Del Valle Carlos
Custodi non proprietari
2018/2, p. 21
religioso/a vuol dire vivere nello Spirito di Gesù. I nostri carismi sono l’energia che lo Spirito ci concede. Più che i compiti e le funzioni, ciò che caratterizza il religioso è di essere carismatico. Non confondere i carismi con le funzioni apostoliche.

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Ritiro spirituale sul carisma
CUSTODI
NON PROPRIETARI
Essere religioso/a vuol dire vivere nello Spirito di Gesù. I nostri carismi sono l’energia che lo Spirito ci concede. Più che i compiti e le funzioni, ciò che caratterizza il religioso è di essere carismatico. Non confondere i carismi con le funzioni apostoliche.
Convocati
ad essere carisma
Il dramma nella nostra VR è di guardare senza vedere, passare senza fermarsi, rimanere alla superficialità. Diamo per scontato il carisma senza preoccuparci di esserne toccati e rigenerati. Entra nella tua profondità. Il Signore aspetta da te fede, passione. Vivere appassionato, con carisma. Forse vivi installato, perché “il Signore è mio pastore, non manco di nulla”. Accostati oggi a Gesù con il giovane ricco. Accogli lo sguardo di amore di Gesù che ti dice: una cosa ti manca... passione, entusiasmo, febbre di santità... carisma.
Allena l’attenzione, stai attento a ciò che fai e vivi. Rafforzerai i tuoi desideri, ideali, sogni, le tue motivazioni.... Un ritiro risveglia la volontà, il desiderio di essere fuoco.
Adesso ti accompagna il desiderio o l’indifferenza? desideri energia, forza, entusiasmo?
Essere religioso è vivere come le ostriche, coltivando l’interiorità per cercare Dio, finché diventi una perla preziosa, per gli altri. La vita è piena di misteri che copri con la routine e la fretta. Dio si rende presente in persone carismatiche. Scopri la presenza carismatica in alcune di esse.
Conoscerai qualcuno che consideri uomo o donna di Dio. Persone che si donano, servizievoli, disponibili. Persone che vivono con la serenità e la pace nel cuore. Parlano di ciò che “hanno veduto”. Mostrano sensibilità verso i deboli e coloro che soffrono. Riconoscenti, amichevoli verso tutti, pazienti con la propria e altrui fragilità. Ciò che è buono lo compiono con calma. Anche se sono molto occupati, se vai a trovarle ti fanno sentire che sei l’unico importante in quel momento. Persone centrate, serene, che irradiano... con carisma. Se trovi queste persone, è una benedizione per la tua vita. Ti fanno desiderare di essere migliore. Guardale, per imparare il Vangelo. La loro vita è un commento dal Vangelo, una lettera di Dio per noi.
A proposito... hai pensato che la tua vita è l’unico vangelo che la maggior parte della gente che ti circonda di fatto legge?
Guardando un uomo o una donna di Dio, avvertiamo la qualità della sua umanità. La tua vita, tanto più umana, quanto più carismatica. La prima lezione dei consacrati: essere umani, profondamente umani, per incarnare il carisma, questo il sogno comune dei religiosi. Oggi vuoi nutrire la tua identità carismatica. Coltiva la tua esperienza di Dio. Non sei un funzionario del sacro, ma un testimone di Gesù. Uomo/donna di Dio, non perché dai lezioni di spiritualità, ma perché “parli di ciò che hai veduto”.
Con i desideri di umanità che hanno acceso i nostri fondatori, vogliamo tessere il carisma comune della VR. Rinchiudersi nel carisma congregazionale vuol dire trovare indifferenza nella società. Il carisma nella tua VR te lo mostra Mosè: sale sulla montagna per incontrarsi con Dio e scende per incontrarsi con la gente. Trascorri la vita tessendo relazioni tra Dio e il popolo.
Essere religioso/a vuol dire vivere nello Spirito di Gesù. I nostri carismi sono l’energia che lo Spirito ci concede. Più che i compiti e le funzioni, ciò che caratterizza il religioso è di essere carismatico. Non confondere i carismi con le funzioni apostoliche. La nostra missione: trasmettere l’esperienza di Dio. La forza del carisma è la forza della persuasione: umanizza la vita, la convivenza e rinvia a Gesù e al Regno.
Il carisma è oggetto di desiderio, di ricerca e preghiera. Le sue mediazioni: il silenzio che permette di guardare la realtà a partire da Dio; la preghiera, la celebrazione comunitaria della fede. Mediazioni che non garantiscono sempre la densità carismatica dei religiosi/e. Possono essere una semplice osservanza della regola, azioni professionali, routine... quando rinchiudiamo il carisma in otri vecchi.
