppure ancora tanto complesso e diversificato, le abbondanti benedizioni che Dio riversa su di noi con tutti i fratelli nella fede e con ogni uomo?
La risposta, declinata in tante “ricette” culturali, che rispecchiano la diffusione e vastità della nostra famiglia religiosa, è stata veramente univoca: alla domanda si può rispondere soltanto vivendo il messaggio del Signore Gesù, come ha fatto Agostino, con coerenza, fino in fondo, in una vita interiore orientata alla ricerca di Dio e sempre alla sua presenza e nella vera comunione che è condivisione dei beni che il Signore ci dona, materiali e spirituali, senza dire di nulla “è mio” (Regola di S. Agostino), vivendo la sequela di Cristo Gesù “che non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso…” (Fil 2,6-11). Quindi, non ci sono soluzioni istituzionali ai nostri problemi (soluzioni istituzionali che pure, per certi versi, non possono mancare laddove è necessario governare una società complessa e in evoluzione), ma la radice di un rinnovamento dell’Ordine parte dalla conversione personale! Come è sempre stato; come ci insegna s.Agostino: «Sono tempi cattivi, tempi penosi!" si dice. Ma cerchiamo di vivere bene e i tempi saranno buoni. I tempi siamo noi; come siamo noi così sono i tempi» (Sermo 80,8).
Il cuore di questa riflessione è anche il succo del messaggio che papa Francesco ha rivolto agli Agostiniani in occasione dell’Udienza privata concessa il 13 settembre: «Ogni membro della comunità sia orientato, come primo santo proposito di ogni giorno, alla ricerca di Dio. Questa direzione dovrebbe essere dichiarata, confessata, testimoniata tra di voi senza falsi pudori. La ricerca di Dio non può essere oscurata da altre finalità, pur generose e apostoliche. Perché è quello il vostro primo apostolato. Siamo qui, dovreste poter dire ogni giorno, tra di voi perché camminiamo verso Dio».
Protesi verso Dio, ha aggiunto e ripetuto più volte il Papa, ricordando che nella nostra vita è compendiata tutta la celebre espressione che, ordinariamente, sant’Agostino aggiunge al testo degli Atti degli Apostoli nel quale Luca descrive il modello ideale della comunità cristiana e, pertanto, anche agostiniana, visto che la nostra esperienza religiosa, al cuore della Chiesa, non vuole vivere altro che la radicale vocazione universale della Chiesa alla santità, per una via che, per quanti la amano e seguono, è via regale verso la Patria!
Sul piano ideale sono stati messi a fuoco con chiarezza questi grandi ideali della nostra vita agostiniana, richiamati da papa Francesco, ai quali ci dobbiamo avvicinare, seppur gradualmente, con convinzione, ogni giorno, sempre di più; si sente, infatti, l’urgenza impellente di sceglierli di nuovo, con la grazia di Dio, nel profondo del cuore, e di viverli con adesione gioiosa e rinnovato impegno. Tutti gli altri temi, problemi, questioni di ogni grado e natura sono soltanto una conseguenza, a partire dal primo e vitale delle vocazioni!
Al Capitolo si è ampiamente discusso del tema delle vocazioni, dei paesi ricchi e disperati dove scarseggiano e delle tantissime richieste, a volte non accoglibili per problemi economici, che affliggono le circoscrizioni con meno risorse economiche. Con regole rigorose e grande attenzione da parte della Curia, si dovrà rispondere concretamente a tutte queste richieste, impegnandosi a formarle nei paesi d’origine ed evitando la “tratta” delle vocazioni! Si è anche parlato del tema doloroso degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili: è riprovevole, distruttivo e scandaloso, motivo di censura sia canonica che civile, quanto accaduto negli ultimi decenni e tutto l’Ordine è seriamente impegnato nella prevenzione e nella vigilanza. Non è quest’ultima, tuttavia, la questione capitale della vita della Chiesa e dell’Ordine, come talvolta sembrerebbe leggendo e ascoltando i media. L’unico antidoto a questo, e a mille altri problemi, è dare priorità assoluta alla ricerca di Dio, alla vita comune, alla cura e alla formazione delle vocazioni.
Il Capitolo si è anche ampiamente soffermato sul rinnovamento delle “strutture istituzionali”, centrali e periferiche, su progetti di lavoro condivisi tra circoscrizioni, soprattutto per continenti e aree regionali; si è parlato di cultura e degli studi nell’Ordine, di formazione iniziale e permanente, del grande tema dei laici legati, in molti modi, alla vita dell’Ordine; delle relazioni con le monache di vita contemplativa e con le congregazioni di vita apostolica. Un motivo di grande gioia e un segno di fertilità dell’Ordine è la nascita di tre nuove Province: la Provincia “San Juan de Sahagún”, dalla fusione delle quattro Province spagnole; la nuova Provincia delle Filippine, figlia dell’antica Provincia spagnola delle Filippine, istituita dal Vicariato d’Oriente; la Provincia “Nostra Signora della Consolazione” del Brasile, figlia della Provincia del Matritense. Sono stati eretti in Vicariati la Tanzania e il Kenya.
Un atto davvero significativo del Capitolo è stata la manifestazione, con voto corale ed unanime, del desiderio dell’Ordine di vedere riconosciuto Dottore della Chiesa, per il suo contributo spirituale, dottrinale e pastorale, san Tommaso da Villanova. I Padri Capitolari hanno consegnato il voto in forma di petizione firmata a papa Francesco, come hanno già fatto tanti vescovi, università e persino intere Conferenze episcopali.
Voglio concludere con un doveroso ricordo: al Capitolo Generale e alla vita dell’Ordine, la nostra Provincia agostiniana italiana ha dato e sta dando moltissimo. Erano presenti come Capitolari il Priore provinciale, p. Luciano De Michieli, p. Gianfranco Casagrande, p. Giuseppe Caruso (per la circoscrizione delle case generalizie), p. Giuseppe Pagano, p. Rocco Ronzani e, tra gli invitati, p. Pasquale Di Lernia che coralmente (con schiacciante maggioranza) il Capitolo ha voluto nuovo Segretario dell’Ordine, e poi ancora p. Aldo Bazan (per il servizio di traduzione), p. Michele Falcone e p. Pasquale Cormio per la logistica tra Curia, S. Monica e Istituto Patristico “Augustinianum”. Una bella e qualificata presenza. Ricordo ancora che all’Ordine, in questo momento, tra le case generalizie e i vari servizi, noi Agostiniani italiani diamo un prezioso contributo di oltre una dozzina di religiosi. L’Ordine parla oggi soprattutto spagnolo, inglese e tante altre lingue, ma in una misura importante “parla” ancora molto italiano! E l’Italia agostiniana, frati, monache, religiose e laici può e deve dare ancora tanto!
Per tutto quello che il Signore mi ha fatto vivere in questi giorni, con i miei fratelli, posso solo ringraziare: Deo gratias!
p. Rocco Ronzani, O.S.A.