Nava Pier Luigi
A servizio del carisma e della missione
2018/5, p. 22
Il nuovo documento s’inscrive in un percorso di riflessione avviato già da tempo da parte del Dicastero per la vita consacrata. Percorso in più fasi tutt’ora in atto e aperto a successivi sviluppi. Il testo degli Orientamenti – come ha richiamato mons. José R. Carballo – si comprende nella prospettiva magisteriale di Papa Francesco.

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Giornata di studio sulla gestione dei beni
A SERVIZIO DEL CARISMA
E DELLA MISSIONE
Il nuovo documento s’inscrive in un percorso di riflessione avviato già da tempo da parte del Dicastero per la vita consacrata. Percorso in più fasi tutt’ora in atto e aperto a successivi sviluppi. Il testo degli Orientamenti – come ha richiamato mons. José R. Carballo – si comprende nella prospettiva magisteriale di Papa Francesco.
Il 6 marzo scorso, presso la Pontificia Università Antonianum, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (= CIVCSVA) ha organizzato una giornata di studio per la presentazione di un nuovo documento dal titolo: Economia a servizio del carisma e della missione. Orientamenti (= ES) [6 gennaio 2018]. Il card. João Braz de Aviz, Prefetto della CIVCSVA, nel saluto iniziale ha tracciato a grandi linee l’obiettivo della giornata richiamando il senso del versetto di 1Pt 4,10 – Boni dispensatores multiformis gratiae Dei – apposto in titolazione al documento: «Il cristiano, dunque, è chiamato a diventare economo, amministratore della multiforme grazia che si esprime anche mediante i carismi, ed è chiamato a metterla in circolo a beneficio di tutti. Ciascun dono è un profondersi dello smisurato patrimonio di grazia da parte di Dio, ciascun membro della comunità, quindi, ricco di tale dono è membro attivo e corresponsabile della vita comunitaria, sapendo che ciò che ha a disposizione non è suo, ma è un dono da custodire, da far fruttificare con l’unico obiettivo: il bene comune» (cf. ES 1). In mattinata, il seminario ha puntualizzato alcune tematiche giuridico-canoniche e gestionali; nel pomeriggio, in un incontro aperto a tutti, sono state presentate alcune coordinate per la lettura del testo.
Iter
del documento
Il nuovo documento s’inscrive in un percorso di riflessione avviato già da tempo da parte del Dicastero. Percorso tutt’ora in atto e aperto a successivi sviluppi, come ha precisato nel suo intervento l’arcivescovo Segretario della CIVCSVA mons. José R. Carballo. Un percorso in più fasi. Una prima significativa tappa è stata la programmazione e realizzazione del 1° Simposio Internazionale (Roma 8-9 marzo 2014). Il tema affrontava La gestione dei beni ecclesiastici degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica. A servizio dell’humanum e della missione nella Chiesa. Una seconda tappa – quasi a sintesi del Simposio stessosi concretizzava nella Lettera Circolare, le Linee orientative per la gestione dei beni negli Istituti di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica, pubblicata il 2 agosto del 2014. La Lettera circolare sottoponeva all’attenzione degli Istituti le principali problematiche e criticità emerse dal 1° Simposio e, allo stesso tempo, ne determinava alcuni indirizzi. La riflessione sulla gestione dei beni si collocava nell’orizzonte dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium (= EG). Papa Francesco invitava la Chiesa “alla solidarietà disinteressata e a un ritorno dell’economia e della finanza ad un’etica in favore dell’essere umano” (EG 58). Era la prima volta – nella storia di Convegni o Congressi organizzati dal Dicastero dal 1950 ad oggi – che erano stati messi a confronto “un notevole numero di Superiori Generali ed Economi di molti Istituti” (Linee orientative 1). Dalle relazioni e dai risultati del confronto nei gruppi di lavoro, è stato successivamente elaborato il quadro programmatico del 2° Simposio Internazionale celebrato a Roma dal 26-28 novembre 2016: Nella fedeltà al carisma ripensare l’economia. L’attenzione è stata posta sul carisma e la significatività delle opere. Fedeltà al carisma: “Ogni carisma «è sempre una realtà viva» chiamata a «svilupparsi nella fedeltà creativa». La fedeltà al carisma è, quindi, la coerenza delle scelte operative in un determinato contesto con le caratteristiche identitarie dell’Istituto” (ES 51). Ripensare l’economia: “I mutati bisogni e i diversi contesti culturali, sociali e normativi esigono sovente da un lato l’abbandono di modalità operative non più adeguate e dall’altro un approccio audace e creativo per «ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile» (ES 34).
