S.Agostino
Da morte a vita
2018/3, p. 38
Q 38 Testimoni 3/2018 VOCE DELLO SPIRITO DA MORTE A VITA “Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso” (Sal 118, 24). È il giorno della Resurrezione di Cristo dai morti, che i Padri della Chiesa hanno esaltato con straordinarie espressioni poetiche. Oggi è sorta la luce del mondo, oggi è apparso il grande Giorno, Cristo, che inaugura “il giorno che non conosce tramonto”. Siamo nel cuore della fede e della vita della Chiesa. «Cristo dormì perché stessimo svegli noi, Lui che era morto perché fossimo vivi noi.

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VOCE DELLO SPIRITO
da morte a vita
"Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso" (Sal 118, 24). E’ il giorno della Resurrezione di Cristo dai morti, che i Padri della Chiesa hanno esaltato con straordinarie espressioni poetiche. Oggi è sorta la luce del mondo, oggi è apparso il grande Giorno, Cristo, che inaugura "il giorno che non conosce tramonto". Siamo nel cuore della fede e della vita della Chiesa.
«Cristo dormì perché stessimo svegli noi, Lui che era morto perché fossimo vivi noi.
Noi celebriamo la Pasqua in modo che non solo rievochiamo il ricordo d'un fatto avvenuto, cioè la morte e la risurrezione di Cristo, ma lo facciamo senza tralasciare nessuno degli altri elementi che attestano il rapporto ch'essi hanno col Cristo, ossia il significato dei riti sacri celebrati. In realtà, come dice l'Apostolo: Cristo morì a causa dei nostri peccati e risorse per la nostra giustificazione (Rm 4, 25) e pertanto nella passione e risurrezione del Signore è insito il significato spirituale del passaggio dalla morte alla vita. Presentemente noi compiamo questo passaggio per mezzo della fede, che ci ottiene il perdono dei peccati e la speranza della vita eterna, se amiamo Dio e il prossimo, in quanto la fede opera in virtù della carità (Gal 5,1) e il giusto vive mediante la fede (Eb 2,4). In conformità a questa fede, speranza e carità, con cui abbiamo cominciato a vivere nella grazia, già siamo morti insieme con Cristo e col battesimo siamo sepolti con lui nella morte (2 Tim 2, 12; Rm 6,4), come dice l’Apostolo: Poiché il nostro uomo vecchio fu crocifisso con lui (Rm 6, 6); e siamo risorti con lui, poiché ci risuscitò insieme con lui, e ci fece sedere nei cieli insieme con lui (Ef 2, 6). Ecco perché l'Apostolo ci esorta: Pensate alle cose di lassù, non alle cose terrene (Col 3, 1, 2). Quando Cristo, vostra vita, comparirà, allora voi apparirete con lui vestiti di gloria (Col 3, 3).
Il rinnovamento della nostra vita è pertanto il passaggio dalla morte alla vita, che s'inizia in virtù della fede, affinché nella speranza siamo contenti e nella sofferenza siamo pazienti, benché il nostro uomo esteriore si vada disfacendo mentre quello interiore si rinnova di giorno in giorno (2 Cor 4, 16). Spogliandoci di quello vecchio, purificandoci dal vecchio fermento per essere una pasta nuova, essendo già stato immolato Cristo, nostra Pasqua (1 Cor 5, 7), proprio in vista di questo rinnovamento della vita è stato stabilito per questa celebrazione il primo mese dell'anno, che perciò si chiama il mese dei nuovi raccolti (Es 23, 15). Inoltre poiché nel volgere dei secoli è adesso apparsa la terza epoca, la risurrezione del Signore è avvenuta dopo tre giorni. La prima epoca infatti è quella anteriore alla Legge, la seconda quella della Legge, la terza quella della Grazia, in cui si rivela il piano misterioso di Dio prima nascosto nell'oscurità delle profezie».
Dalle "Lettere"
di sant’Agostino (Ep. 55; Sermo 221,4)