Gellini Anna Maria
Gemme di carità e giustizia
2018/2, p. 47
Giovanni Nervo (1918-2013), è stato prete e cappellano di fabbrica, ha fondato la Scuola di Servizio Sociale di Padova e la Fondazione Zancan. È stato il primo presidente della Caritas Italiana. Ha dato un contributo fondamentale a innovare metodi e cultura del welfare state e la filosofia della cooperazione tra istituzioni pubbliche, privato sociale e volontariato.

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Giovanni Nervo, Gemme di carità e giustizia EDB, Bologna 2017
Giovanni Nervo (1918-2013), è stato prete e cappellano di fabbrica, ha fondato la Scuola di Servizio Sociale di Padova e la Fondazione Zancan. È stato il primo presidente della Caritas Italiana. Ha dato un contributo fondamentale a innovare metodi e cultura del welfare state e la filosofia della cooperazione tra istituzioni pubbliche, privato sociale e volontariato.
Il volume, che raccoglie alcune gemme profetiche del suo pensiero, si articola in due parti: Luci dell'alba e Parole di una vita.
Le luci dell'alba hanno accompagnato ogni giorno il piccolo Giovanni dalla casa sul monte alla scuola elementare, due chilometri attraverso il bosco di Solagna in una natura fredda d'inverno e piena di vita in primavera. Alla domenica le luci dell'alba, la stessa strada, ma con la mamma e con la lanterna in mano, per rischiarare il sentiero nella penombra che li portava alla prima Messa. «Lucerna pedibus meis Verbum tuum, Domine - La tua Parola, Signore, è luce ai miei passi».
È la sintesi di una vita iniziata così. «La strada me la indichi tu, Signore», e non si stancava di ripeterlo a chi, dopo la luce elettrica, non ha conosciuto l'esperienza dei passi nel buio. La Parola e la natura erano i suoi libri, aperti ogni giorno, guardando al futuro e compagni di una vita, ascoltando il Creatore e le sue creature, insieme fonti di verità dentro e intorno a lui.
Don Giovanni è nato e vissuto povero, ha parlato in modo povero, con parole essenziali, sobrie, profonde, per dire tanto, ma senza sprecarle, facendo tesoro delle immagini, come il suo Maestro, cercando il suo volto con mani innocenti e cuore puro. Scriveva per dire l'essenziale; molti lo ascoltavano perché arrivava al cuore, credenti e non credenti, insieme attirati da come raccontava il vangelo, in dialogo con la Costituzione, e preoccupati che carità e giustizia facessero posto ai poveri. Incarnate in un costante servizio attento sempre alla Chiesa, alla società civile, alla vita della gente, la fraternità, la pace, la solidarietà, il bene, la responsabilità, la carità, la fede sono la sintesi della vita di don Giovanni.