L’adozione del lessico Orientamenti richiama l’individuazione di una direzione di governance (per es. ecclesiale, istituzionale, carismatica, gestionale…) mediante la formulazione di indicazioni inerenti a comportamenti, pratiche, procedure individuali o collettive. In questa prospettiva, il documento si propone, in continuità con il testo delle Linee orientative della CIVCSVA del 04.08.2014di:
- proseguire un cammino di riflessione ecclesiale sui beni e la loro gestione;
- richiamare ed esplicitare alcuni aspetti della normativa canonica sui beni temporali;
- suggerire alcuni strumenti di pianificazione e programmazione inerenti la gestione delle opere;
- sollecitare gli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica, a tutti i livelli, dai Superiori ai membri, a ripensare l’economia nella fedeltà al carisma (cf. ES 4).
Il Magistero
di Papa Francesco
Il testo degli Orientamenti – come ha richiamato mons. José R. Carballo – si comprende nella prospettiva magisteriale di Papa Francesco. In particolare si sintonizza con l’esortazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013) e l’enciclica Laudato si’ (24 maggio 2015). «In entrambi i documenti – ha sottolineato mons. Carballo – non viene posta una domanda ‘tecnica’ sull’economia, ma un interrogativo sul problema economico in una visione alternativa sulla ‘cura della casa comune’, logorata da un indebitamento insostenibile, dal consumismo, dalle ideologie del profitto, dal potere salvifico della tecnocrazia o da un progresso umano illimitato”. In continuità con il documento Per vino nuovo otri nuovi, gli Orientamenti privilegiano, dunque, la «linea di un discernimento evangelico», cioè lo sguardo del discepolo missionario che «si nutre della luce e della forza dello Spirito Santo» (EG 50). Linea che attraversa il documento, quasi in filigrana, e si evidenza nella parte seconda (ES 22-33).
Criteri
di discernimento
Considerata l’estensione del documento e il quadro dei temi e problemi posti in evidenza (orizzonte magisteriale, orientamenti, indicazioni operative), l’intervento dell’arcivescovo Segretario ha privilegiato la lettura del testo degli Orientamenti nell’ottica dei nn. 50-51, cioè dei criteri di discernimento per l’amministrazione e gestione dei beni. Criteri che vanno letti – ha detto – «non solo come una “premessa” alle indicazioni operative, ma come un modo nuovo di intendere le interconnessioni tra economia, amministrazione e gestione ed entrare in una visione dinamica che non pretende di affrontare tutte le connessioni di ambiti così complessi». La quarta parte del documento è introdotta dall’enunciazione dei seguenti criteri: fedeltà a Dio e al Vangelo; fedeltà al carisma; povertà; ecclesiasticità dei beni; sostenibilità; capacità di rendere conto.
