Noi donne
2018/4, p. 4
C’eravamo anche noi “al piano superiore” a pregare assieme a tutti gli altri
e con perseveranza, nell’attesa di ricevere forza dallo Spirito promesso dal
Maestro (At 1,14).
E siamo liete che la nostra presenza sia stata segnalata dal medico ed
evangelista Luca, un vero gentiluomo, attento alla presenza e al contributo di
noi donne, oltre che elegante narratore.
Ci dispiace invece che si dica che non eravamo presenti all’ultima cena.
Ma chi ha preparato quella cena? Chi ha lottato con Giuda per avere i
migliori vini, oltre che cibi non scadenti, per quel banchetto che sentivamo
tanto importante? Chi ha portato tovaglie fresche di bucato e stoviglie
dignitose, scovate appositamente per quell’occasione? Chi serviva a tavola?
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Testimoni
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NOI DONNE
C’eravamo anche noi “al piano superiore” a pregare assieme a tutti gli altri e con perseveranza, nell’attesa di ricevere forza dallo Spirito promesso dal Maestro (At 1,14).
E siamo liete che la nostra presenza sia stata segnalata dal medico ed evangelista Luca, un vero gentiluomo, attento alla presenza e al contributo di noi donne, oltre che elegante narratore.
Ci dispiace invece che si dica che non eravamo presenti all’ultima cena.
Ma chi ha preparato quella cena? Chi ha lottato con Giuda per avere i migliori vini, oltre che cibi non scadenti, per quel banchetto che sentivamo tanto importante? Chi ha portato tovaglie fresche di bucato e stoviglie dignitose, scovate appositamente per quell’occasione? Chi serviva a tavola?
A un certo punto, intuendo che il Maestro voleva dire cose importanti ai Dodici, ci siamo ritirate in disparte, ma, lo confessiamo, tendendo l’orecchio e stando con il fiato sospeso per non perdere nessuna delle Sue sante e venerabili parole, con le quali assicurava di essere di nuovo presente, anche dopo la sua partenza, ogniqualvolta avessero fatto “questo in memoria di me”.
A dire il vero, un brivido ci scosse al pensiero della sua assenza annunciata come imminente, addolcita però dalla promessa misteriosa della sua presenza permanente, attraverso quel gesto.
Quando poi portammo l’acqua con la quale lavò i piedi dei suoi stupefatti discepoli, comprendemmo la sua e la nostra grandezza: chi è grande serve e chi serve è grande.
Quel gesto sconcertante ci rivelò invece la nostra grandezza agli occhi di Dio.
Noi che abbiamo sempre servito, pensandoci all’ultimo posto, ci siamo trovate poste ai vertici della classifica stilata dal Maestro.
E quando venne lo Spirito su di noi, come sugli altri, raccolti al piano superiore, dopo essere state cinquanta giorni prima “apostole degli apostoli”, ci sentimmo confermate ad essere “testimoni fino ai confini del mondo”, ad uscire cioè sulle piazze a parlare di Lui, a toccare i cuori, anzi a trafiggerli con accenti nostri, diversi e complementari .
Ma i tempi non erano maturi. Poche di noi hanno avuto la fortuna e la possibilità di correre lungo le strade del mondo per annunciare il Signore risorto.
Maria, la madre del Signore ci accompagnava rasserenante: se da una parte, ci incoraggiava a ”scegliere la parte migliore”, a scoprire la “grazia del servizio” tanto decantato e poco praticato, a svolgere il “servizio della parola” soprattutto dentro le mura domestiche dove si plasmano i figli e le figlie di Dio, dall’altra ci ricordava che sarebbero venuti i giorni in cui davvero, come dice Gioele, “i vostri figli e le vostre figlie profeteranno”.
“Che cosa volete che siano due millenni di attesa d’una piena realizzazione di questa profezia?”, soggiungeva sorridendo, come se stesse leggendo nel profondo del mistero di un futuro prossimo venturo.
“Avete ricevuto lo Spirito Santo, che vi costituisce figlie ed eredi e testimoni. Egli sa quando è giunta l’ora di una nuova vostra testimonianza. Chi può opporsi alla potenza dello Spirito?”
Grazie, Maria! A noi donne tocca il vigilare, perseverando nel servizio, in attesa che il tuo sorriso profetico diventi anche il nostro.
Piergiordano Cabra