Torna all’essenziale per distinguere la grande Tradizione cristiana dalle piccole tradizioni dei cristiani. Essere religioso/a non è una professione, è una vocazione, suppone esperienze e carismi speciali. La tua vita è carismatica, non sei un funzionario della religione. Sei più testimone che operatore pastorale.
Possiamo fare dei mezzi il fine e dimentichiamo l’orizzonte: l’incontro con Dio. Le vetrate di una cattedrale non sono il centro, ma un mezzo per proiettare la luce all’interno e creare un clima luminoso che ci avvicini al mistero. Non si tratta di essere vetrata, ma luce. Essere parroco, direttrice, professore, superiora, formatore.... è un mezzo. Il fine è di essere cercatore di Dio. La carta d’identità della VR è la fraternità. Formare una famiglia che ascolta la parola Dio e la mette in pratica perché il mondo creda.
Quando i mezzi diventano fini, ci accomodiamo, rinunciamo a cercare e nascondiamo l’orizzonte. “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 4,34). Gesù, appassionato della volontà del Padre. Coerente fino a dare la vita. Senza passione per Dio, la vita diventa una routine.
Il modo come vivo, ciò che faccio... è ricerca o routine?
Innamorarsi è una vitamina che evita la malattia del funzionario e della comunità-hotel con tante frustrazioni. Senti ancora di essere toccato da qualcosa di quell’innamoramento originario?
Bartimeo getta via il mantello (la sua sicurezza) per avvicinarsi a Gesù. Quali sono i tuoi mantelli che non riesci a buttare via per accogliere lo Spirito? le tue idee, le tue verità esclusive, le tue abitudini, le routine, le comodità, gli onori, i protagonismi, le pratiche di pietà....?
Il carisma è il monte sacro su cui dobbiamo salire scalzi. Se hai qualcosa di sacro, è l’impronta di Dio e i carismi che lo Spirito ha posto in noi. Mosè scende dal Sinai con le tavole di pietra sotto il braccio. Gli Apostoli escono dal cenacolo con lo Spirito nel cuore.
Prega questa parola: “quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono”? (Lc 11,13).
Forse avverti che al cuore arriva poco sangue. Peccato di mediocrità. Puoi soffrire di anemia spirituale. Perdi la passione per Gesù e per il Regno. Ti rifugi nelle pratiche di pietà: ti danno tranquillità, la sensazione del dovere compiuto. Alcuni religiosi/e non sono altro che dei semplici professionisti onesti, con un extra di pratiche di pietà.
Davanti alla forza dello Spirito secondo la parola di Gesù, possiamo rimanere come siamo. Questo capita a persone che sono molto religiose. Celebra ogni giorno il fatto di avere incontrato Gesù, come si deve, cambiando il cuore. I profeti collaborano con lo Spirito e cambiano il proprio modo di pensare, di sentire e agire.
Come reagisci ascoltando la parola di Dio? C’è qualcosa che ti tocca?
Carisma,
spiritualità, missione...
Ci sono religiosi e religiose che sono caduti nella tentazione di Giona. Non amano la loro missione, né la città dove Dio li ha inviati ad evangelizzare. Non che la missione sia in crisi. Chi è in crisi sono i religiosi e le religiose sconnessi dallo Spirito, trasformati in professionisti del sacro, più funzionari e meno testimoni. La persona assorbita dalla sua funzione cessa di essere carismatica. La VR è missione e carisma: porta a servire l’unità, a coltivare la profezia, a leggere la vita dalla parola di Dio.
Il carisma si esprime come missione e spiritualità. Non c’è missione carismatica senza una spiritualità che la sostenga. La missione è spiritualità, e la spiritualità è missione. È vivere nello Spirito. Agire in forza dello Spirito. Muoversi nello Spirito. Dire “missione” è dire “Spirito Santo” e la trama di complicità che egli sta tessendo nel nostro mondo. La VR è icona dello Spirito. Non è la stessa cosa missione condivisa e lavoro condiviso. Missione è collaborazione con lo Spirito.
Non confondere missione condivisa con il volontariato. Tu entri nella missione solo in forza della tua identità carismatica. Sarà che ce l’hai?
La vita religiosa si comprende a partire dalla missione. Non si può nascondere la perla o il tesoro. Chi si sente amato cambia il suo modo di vedere il mondo e se stesso. Da qui nasce la missione, per trasformare la vita. La missione è un carisma che metto in gioco o un talento che nascondo? “Essere per la missione” è la chiave per comprendere il carisma della VR. Per la missione, i religiosi/e si inseriscono nella Chiesa locale, nelle frontiere, nel sottobosco dei poveri, nelle altre culture. Non si tratta tanto di “edificare il Regno”, di “estendere il Regno”. Espressioni non bibliche che implicano una nozione di missione imperialista. Il Vangelo parla di “ricevere il Regno”, “entrare nel Regno”.