Memoria vivente
del Cristo povero
L’intervento del sottosegretario p. Sebastiano Paciolla, o. cist., prende spunto dal can. 640: «Gli istituti, tenuto conto dei singoli luoghi, si adoperino per dare una testimonianza in certo modo collettiva di carità e povertà». Una riflessione e prassi di amministrazione-gestione dei beni temporali degli IVC-SVA non può non inscriversi in questo orizzonte di comprensione fatto proprio dagli Orientamenti (cf. ES 5-11): «Con la loro povertà i consacrati testimoniano una qualità di vita veramente umana che relativizza i beni additando Dio come il bene assoluto» (ES 8). Ne consegue che il capitolo primo (“Memoria vivente del Cristo povero”) non può ridursi a un richiamo alla “povertà di Cristo” (ES 5), bensì è la chiave di lettura del documento nel suo insieme. Il sottosegretario si è soffermato su quella che – per certi aspetti – può affermarsi una “novità” degli Orientamenti: l’articolazione della prassi della CIVCSVA in materia di autorizzazioni e procedure circa i beni temporali degli IVC-SVA. In particolare ha richiamato la valenza dei criteri di assegnazione dei beni immobili e mobili al c.d. “patrimonio stabile” (ES 38-40), a «prescindere dalla qualificazione che il patrimonio stabile possa avere nell’ordinamento civile dei vari Paesi» (ES 72).
Il governo
dell’economia
Nel Seminario che ha preceduto la presentazione, il prof. Luigi Sabbarese c.s. – Decano della Facoltà di Diritto Canonico dell’Urbaniana – ha rilevato che «gli Orientamenti rappresentano certamente un passo in avanti nella riflessione della Chiesa sui beni temporali nella vita degli istituti. Tale riflessione ha fatto crescere la consapevolezza dell’attualità delle questioni economico-amministrative, della loro complessità e della urgente necessità di una formazione alla dimensione economica di tutti i membri dei nostri istituti, formazione che va garantita a un duplice livello: a livello di formazione, iniziale e permanente per tutti, e a livello di formazione specifica per i superiori, gli economi e gli amministratori in genere. Per raccogliere efficacemente i frutti di tale tematizzazione, è necessario ricollocare al centro dell’economia il governo dell’economia e la subordinazione di questa a quello (cf. can. 636 § 1); è poi divenuto ormai vitale evitare lo scollamento tra patrimonio economico-finanziario e patrimonio carismatico, come descritto nel can. 578; e, infine, far decollare con più diffusi interventi il diritto proprio con normative specifiche in ambito economico-amministrativo”.
Indubbiamente l’apporto del nuovo documento – all’interno della prospettiva magisteriale e codiciale – è di offrire nelle Indicazioni operative (ES 55-99) i precipui indirizzi del governo dell’economia e della gestione. L’operatività segna il passaggio all’efficacia di amministrazione-gestione (ES 27,58,59) e, allo stesso tempo, orienta verso la convergenza di prassi. Indicazioni alle quali viene premesso un quadro di criteri (ES 50-54) e, di seguito, una individuazione di facoltà/competenze/indirizzi/raccomandazioni inerenti a uffici/ruoli, organismi di governo, amministrazione e gestione.
Una governance
di comunione
Nell’ambito della “prospettiva giuridica”il prof. Andrea Perrone, Ordinario di Diritto commerciale nell’Università Cattolica di Milano, ritiene che siano due gli ambiti di maggior rilevo derivabili dagli Orientamenti «Il primo è costituito dalla governance delle scelte economiche, intesa come allocazione del potere decisionale nelle scelte di gestione. Il secondo va individuato nell’amministrazione delle risorse secondo un criterio di funzionalità al carisma: beni e opere sono chiamati a favorire la durata del carisma nel tempo, assicurare il sostentamento dei propri membri e, ultimatamente, servire la missione della Chiesa. […] Una governance di comunione è, di contro, considerata assai più idonea. Un processo decisionale di carattere comunionale assicura la coerenza delle decisioni con il carisma e la necessaria omogeneità nelle scelte di gestione, favorisce un maggior equilibrio nelle decisioni, soprattutto con riguardo gli atti di straordinaria amministrazione, e consente, infine, forme di controllo interno, mediante sistemi di autorizzazioni preventive, rendicontazioni e verifiche successive stabiliti dal diritto proprio».
