Una scala con pochi gradini
2019/1, p. 38
Lo scopo della lectio divina è il medesimo della
Bibbia: «Comunicare la sapienza che porta alla salvezza
per mezzo della fede
in Gesù Cristo» (2
Tm 3,15). La lectio,
dunque, è il modo più
autentico e ideale per
leggere la Scrittura; essa
è la preghiera nata
dalla Bibbia e fatta con
la Bibbia.
Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.
Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
VOCE DELLO SPIRITO
UNA SCALA
CON POCHI GRADINI
«Questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica» (Dt 30,14). La parola di Dio è nella bocca per la lettura e nel cuore per la meditazione e la preghiera e la contemplazione. Lo scopo della lectio divina è il medesimo della Bibbia: «Comunicare la sapienza che porta alla salvezza per mezzo della fede in Gesù Cristo» (2 Tm 3,15). La lectio, dunque, è il modo più autentico e ideale per leggere la Scrittura; essa è la preghiera nata dalla Bibbia e fatta con la Bibbia. Nel presentare le tappe del cammino della lectio ci serviamo evidentemente dello schema classico della tradizione patristica e monastica, ma con accentuazioni che vengono suggerite dalla prassi pastorale vissuta per molti anni a contatto con numerosi fedeli, gruppi ecclesiali e comunità religiose. Il metodo della lectio ha come punto di riferimento, ormai da tutti riconosciuto, la lettera del monaco certosino Guigo II, inviata all'amico Gervasio, dal titolo «La Scala dei monaci o Sulla vita contemplativa». Egli scrive: «Un giorno, mentre ero occupato nel lavoro manuale, presi a riflettere sull'attività spirituale dell'uomo. Allora improvvisamente quattro gradini spirituali si offersero alla mia intima riflessione, e cioè la lettura, la meditazione, l'orazione e la contemplazione. Questa è la scala dei monaci, grazie alla quale essi sono elevati dalla terra al cielo. È una scala con pochi gradini, ma di un'altezza incommensurabile, indicibile. La sua estremità inferiore è fissata sulla terra mentre la cima penetra nelle nubi e sonda i segreti del cielo». Guigo in tale scritto prende le mosse dal versetto di Mt 7,7 sulla preghiera e presenta le progressioni del suo metodo. Il testo biblico di Matteo recita: «Chiedete e riceverete, cercate e troverete, bussate e sarà aperto». Guigo, nel commentare le parole di Gesù, si esprime in tal modo: «Cercate nella lettura, troverete con la meditazione, bussate nella preghiera, vi sarà aperta la contemplazione». Il monaco certosino, dunque, parafrasando gli ultimi due inviti del Signore, riassume il suo metodo in quattro punti: la lettura, la meditazione, la preghiera e la contemplazione. Poi chiarisce il suo pensiero: «La lettura indaga e la meditazione trova, l'orazione chiede e la contemplazione assapora. La lettura si può dire che porti alla bocca cibo solido, la meditazione lo mastica e lo macina, l'orazione ne sente il sapore, la contemplazione è la dolcezza stessa che dona la gioia e ricrea le forze. La lettura rimane sulla scorza, la meditazione penetra nel midollo, l'orazione si spinge alla richiesta suscitata dal desiderio, la contemplazione riposa nel godimento della dolcezza raggiunta. […]
Per i Padri della Chiesa la preghiera allo Spirito era il primo passo da compiere per accostarsi alla Scrittura, perché la parola di Dio diventa viva soltanto quando si entra in comunione con il Paraclito, che in essa risiede. Sant'Efrem il Siro, a chi gli chiedeva come leggere le Scritture, dava tale consiglio: «Prima della lettura prega e supplica Dio che ti si riveli». Yussef Busnaya, scrittore cristiano della stessa chiesa, suggeriva di fare davanti alla Parola tale invocazione: «Dimmi, Signore, le parole di vita e di gioia attraverso la bocca e la lingua delle Scritture. Donami di ascoltarle con orecchi interiori e rinnovati e di cantare la tua gloria con la lingua dello Spirito Santo». Anche Giovanni Crisostomo, nell'aprire la Bibbia, pregava in tal modo: «Apri, o Spirito Santo, gli occhi del mio cuore affinché io comprenda e compia la tua volontà [...], illumina i miei occhi con la tua luce».
Giorgio Zevini
da La lectio divina:
silenzio, parola, comunità
Metodo ecclesiale ed orante
per leggere le Scritture
Editrice Queriniana, Brescia 2018