Metti la tua vita davanti al Signore... Dimenticati di questo desiderio messianico di costruire il Regno, e nutri il desiderio di entrare nel Regno.
La VR nasce come espressione carismatica della missione. Il carisma è grazia, comunione e missione. La società e la Chiesa hanno bisogno di religiosi sani: di una VR all’altezza della sua missione carismatica. Poiché lo Spirito non è solo sussurro, ma anche clamore, grido, pianto. Il clamore della ragione, il grido dei poveri e delle donne, il clamore dei differenti, della terra, il clamore del diritto umano e del futuro-vita-speranza-risurrezione.
Qualcuno di questi clamori configura la tua vita?
Davanti alla presenza dello Spirito in te, il tuo carisma e la tua spiritualità missionaria sono sensibilità, disponibilità, consegna. Lasciati muovere, portare, emozionare, attivare. A volte riduciamo lo Spirito a nostro ausiliare o della Chiesa (“con l’aiuto dello Spirito”), senza riconoscerlo come protagonista. Ma la Chiesa non è il sole e lo Spirito la luna, suo ausiliare. Parliamo della Chiesa, del papa, dei vescovi “con l’aiuto o l’assistenza dello Spirito Santo”. È lo Spirito il protagonista, e la Chiesa, la VC, il loro assistente. L’invio in missione è l’invio dello Spirito che manifesta la vita di Dio come comunione.
Prega questo tuo carisma, con riconoscenza e gratitudine davanti al Signore.
Non troviamo l’identità (carisma, spiritualità) solo nell’archivio e nelle tradizioni della casa. Anche tra la gente. Il sale e il lievito sanno quello che sono e a che cosa servono quando si perdono e si consumano nel salare e lievitare la massa del pane. “Ma se il sale perde il suo sapore.... a che cosa serve?” Non ci sarà forse nella tua vita qualche angolo che sia sale insipido?
Lo Spirito è dinamico e plurale, come i carismi. Ci chiede dialogo e incontro accettazione del diverso per costruire e non distruggere, avvicinare e non separare. Non abbiamo paura della pluralità e diversità, ma dell’uniformità e della clonazione.
Il tuo carisma ti porta ad attribuire grande importanza all’accoglienza e al dialogo?
Le nostre congregazioni sono dei mezzi per il Regno, mezzi per incarnare i carismi e riempirli di nomi e di mani. Sentiamo che oggi si è indebolita l’identità carismatica della VR. È entrata in un processo di istituzionalizzazione che favorisce il permanere dei carismi, ma contribuisce a far cadere nella routine, a perdere spontaneità, giungendo a sostituire il carisma con l’istituzione. Le istituzioni sono necessarie come mediazione per rendere operativo il carisma. Ma comportano il pericolo della routine e della sua installazione.
Il carisma è essenziale; l’istituzione è mediazione. La VR sta più dalla parte del carisma che dell’istituzione. L’istituzione è imprescindibile solo per orientare i carismi. Cerca di distinguere nella tua vita l’elemento carismatico-essenziale dall’istituzionale-funzionale. Fai discernimento delle mediazioni istituzionali. Se trasmettono e attualizzano il carisma oggi. L’abito, la clausura, il genere di vita, i modi di organizzarla... sono segni che identificano i religiosi. Non capiterà forse che a volte confondi ciò che è caratteristico con l’essenziale?
Anche il fatto di essere sacerdote o la parrocchia contribuiscono a indebolire l’identità carismatica nella VR. Ci sono congregazioni maschili definite clericali. Alcuni religiosi si avvicinano alla gerarchia e alla chiesa istituzionale con compiti pastorali di supplenza, a scapito della loro profezia e delle attività specifiche del loro carisma. Un problema di identità, di doppia appartenenza.
Anche l’attivismo apostolico coopera a indebolire il carisma della VR e a sottovalutare il silenzio, la preghiera, la contemplazione, la celebrazione della fede, la testimonianza di vita di Dio. Una gestione della VR con criteri imprenditoriali indebolisce le motivazioni evangeliche. Dobbiamo cercare di recuperare la nostra identità carismatica e la nostra missione profetica. La missione si traduce in un modo di essere, di stare, di fare, di reagire, di essere in relazione con la Chiesa e il mondo... si traduce in carisma.