Necessità
di progettualità
La situazione di molti Istituti appare, ad oggi, caratterizzata da una grave carenza di progettualità, non ha mancato di rilevare il dott. Flavio Pizzini. Carenza che porta con sé il rischio di una «personalizzazione della gestione anche involontaria» (ES 36), a sua volta veicolo potenziale di una molteplicità di criticità di natura gestionale. Accade sovente, infatti, che intuizioni potenzialmente feconde non trovino realizzazione perché non sorrette da un progetto: spesso «non sono definiti i fini, individuate le modalità di realizzazione e verificata la compatibilità economico-finanziaria» (ES 35). Al discernimento necessario per l’affronto di tale situazione deve conseguire una progettazione condivisa assistita da organici percorsi di formazione di quanti saranno chiamati a ricoprire ruoli in ambito gestionale. Un serio discernimento implica la necessità, in via preliminare, di superare la diffusa dicotomia fra pianificazione di attività e opere e l’apertura alla novità dello Spirito Santo. In tale ottica prospettica, si comprende come il pericolo della eccessiva personalizzazione della gestione possa essere efficacemente contrastato soltanto da forme di progettazione condivisa, che deve ispirare una collegialità e una corresponsabilità nella amministrazione e nella conduzione delle opere valorizzando «sistematici momenti di confronto e di verifica» (ES 36) fra amministratori ed economi.
Formazione
alla dimensione economica
Infatti la formazione alla dimensione economica (cf. ES 18-19; 97) – più volte richiamata dai relatori – è vista come irrinunciabile. Si tratta di porre delle ‘premesse’ a scelte innovative e profetiche. Essa deve partire «dalla condivisione delle motivazioni umane, etiche e morali del servizio, per giungere alla riscoperta della dimensione evangelica dell’economia, per gestire le strutture economiche in ordine ai principi di gratuità, fraternità e giustizia, e per vivere la logica del dono, dando così un vero contributo allo sviluppo economico, sociale e politico della società e della stessa Chiesa» (ES 18).In particolare gli Orientamenti chiedono:
di avviare o potenziare i percorsi formativi alla dimensione economica)
un’ampia prospettiva con riguardo alla Dottrina Sociale della Chiesa, sia con specifiche attenzioni a problematiche economico-amministrative (cf. ES 19);
di favorire, in collaborazione con altri Istituti, momenti condivisi di formazione e di studio con docenti ed esperti degli ambiti attinenti all’operatività degli Istituti (cf. ES 95);
di perseguire forme appropriate di formazione permanente, in collegamento con università cattoliche o altre istituzioni specializzate che coniughino la competenza tecnica con la consapevolezza delle specificità della vita consacrata (cf. ES 97);
di dedicare attenta cura alla formazione degli economi e a forme efficaci di coordinamento della loro attività e degli altri membri dell’Istituto con incarichi di responsabilità in materia economica (cf.ES 64);
di acquisire, da parte degli stessi superiori, gli elementi necessari per valutare le tematiche sottoposte alla loro attenzione (cf. ES 87, 97);
di non trascurare la formazione dei laici chiamati a collaborare con gli Istituti (cf. ES 48, 63, 95, 97).
Gli Orientamenti si propongono di esercitare al senso della direzione e ad una direzione di senso, perché «ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino» (Laudato si’, n. 15). Senso e direzione nella prospettiva di “una conversione della mentalità e della prassi economica” (ES 18). Questo comporta per i consacrati e le consacrate «coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e si trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualità della vita dei più poveri, con un senso di solidarietà che è allo stesso tempo consapevolezza di abitare una casa comune che Dio ci ha affidato. Queste azioni comunitarie, quando esprimono un amore che si dona, possono trasformarsi in intense esperienze spirituali» (Laudato si’, n. 232).
Pier Luigi Nava smm