Cabra Piergiordano
Dona a noi la pace
2019/11, p. 4
Quando si è giovani è più spontaneo dire: “lasciateci in pace! Non complicateci la vita con le vostre raccomandazioni, regole e divieti!” Quando poi la vita fa aprire gli occhi sulla reale realtà e sulle complicazioni che sono venute dal rifiuto di alcune regole, allora si va alla ricerca delle vie della pace, per mettere un po’ di ordine nell’insopportabile disagio interiore.

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DONA A NOI LA PACE
Quando si è giovani è più spontaneo dire: “lasciateci in pace!
Non complicateci la vita con le vostre raccomandazioni, regole e divieti!”
Quando poi la vita fa aprire gli occhi sulla reale realtà e sulle complicazioni che sono venute dal rifiuto di alcune regole, allora si va alla ricerca delle vie della pace, per mettere un po' di ordine nell’insopportabile disagio interiore.
Disagio che è già rilevante anche in chi accetta le regole e che genera inevitabilmente inquietudine, dalla quale oggi sovente ci si vuol liberare ricorrendo a tecniche ben collaudate nei secoli e millenni, quali lo yoga o la meditazione trascendentale, di origine orientale o buddista, che permettono di raggiungere alcuni apprezzabili risultati, che sembrano sufficienti soprattutto in una società secolarizzata.
Ma che appaiono insufficienti per chi considera insufficiente questo modo per spiegare se stesso e quindi crede in un “Dio creatore del cielo e della terra”, che è Padre il quale vuole che noi suoi figli siamo suoi collaboratori nel tempo e suoi commensali oltre il tempo.
Per questo non ci lascia in pace nel nostro pacifismo narcisista, volendo che noi, imperfetti ma perfettibili diventiamo “operatori di pace”, per rendere più fraterno questo mondo imperfetto ma perfettibile.
Abbiamo il compito di costruire la pace, attraverso l’umiltà, la mitezza, la lealtà del cuore, la ricerca disinteressata della giustizia, il portare i pesi gli uni degli altri, il perdono reciproco, l’accettazione delle contrarietà della vita e persino subire l’emarginazione, quando non ci pieghiamo all’uso della violenza, della menzogna, del disprezzo e dell’odio.
È a questo punto che siamo proclamati “beati” e siamo in grado di ricevere il dono della pace personale, interiore: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”.
Il Dio creatore, che dal nulla ha tratto l’essere e dal caos il cosmo, è anche il Padre che considera suoi figli veri coloro che l’aiutano a fare dell’umanità caotica una famiglia il più possibile pacificata e fraterna, a partire dalla realizzazione di micro fraternità alla portata di tutti.
I beati costruttori di pace hanno il diritto di chiedere anche per sé il dono della pace: “Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace!”. E di sentire nel profondo del cuore le parole del Risorto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, quella pace che conosce le vie dell’amore.
Piergiordano Cabra