Il contributo della VC alla Chiesa locale è quello che corrisponde all’identità carismatica e alla missione profetica. Non ampliare tanto il carisma così da considerare ogni attività pastorale come missione propria. Né restringerlo al punto che nessuna attività sia compatibile con esso.
Vivere nel fascino
della propria vocazione
Se è forte la tua fede, lo Spirito in te, il carisma, la tua vita cambierà. Sarai più umano, più sensibile, generoso, una persona migliore. Ma se vivi senza ideali, chiuso in te stesso, triste, sterile, come la pianta di fico.... sarai intaccato dal virus più pericoloso per la tua VR. Il carisma è quella forza che viene dall’amore, dal desiderio, dalla passione e ti libera dal vivere in superficie. La forza che ti rende generoso, servizievole, coerente, umano.
Non vivere installato nelle tue fedeltà. A cosa sei fedele? Al passato o a ciò che Dio vuole oggi da te? Fedeltà alla tradizione non vuole dire adorare delle ceneri, ma essere fuoco. Non vogliamo fare ciò che hanno compiuto il fondatore o la fondatrice, ma quello che farebbero oggi. Non c’è fedeltà al carisma senza la sua attualizzazione. Le glorie del passato sono pericolose quando non si attualizzano e non costituiscono una sfida per riprodurle oggi nella vita. “I santi fecero grandi opere; e noi, raccontandole, vogliamo ricevere onore e gloria” (S. Francesco).
Corriamo il pericolo di fare del Vangelo un insieme di fatti belli e tranquilli che si affollano nella mente ma non toccano la vita. Accogli anche il Vangelo che incontri nelle persone, nelle relazioni e nei fatti. Non oscurarlo con le tue idee, i pregiudizi, le paure, l’insensibilità.
Il tuo rapporto con altre persone, rende visibile il Vangelo?
Non fare pressione sul mondo perché entri nella Chiesa così com’è. Fare una Chiesa che accolga il mondo com’è. Non pretendere che i giovani entrino nella VR così come è. Avvicinati ad essi per nutrire la tua identità carismatica, lasciandoti toccare dai loro ideali. La tua missione non è di salvare il mondo, ma di stringere una mano; non avvenga che per volerle stringere tutte non riesca a sentire il calore di una mano concreta.
Saremo più fedeli alla Chiesa se saremo più fedeli al nostro carisma particolare. A volte siamo sollecitati a fare ogni cosa, ma non facciamo un favore alla Chiesa quando trascuriamo di compiere ciò che è nostro. Quando non assumiamo il nostro carisma, o siamo dei funzionari della religione, o irrilevanti, materiale di scarto.
Dedicarsi a tutto vuol dire non essere efficaci in niente. Ogni istituto ha la propria missione e sarà necessario nella Chiesa se saprà rispondere alla missione che lo Spirito gli ha affidato. Recuperare l’identità è una sfida per la VR, se vuole avere futuro. Soltanto i gruppi che offrono futuro, che trasmettono speranza e incarnano il loro carisma saranno punto di riferimento per gli altri. Non basta essere religiosi, è necessario avere un nome di famiglia chiaro e distinto. Bisogna essere coraggiosi nella comunità quando si programmano le attività pastorali, per essere più fedeli al proprio carisma, per lasciare ciò che fa perdere identità, per lavorare nella Chiesa dove si rispetta l’identità carismatica.
Nelle comunità internazionali capita che unisca più il passaporto che non il carisma. Occorre fare il possibile perché sia il carisma a unire, articolare e ricreare la forza dell’appartenenza attorno a questo nucleo, che dà armonia, significato e soddisfazione interiore. Alimenta oggi una convinzione forte nel tuo “marchio carismatico”. Scopri il codice barrato del tuo carisma e vivilo profondamente. Vivrai convinto che vale la pena appartenere al proprio istituto e coinvolgerti nella vita e missione della comunità.
Una missione carismatica propria. Non possiamo dedicarci a tutto né lasciare che il nostro carisma si diluisca. Specialisti in qualche campo della Chiesa. Per avere un’identità propria ed esercitare un impatto originale che interpella. Nello stesso tempo una missione carismatica condivisa: il carisma comune della VR. Oggi si chiede alla VR una certa visibilità sociale. Acquistare presenza (non immagine) che interpella, che ponga interrogativi agli altri, senza passare inosservati. Bisogna rafforzare le istanze di incontro tra religiosi. Partecipi agli incontri con gli altri religiosi e religiose?
Termina il tuo ritiro celebrando la Parola di Dio che ti offre la migliore definizione descrittiva del carisma nella tua vita consacrata:
“Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell'ignoranza... .7A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell'unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole (1Cor 12,1.7-11).
Carlos Del Valle